Gryffindor vs Slytherin - parte1

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Settimo capitolo: Gryffindor vs Slytherin –parte1








Ci sono cose che nella vita non si possono evitare in eterno. Possono essere rimandate, accantonate per questioni più importanti, tuttavia prima o poi queste si ripresentano. Sempre. E ovviamente con gli interessi.
Questo James Potter lo sapeva bene. In realtà tutti lì ad Hogwarts lo sapevano bene. Facevano finta di niente, ignorando la faccenda come si ignora una mosca fastidiosa e molesta, ma era chiaro che sapevano.
Tutti sapevano, ma nessuno parlava.
Il clima generale era di attesa, ma i segnali dell'imminente catastrofe c'erano tutti: occhiate guardinghe, smorfie sospette, fughe precipitose e sguardi che se avessero potuto avrebbero volentieri ucciso chiunque capitasse loro a tiro. Ma nonostante tutto ciò, la cosa che più preoccupava gli studenti di Hogwarts dal secondo anno in su, non erano le occhiate assassine o le minacce neanche tanto velate che giungevano da ogni parte. No. Era il completo ignorarsi dei due diretti interessati. Perché di persone coinvolte in quella faccenda ce n'erano molte, chi giustamente e chi ingiustamente vi avrebbero detto loro – anche se l'effettiva innocenza di tali individui sarà lasciata al giudizio dei lettori, confidando nella loro smisurata clemenza -, ma solo due erano da considerarsi effettivamente 'i due diretti interessati'.
James Potter, ovviamente, era uno di quei due diretti interessati.
Da circa una settimana conviveva con occhiate più o meno sospettose, più o meno velenose, e più o meno fiduciose e piene di aspettativa a seconda dei soggetti. Ovviamente se ne era fregato. Perché James Potter se ne fregava sempre, e i cinque anni passati a stretto contatto con Sirius Black non avevano fatto altro che accentuare quel particolare lato del suo carattere.
Tuttavia anche il menefreghismo di James Potter aveva un limite, perché James Potter rimaneva pur sempre James Potter, ed ovviamente lui ne era ben consapevole.
Tutti in realtà ne erano ben consapevoli.
Ed ecco che si tornava al punto di partenza. C'era aspettativa nell'aria. Una cosa che James, da buon menefreghista, odiava. Così come le responsabilità.
Tuttavia sapeva anche lui che le cose non sarebbero potute continuare così ancora per molto.
Lui stesso non voleva che le cose continuassero così ancora per molto.
Una scintilla.
Sarebbe bastata solo una scintilla. Un pretesto.
"Hai il permesso?"
Sirius Black sfoderò un sorriso a trentadue denti. "Ovvio. Ci ha pensato Eddie. Ha parlato con la McGranitt e ci ha dato il permesso di occupare il campo per tutta la settimana. Vorrei sapere come Merlino ha fatto a convincerla. Cos'è, la paga in natura? No perché io gliel'ho chiesto una decina di volte, e ogni singola volta ha attaccato con la tiritera che sarebbe stata un'ingiustizia nei confronti delle altre squadre dare il campo a noi per una settimana intera."
"Sei solo invidioso delle mie incredibili capacità oratorie Black" rise Edgar Bones, arrivando da dietro con aria incredibilmente soddisfatta di sé.
"Invidioso?!" allibì Sirius sdegnato, "Ma piantala! Sono molto più bello di te Bones"
"E allora perché non la convinci tu con la tua infinita bellezza la McGranitt?" ribattè beffardo il Caposcuola di Grifondoro.
"Nah. Compito del Caposcuola arruffianarsi i professori. Anche se mi piacerebbe sapere come diavolo ci sei riuscito... "
"Segreti del mestiere Sirius" ammiccò l'altro divertito.
"Allora, siamo a posto?" si intromise James, riportando il discorso al punto saliente della questione, "Il campo è nostro?"
"Certamente" annuì il Grifondoro del Settimo.
"Perfetto" sancì James sorridendo soddisfatto, gli occhi eccitati, "Allora rimane solo da avvisare il resto della squadra. Padfoot, ci pensi tu?"
"Sì, vai tranquillo" lo rassicurò l'amico.
Ed effettivamente c'è da dire che Sirius Black ci pensò, nonostante tutti i gravosi impegni che lo angustiavano, tra cui la brunetta di Tassorosso che aveva adocchiato la sera prima in Sala Grande e l'enorme pila di libri da duecento pagine l'uno che Remus gli aveva procurato per porre rimedio alle sue enormi lacune in Pozioni e in Trasfigurazioni... e che attualmente serviva a tenere bloccata la porta del dormitoio.
Nonostante tutto, Sirius Black ci pensò... a modo suo ovviamente.
Bloccato il primo tizio che gli capitò a tiro, e che si rivelò essere un Grifondoro del secondo anno, Sirius gli appioppò l'oneroso compito di avvisare tutti i membri della squadra di Quidditch di Grifondoro, incentivandolo con qualche minaccia di morte cruenta, in perfetto stile Black.
Infine, tranquillo e beato, raggiunse la brunetta di Tassorosso, sotto lo sguardo divertito e rassegnato di James ed Edgar Bones.
"Ai Serpeverde non andrà giù la cosa," rifletté pensieroso Edgar, attirando l'attenzione del Capitano dei Grifondoro.
"Lo so" rise quindi divertito James, con un luccichio strano negli occhi.
"Dì la verità," sghignazzò l'altro "lo hai fatto apposta! Perché sai che si incazzerà come una biscia quando saprà che gli hai soffiato il campo."
"Può darsi" concesse il moro, "ma il motivo ufficiale è che abbiamo bisogno di allenarci. L'anno scorso per un pelo non abbiamo perso."
"Solo per lo scherzetto dei bolidi. E comunque questa sarebbe la ragione ufficiale. Quella ufficiosa?"
Il ghigno che si distese sul viso di James Potter sarebbe bastato a chiarire l'ovvio, ed Edgar Bones seppe di conoscere la risposta ancora prima che James aprisse bocca.
"Bè, quella ufficiosa è che non lo reggo. E che effettivamente potrebbe divertirmi farlo incazzare. Ma ovviamente penso che sia più che sufficiente la ragione ufficiale senza bisogno di quella ufficiosa."
"Ovviamente" concordò Edgar.
"Ovviamente."








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