I don't need a partner

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« Non voglio lavorare con nessuno, scordatevelo. »
Con il suo solito fare svogliato e impertinente, a gambe incrociate seduto sulla propria scrivania, Ranpo stava iniziando la sua protesta tra una merendina e l'altra.
Unico umano in un'agenzia di detective gestita da sole creature sovrannaturali, si rifiutava di dover fare da balia a uno di loro. Il nuovo arrivato, un licantropo per di più, si sarebbe dovuto arrangiare da solo.
Perché non lo affidavano a Kunikida? Tra pelosi una volta al mese si sarebbero ben capiti, no?
« Ranpo, non costringermi a chiamare il direttore. »
Lo ricattò Dazai, con un sorrisino saputo. L'unico punto debole dell'investigatore infatti, era proprio il direttore. A lui non sapeva dire di no.
Un'occhiataccia torva fu dunque regalata al vampiro, ex membro di un'organizzazione malavitosa e passato al lato dei buoni, mentre l'umano scendeva dalla scrivania appallottolando il sacchetto di patatine vuoto e gettandolo alle proprie spalle, mancando il cestino.
« Sta un po' zitto. Dov'è la palla di pelo? »
Atsushi, che era seduto al computer poco distante, impegnato a stilare un rapporto, sbuffò infastidito. Lui era una tigre mannara, quindi si sentiva probabilmente preso in causa tra le palle di pelo menzionate.
« In sala d'attesa. »
Replicò semplicemente Dazai con una scrollata di spalle, lasciando che Ranpo lo sorpassasse per andare incontro al nuovo arrivato.
Solo che una volta giunto in sala d'attesa non trovò nessun lupo con le pulci, ma solo una ragazza dall'aria delicata, con lisci capelli scuri che le accarezzavano il collo, ed una farfalla dorata ad adornarne le ciocche di seta. La carnagione chiara sembrava in effetti baciata dal bagliore lunare, ma lo sguardo con cui stava seguendo le pagine della rivista che stava sfogliando, non aveva nulla di immacolato, anzi sembrava affilato come un bisturi e particolarmente intelligente, tanto da mettere quasi soggezione.
Non a Rampo ovviamente.
Lui era un genio.
Un genio con un pessimo carattere però.
« Dazai, il tuo stupido lupo non c'é! »
Alzò la voce affinchè il vampiro lo potesse udire, lasciando liberi i suoi modi più saccenti, e fece per voltarsi e andarsene, prima di essere interrotto da un colpetto di tosse simulato.
« Lo stupido lupo sarei io, suppongo - Una voce femminile ma profonda lo fece voltare verso la donna che stava ancora sfogliando la rivista, apparentemente tranquilla. - Lupa in effetti. Akiko, molto lieta. Beh, non troppo lieta in realtà vista l'accoglienza, ma facciamo finta che non ti abbia sentito. Non voglio litigare il mio primo giorno di lavoro. »
Nessuno coglieva mai lui di sorpresa.
Nessuno lo lasciava mai a bocca aperta.
Eppure era appena successo.
La fissò per qualche attimo, come se avesse appena preso una botta in testa, poi si riscosse.
« Mi avevano detto che avrei avuto un nuovo partner. Non una partner. Donna.»
Sottolineò la parola donna, borbottando sulla difensiva, mentre Akiko si alzava in piedi per fronteggiarlo.
« Sicuro? Non sarai tu che hai capito male? Con quest'aria sorniona non sembri molto sveglio. Te lo hanno mai detto? »
Come, come? Cosa? STAVA SCHERZANDO?

Dieci minuti dopo Ranpo era nello studio del direttore, impegnato a fare i capricci come un moccioso.
« Io non ci voglio lavorare con quella! »
Esclamò tutto malumore e fastidio, tanto arrabbiato che non aveva nemmeno rubato un paio di caramelle dal contenitore trasparente sulla scrivania del suo superiore.
« Ranpo sei l'unico senza un partner in tutta l'agenzia. E' ora che le cose cambino. »
Rispose con calma l'uomo dai lunghi capelli argentei, la cui vera natura era sconosciuta persino ai membri dell'agenzia stessa.
« Ma... »
« Niente ma, Ranpo. O vuoi forse contestare il mio personale giudizio? »
« Assolutamente no, non oserei mai. »
Mugugnò il detective, abbassando la testa come un cucciolo ferito.
« Allora vai e fai vedere alla nostra nuova collega che siamo una grande famiglia collaborativa, su. »
Il direttore lo esortò con un sorriso, che tuttavia non aveva perso la severità di poco prima, e trascinando i piedi il moro lasciò l'ufficio.
Akiko lo stava aspettando fuori, la schiena poggiata al muro e le caviglie incrociate, con quell'aria falsamente innocua a cui non sarebbe più cascato.
« Quindi? »
Gli chiese sollevando il mento con fare inquisitore, sfoderando tutta la forza di quello sguardo penetrante, che Ranpo aveva voglia di evitare.
« Quindi andiamo. Ti faccio vedere il resto dell'agenzia. »
Le rispose dimostrandole ancora di avere poca voglia di collaborare, infilandosi le mani in tasca e facendole strada, mentre lei lo affiancava con un sorrisino.
« Anche se adesso non ti sembra, andremo d'accordo tu ed io. »
Gli disse di punto in bianco. Che fosse bipolare?
La guardò da sopra la spalla anche se non era molto più alto di lei, ed accennò un mezzo sorriso di rimando.
« Non credo. Le persone che possono essere più brave di me non mi piacciono affatto. »
Un complimento e al tempo stesso un diniego, che fece però ridere la lupa. Una risata cristallina che fece venire voglia al giovane di unirsi a lei, sebbene si trattenne dal farlo.
« Lo vedremo. »
« Già... vedremo. »
Convenne lui.
Perfino il grande e fantastico detective Ranpo dopotutto non poteva prevedere il futuro.
Stranamente però per una volta, era disposto a sbagliarsi.


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