Jake incomincia a urlare: "Aaalll" lo zittii prima che potesse finire quel bellissimo nome. In quei momenti ti penti di insegnare a tuo fratello a leggere prima del previsto. Sapevamo entrambi che mia mamma era una vera impicciona su queste cose, solo su queste però, per il resto quasi non esistevamo, l'unico della famiglia che mi é sempre stato fedele è Jake, il mio adorabile compagno di avventura, non dobbiamo infatti parlare di quel smalcanzone di mio padre.
"Shh.. stasera devo andare a fare un giro con Alessandro che è qui anche lui, sai chi é no? te ne avevo parlato" dico sussurrando.
"Si si ma perché bisbigli?" chiede lui ricambiando il mio sussurro
"Perché la mamma non lo deve sapere che vado in giro con lui e tu mi devi aiutare" lo informo con uno sguardo complice che lui ricambia.
"Ok, dimmi solo cosa fare"
"Grazie piccolo, allora tu dovresti portare in qualche modo la mamma e Mark fuori dal salone così io passo dal bagno per uscire di casa attraverso la finestra e poi se mi cerca devi dire che avevo un mal di testa tremendo e che ero a dormire, in qualche modo penseremo a come coprire il mio letto con cuscini in modo da sembrare me sotto le coperte. Che ne dici? É fattibile?" dissi io tutto ad un fiato.
"Fattib.. che?"
"Si può fare"?
"Si si ti aiuterò" rispose lui.
"Grazie Jake" gli dissi dandogli un bacio e aggiunsi mentre mi sistemavo e prendevo la mia borsa e il cellulare:
"Dai forza, porta la mamma e Mark in cucina e reggimi il gioco, poi chiuditi in camera e quando viene lei fingi di dormire, intanto io metto a posto il letto.. per fortuna io chiudo sempre la porta a chiave alla notte quando sono in questa casa. La chiuderò e non potrà entrare. Forza al lavoro!"
"Ciao piccolo e grazie"
E lui se ne andò in salone.
Sento mia mamma non capire ma la loro voce e le camminate sempre più lontane. Questo voleva dire che il mio fratellino ce l'aveva fatta ed era il momento di andarsene. Il letto era fatto e anche i cuscini sotto le coperte, prendo la mia borsa, chiudo la mia stanza a chiave. Dopo aver infilato la chiave in borsa, corro in bagno senza far sentire i miei passi e chiudo la porta. Solo quando passo davanti allo specchio del bagno mi accorgo di non essermi arricciata i capelli, per fortuna li avevo decenti ma dovevo per forza staccare l'arricciacapelli caldo dalla presa. Devo tornare in camera.
Apro leggermente la porta per vedere dov'erano gli altri. Ok, non c'erano e quindi dovevo fare in fretta. Corro su per le scale e cerco quella dannatissima chiave della porta della mia stanza al buio nella borsa. Finalmente la trovo e dopo due giri nella serratura riesco finalmente a entrare e a staccare dalla presa l'arricciacapelli.
"Perché sei qui? Con un po' di fatica ce l'avevo fatta e tu sei ancora qui!" il sussurro di mio fratello mi fece saltare in aria.
"Se l'è bevuta la mamma?"
"Si si, ma perché sei ancora qui!"
"Dovevo spegnere l'arricciacapelli"
Mio fratello dice:
"ora sono in balcone quindi fai in fretta"
"Grazie amore" gli do un bacio sulla guancia e spengo la luce mentre lui mi segue fuori dalla porta.
"Ora vai in camera tua e dormi, domani andiamo in spiaggia abbastanza presto" dico sussurrando.
"Ok ok, comunque ottimo lavoro con il letto, sembra ci sei davvero te sotto quelle coperte, ora vado, ciao e divertiti alla festa" mi risponde sussurrando e facendomi l'occhiolino come per dire 'non sono scemo, so che stai andando ad una festa'
Io gli sorrido e dopo aver chiuso di nuovo la porta e aver messo la chiave in borsa, scendo per le scale in punta di piedi e filo velocemente in bagno chiudendo la porta.
Mi guardo l'ultima volta allo specchio e finalmente riesco a uscire di casa dalla finestra lasciandola socchiusa per poi entrare in casa dopo.
Ora sono in strada da sola, sto per arrivare a casa di David quando un ragazzo da dietro, appoggia le sue mani su i miei occhi e mi dice con una voce sensuale:
"Chi sono?"
Quella voce l'avrei riconosciuta su mille.
Era lui, finalmente lo avrei visto.
to be continued
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Pensavo l'amore non esistesse.
Teen Fiction-Sognavo questo momento da troppo tempo, ormai mi ci ero quasi abituata a vivere questo amore, meglio dire cotta da lontano, senza dare più nell'occhio. Ora era qui con me, parlava quasi intimidito, sembrava gli importasse quello che pensavo, sembra...