9-Matrimonio

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Svegliarsi in un giorno feriale o festivo che fosse, non era mai stato così facile per Sachiko e Mitsuo. Non appena i raggi del sole penetrarono attraverso le persiane della cameretta i gemelli balzarono giù dai letti, probabilmente già svegli da un bel po'.
Senza curarsi di vestirsi scesero le scale in fretta e furia diretti verso la cucina, i loro occhioni spalancati per l'adrenalina che l'emozione stava producendo.
Già pregustavano il profumo della colazione preparata amorevolmente dalla loro mamma, il sorriso dolce del papà che li accoglieva e le voci di entrambi cantare quella canzoncina che, a lungo andare, avrebbero imparato a odiare come tutte le persone normali.
-Buongiorno!- gridarono in coro i gemelli Dazai spalancando la porta della cucina aspettandosi di trovare i genitori.
Che ovviamente non c'erano.
Rimasero impalati per qualche secondo in preda alla cocente realizzazione, poi si voltarono lentamente verso il corridoio dove era situata la stanza di Mary e Dazai.
Da sbrilluccicanti e adorabili quali erano, gli occhi di Sachiko e Mitsuo mutarono repentinamente, quasi fossero stati posseduti da una forza demoniaca.
Avanzando a piccole falcate e strisciando i piedi a terra i gemelli raggiunsero la porta della camera da letto dalla quale giungeva il sonoro russare di Dazai.
Senza nemmeno scambiarsi uno sguardo d'intesa i bambini spalancarono la porta facendola sbattere contro il muro. Mary sobbalzò prendendo da sotto il letto la sua fedele mazza da baseball. La tenne in aria pronta a colpire, ma quando vide che sulla soglia vi erano Sachiko e Mitsuo si rilassò.
-Ah, siete voi- sospirò passandosi una mano sul viso. I bambini non risposero, anche se le loro espressioni parlavano chiaramente. Ancora per metà immersa nel sonno, Mary, però, non se ne accorse; piuttosto si domandò cosa ci facessero i suoi figli già in piedi alle sette e qualche minuto del mattino. Accanto a lei Dazai si mise a sedere stropicciandosi gli occhi con tutta la calma del mondo aumentando la furia cieca dei gemelli.
-Mh? Bambini cosa succede? Avete fatto un brutto sogno?- chiese reprimendo uno sbadiglio.
Se non fosse stato per la sua Abilità di annullamento, pensò Mitsuo, avrebbe attivato la propria per dargliele di santa ragione.
Sachiko, dal canto suo, non sapeva più se sperare che i genitori ricordassero da soli che giorno fosse o dirglielo e farli sentire in colpa.
Giustamente optò per la seconda opzione.
-Mamma, papà, che giorno è oggi?- chiese, infatti, incrociando le braccia al petto mentre Mitsuo batteva un piedino a terra impaziente della risposta.
-Mh venerdì?- azzardò Dazai cercando lo sguardo della moglie, la quale ricambiò la sua perplessità.
-E poi?
Tutti sapevano che due più due fa quattro, che l'acqua è bagnata e che quando i gemelli avevano quelle facce, quei toni e quegli sguardi qualcosa non andava.
Mary, alla fine, sembrò capire.
-Porca tro... Dazai- chiamò dando una gomitata al diretto interessato, -temo che ci siamo dimenticati del compleanno dei bambini...
Dazai, uomo di grande intelletto, sempre pronto a prevedere le mosse dell'avversario e a leggere le persone con uno sguardo, in quel momento si fece piccolo piccolo. Dandosi mentalmente dell'idiota per aver dimenticato una data così importante iniziò a pensare freneticamente a qualcosa da dire per tirare lui e Mary fuori dai guai.
Vedendo le espressioni spazientite e deluse, la suddetta, senza aspettare un qualche stratagemma del marito, scese dal letto andando incontro ai bambini, le braccia spalancate.
-Oh i miei angioletti. Perdonateci, a causa della stanchezza accumulata per il lavoro abbiamo completamente perso la cognizione del tempo- disse abbassandosi per abbracciarli.
-Prometto che stasera preparerò il vostro dolce preferito, per ora accettereste comunque gli auguri -e le scuse- di questi sbadati genitori?- chiese guardandoli negli occhi per poi voltarsi verso Dazai e mutando espressione in una di terrore, che nascondeva la speranza di averli acquietati almeno un po'.
Sachiko e Mitsuo sembrarono pensarci su, ma alla fine cedettero.
-Va bene, scuse e auguri accettati!- cinguettò la bambina buttandosi sul lettone, più precisamente addosso al padre, il quale l'abbracciò accarezzandole i capelli.
-Scommetto che non avete nessun regalo- ammonì Mitsuo ancora carico di delusione. Alla vista degli occhi tristi del figlioletto il cuore di Mary si strinse in una morsa dolorosa.
-E se vi raccontassimo una storia?- tentò di consolarlo sapendo quanto i gemelli amassero gli aneddoti risalenti alla "gioventù" sua e di Dazai.
E infatti Mitsuo parve rianimarsi dimenticando -almeno per un po'- il regalo mancato. Raggiunse, quindi, la sorella sul letto ed entrambi attesero trepidanti che Mary e Dazai iniziassero a narrare. La riccia, davanti al cambio d'umore del piccolo, ridacchiò alzandosi in piedi solo per sedersi ai piedi del letto. I suoi occhi incontrarono per un attimo quelli di Dazai, il quale le sorrise amorevolmente.
-Vi abbiamo mai raccontato di quando io e vostro padre abbiamo deciso di sposarci?- chiese, anche se conosceva già la risposta.
Come previsto, i gemelli scossero la testa con frenesia, le boccucce semi aperte.
Mary alzò gli occhi fingendo di dover ricordare ciò a cui stava per dar voce e sorrise al solo pensiero.
-Papà è romantico, scommetto che te lo ha chiesto inginocchiandosi davanti a tutti!- esclamò Mitsuo.
-Secondo me, invece, ha fatto una di quelle cose stravaganti, tipo chiederlo per radio o tramite lo striscione di un aereoplano!- ribatté Sachiko saltellando sul materasso.
Dazai scoppiò a ridere e finalmente prese parola.
-In realtà è andata in modo leggermente diverso.
-Già- annuì Mary, -dal momento in cui sono stata io a fargli la proposta.
Per qualche secondo ci fu il silenzio, poi Sachiko brandì un cuscino e iniziò a malmenare il padre dicendo cose come "ma che uomo sei!?" mentre Mitsuo si schiaffava una mano in faccia.
-Prima di diventare orfani di padre lasciate che vi spieghi- rise Mary, ma senza alzare un dito per aiutare il marito in difficoltà.

𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐈𝐧 𝐂𝐫𝐢𝐦𝐞 || 𝐷𝑎𝑧𝑎𝑖 𝑂𝑠𝑎𝑚𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora