10- Famiglia (pt.1)

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ce la metto tutta pur di capire come si possa
riversare l'intera anima
il sangue e l'energia
in qualcuno
senza volere
nulla in
cambio

-dovrò attendere d'esser madre-

-Rupi Kaur

Mary incrociò le braccia al petto. La valigia adagiata sul letto ricambiava il suo sguardo di sfida prendendosi gioco di lei e della sua insolita determinazione.
"Voglio proprio vedere quanto ti ci vorrà prima di arrenderti."
"Non dovresti essere così sicura di te. Se scelgo di arrendermi tu fai una brutta fine e non credo che le valigie sappiano volare."
Il dialogo immaginario scandito da botta e risposta continuò finché la donna non si decise a sciogliere le braccia e fare qualche passo indietro, dando le spalle alla torre di vestiti che spuntava dall'oggetto nemico. Si voltò, poi, prendendo un bel respiro tornando a interfacciarlo.
"Questo è il round finale."
Dalla soglia gli occhietti vispi di Sachiko e Mitsuo si erano riempiti di lacrime a furia di trattenere le risate dinnanzi allo spettacolo "mamma contro valigia". Sulla spalla di Mitsuo, il loro nuovo cricetino Momo, ottenuto come regalo di compleanno in ritardo, sgranocchiava un pezzo di mela incurante della scena.
-Io dico che vince la valigia. Ci sono troppi panni.
-Sono d'accordo. Papà dovrebbe dirglielo che tutti quei vestiti non le serviranno a molto.
-In realtà quella è proprio di papà.
-...ah.
Un tonfo riportò la loro attenzione sul campo di battaglia. Mary si era letteralmente buttata sulla valigia per chiuderla e ora stava trafficando con la cerniera mentre la camera matrimoniale si riempiva di parole poco colorite. I gemelli, a quel punto, non seppero più controllarsi e scoppiarono a ridere attirando l'attenzione della madre, decisamente poco propensa a divertirsi.
-Che fate lì impalati? Aiutatemi!
Sachiko e Mitsuo si guardarono. Mary sapeva che quando facevano così, quando si scambiavano quelle occhiate complici, stavano per dire qualcosa di dispettoso -in quel caso avrebbero detto "no" con la risata soddisfatta tipica dei bambini che credono di aver imbrogliato l'adulto, ignorando che per lei erano un libro aperto.
-No!- cinguettarono infatti. Invece di sbuffare, però, Mary continuò a guardarli ritrovandosi a sorridere e a bearsi dei tratti infantili delle miniature sue e di Dazai, orgogliosa di loro come la prima volta che ne aveva tenuto in braccio i corpicini intirizziti dall'aria fredda, tremanti a furia di piangere per il trauma di essere stati strappati via dal ventre materno. Le venne voglia di abbracciarli, di stringerli forte contro la sua pancia e accarezzare le loro testoline rievocando i tempi in cui si accarezzava il rigonfiamento immaginando che fossero le loro schiene, i loro piedini, le manine, le guance, sognando il giorno in cui avrebbe potuto farlo senza l'ostacolo della propria carne. Era così strano, si disse, quel repentino cambiamento in lei; quando era più giovane era solita provare un insolito, a detta degli altri, ribrezzo alla sola idea di contenere un essere vivente nella pancia. Le faceva storcere il naso, provare una sensazione scomoda. Non riusciva a vedere se stessa come una madre. E poi? Poi cosa era successo?
-Mamma, che ti prende?
-Guarda che stavamo scherzando, se vuoi ti aiutiamo.
Quando Mitsuo le sfiorò un braccio Mary si rese conto che gli occhi le si erano inumiditi.
Scese, allora, dalla valigia ormai dimenticata e si accovacciò davanti ai figli intrappolandoli in un abbraccio facendo attenzione al piccolo Momo.
Era successo l'amore, ovvio. Dazai era entrato nella sua vita inaspettatamente, rendendola migliore nel modo più semplice che potesse esserci. Amandola e credendo in lei, senza lasciarla mai. Tutto ciò che provava per lui, tutto ciò che lui era per lei era culminato in quei bellissimi angeli -anche se talvolta era difficile definirli tali...- che ora stringeva a sé con tutta la dolcezza del mondo. Nel momento in cui aveva guardato negli occhi del detective in lei era avvenuta una metamorfosi: prima la vita che riprendeva colore, poi il ripensamento circa l'idea del matrimonio e infine la gravidanza. "Le solite e banali storie d'amore", direbbe qualcuno. "La vita che ho sempre desiderato." pensava Mary, che non credeva di poter effettivamente desiderare una vita del genere.
In tutto ciò i gemelli non sapevano cosa dire. La mamma aveva un temperamento sui generis, tutti i loro zii, acquisiti e non, non facevano che ripeterlo sebbene per loro, i quali erano nati da quel sangue irrequieto, fosse del tutto normale. Eppure quasi si spaventarono nel vedere gli occhi scuri della donna schiarirsi per il riverbero della luce infranta su quelle lacrime solitarie.
-Mamma, ti senti poco bene?- chiese Mitsuo liberandosi piano dalla stretta materna. Scambiò uno sguardo con Sachiko, capendo immediatamente di aver avuto lo stesso timore, ma prima che potesse aggiungere altro Mary si alzò in piedi.
-Sapete cosa? Al diavolo la valigia, dov'è vostro padre?
E detto ciò si incamminò fuori dalla stanza alla ricerca del marito, impaziente di buttargli le braccia attorno al collo. Al suo seguito vi erano i gemelli ancora disorientati da quell'altalena di emozioni.
-Mamma, aspetta!
-Papà è a lavoro!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09, 2022 ⏰

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𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐈𝐧 𝐂𝐫𝐢𝐦𝐞 || 𝐷𝑎𝑧𝑎𝑖 𝑂𝑠𝑎𝑚𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora