Capitolo 4.

449 5 2
                                    

Finalmente la settimana si è conclusa e sto ritornando a casa. Sono davvero stanca e non vedo l'ora di bearmi della pace dentro la mia camera.

Scendo dal pullman e attraversando la strada noto la presenza di una Ducati nera e di una Jeep grigio metallizzato vicino alla Maserati bianca opaca di mio padre.
Si è strano lo so, ma me ne intendo di motori. Da piccola andavo sempre con mio padre a scegliere la sua macchina, che giustamente per lui era giusto cambiare ogni due anni.
Ma aspetta..

Oh cazzo.

Mi sono completamente dimenticata che la compagna di mio padre e suo figlio vivono in casa con noi, beh più che noi con lui. Essendo che non passo chissà quanto tempo in quella casa, e che purtroppo dovrò incontrarli.

Credo proprio che la mia pace sia terminata. O meglio, che non inizierà mai.

«Piccola mia, quanto mi sei mancata!» mio padre si avvicina a me stringendomi come se non mi vedesse da secoli.

«Esagerato, non mi vedi da neanche una settimana» rido cercando di liberarmi dall'abbraccio.

Mi puzza questa troppa dolcezza.

«A me è sembrata un'eternità» mi da un bacio sulla fronte. «Vieni voglio presentarti Samantha»

Come non detto.

Ci dirigiamo verso la cucina dove mi ritrovo davanti una bella donna sulla quarantina, che mi guarda come se avesse visto la madonna. Ha i capelli e gli occhi castani, è vestita come la classica "sono la fidanzata di un milionario" ma ammetto che ha un bel fisico. Si avvicina a me e mi porge la mano con un sorriso.

«Che piacere incontrarti Alexandra, tuo padre mi ha parlato molto di te!» ricambio il la stretta di mano sorridendo. «Piacere mio» ecco le solite frasi si dicono solo per far bella figura.

Del figlio ancora non c'è traccia, magari è uscito, speriamo non ritorni più. Ma purtroppo sembra che Samantha mi legga nel pensiero e senza che io possa aprir bocca risponde alla mia domanda.

«Mio figlio Kyle si sta lavando, credo che anche lui avrà il piacere di conoscerti e sicuramente rimarrà incantato dalla tua bellezza» Ma che razza di nome è Kyle? E poi, sbaglio o sta cercando di tenermi buona?

«Grazie mille, se non le dà fastidio andrei nella mia camera.» la liquido, non voglio passar molto tempo insieme a lei, tantomeno col figlio.

«Non darmi del lei non sono ancora così vecchia, e comunque certo che puoi, sarai stanchissima» mio padre le si avvicina cingendole un braccio sul fianco sorridendomi «Ti chiameremo quando la cena sarà pronta.»

«Sissignore» e mi dileguo da quell'imbarazzo assurdo che stava per crearsi.

Socchiudo la porta, e mi butto sul letto.
La mia dolce camera, il mio caro letto, i miei magnifici libri.. ed una presenza maschile a petto nudo che si è appena intravista passare nel corridoio.

Ma si può andare in giro per casa con solamente un asciugamano in vita? Per di più se non è casa tua.

Credo che purtroppo l'ho pensato a voce troppo alta, essendo che improvvisamente i suoi passi si sono fermati proprio dietro alla mia porta. Non ho intenzione di scoprire quale essere montato si nasconde dietro quella barriera di legno che ci divide. Ma prima o poi, sfortunatamente dovrò pur vederlo.
Bussa alla porta.

Oh che caro, cerca di fare l'educato.

«Se vuoi entrare in questa camera devi prima vest..» non faccio in tempo a finire la frase che apre la porta. Come non detto, la sua educazione è già terminata.

Complicated LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora