•Capitolo I•

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Era il 27 Aprile, esattamente due mesi e ventuno giorni dalla mia rottura con Matt.
Pensavo costantemente a lui, ma in quell'ultimo periodo lo facevo un po' meno, forse grazie allo studio o ai miei amici o forse perché lui era all'Università e abitava a mille mila kilometri da me.
Ma questo poco importava, per la prima volta in quasi 3 mesi, riuscivo finalmente a immaginarmi un futuro senza pianti e senza rimorsi, forse stavo per vedere la cosiddetta "luce infondo al tunnel".
<Povera illusa>
E mentre fantasticavo su un domani felice e spensierato, mi dimenticai completamente che ero in mega ritardo per la scuola e se non fossi stata puntale nemmeno sta volta mi avrebbero mandato dalla preside e non poteva accadere di nuovo.
Vado in cucina e li vidi mamma e Sally fare colazione; mi ricordo che mi soffermai a guardare mia sorella e a quanto bella si stesse facendo, ho paura che lei potrà soffrire come me e non se lo merita, è una bambina unica, speciale.
Diedi un bacio ad entrambe e scappai fuori dove c'era Micol, con la sua berlina nuova di zecca, ad aspettarmi da più di mezz'ora.

Micol: Alla buon ora!
Gin: Tesoro scusami, ma oggi è una      bellissima giornata e niente potrà rovinarmela!
Micol: Ah. Beh allora non penso che ti farà piacere sentire ciò che ho da dirti.
Gin: Stai tranquilla, puoi dirmi tutto ma non riuscirai mai a cambiare il mio umore.
Micol: Va bene, ehm, ecco ahahah fa molto ridere ehm ti ricordi Matt? Sai il tuo ex..

Era da molto tempo che non sentivo il nome di Matt pronunciato da Micol, mi si era fermato il cuore per 1 secondo credo, ma non dovevo bagnarmi prima che piovesse, perciò feci cenno a Micol di continuare a parlare.

Micol:Non so come dirtelo quindi penso che lo farò e basta... Lui é qui, è tornato e le voci che ci sono in giro dicono che non partirà più. Ma questo non ti fa ne caldo e né freddo giusto?

Eccola qua, era ritornata quella maledetta ansia, beh insieme a quel maledetto Matt con l'unica differenza che lei non mi mancava affatto. Sentivo tutto lo zoo nello stomaco e la testa incominció a girarmi sempre di più, sempre di più, sempre di più...

Micol: Ginevra? Ginevra? Oh ma stai bene?
Gin: Si sto bene, è solo che... Beh hai capito non me lo aspettavo, ormai mi ero abituata a non vederlo più, e se lo vedo? Come dovrei reagire?
Micol: Come ti ho sempre insegnato io, con la più totale indifferenza, ignorandolo e facendolo ingelosire.
Gin: ahahah sei sempre la solita
Micol: ehi! Almeno ti faccio ridere

Ed era vero, Micol non era molto brava a darmi consigli o a dirmi parole belle e dolci, ma era l'unica in grado di farmi ridere e in quel momento ne avevo proprio bisogno.
Arrivammo al parcheggio della scuola, e dopo mille manovre riuscimmo a posteggiare la macchina e raggiungere le nostre amiche che ci stavano aspettando davanti l'ingresso.

Jade: Ragazze vi sbrigate? La campana sta per suonare e, a prima ora, ho compito di informatica e non ho studiato nulla.
Gin: Ma come, tu che non studi? E cosa è successo? Forse dovrei preoccuparmi.
Sveva: ahaha si forse si. Hai sentito la notizia di Matt?
Gin: Si e scusami non ne voglio più parlare. Ormai è una storia chiusa

Le mie amiche rimasero stupite dalle mie parole, non avevo mai detto nulla di simile. Forse qualcosa stava cambiando, forse davvero sarei riuscita a dimenticarlo pensavo di essere sulla retta via.
Arrivammo a scuola ed entrammo in aula, tutti i miei compagni di girarono verso di me e incominciarono a bisbigliare e a lanciarsi occhiatine.

Gin: Beh? Che avete tutti da guardare? Forza uscite le palle e ditemelo in faccia qual è il vostro problema
Prof: Ginevra! Ma che linguaggio è questo? Forza vai dalla preside ci penserà lei a te

Non me n'ero completamente accorta che la prof era in classe, ma poco mi importava, era la 4ª volta del mese che andavo a trovare la preside, altre tre volte e saremmo diventate amiche.
Arrivata davanti il suo ufficio la segretaria mi disse che era occupata e che avrei dovuto aspettare fuori, è così feci.
Mentre aspettavo, cercando di capire quale scusa utilizzare per giustificare il mio comportamento, sento un urlo provenire da dietro la porta della preside. Mi alzai di botto e aprii leggermente e silenziosamente la porta e ciò che vidi mi fece quasi svenire.
C'era Matt, bello come non mai, con quei suoi armoniosi capelli castani e quegli enormi occhi color cioccolato dopo per anni io affogai.
Ma cosa ci faceva qui Matt?
Aprii poco poco la porta e vidi i suoi genitori è una ragazzina di 14/15 anni.
Non riuscivo a capire chi diavolo fosse quella, mi feci mille complessi per poi giungere alla conclusione che quella fosse la sua nuova ragazza.
Mi appoggiai al muro, il mio respiro si feceva sempre più affannoso, stavo per avere un attacco di panico ma ormai avevo imparato a controllarli.
Mente cercavo di tranquillizzarmi, sentii la porta aprirsi e vidi Matt uscire, era molto arrabbiata.
Io feci finta di non vederlo e iniziai a guardare il pavimento.
Matt: Ginevra! O mio Dio ciao come stai?

No, non era la mia immaginazione, era proprio lui. Mi stava realmente parlando, aspettai questo momento da così tanto tempo e mi ero preparata per bene, sapevo cosa dirgli, sapevo cosa fare.
Ma purtroppo mi feci prendere dall'ansia e scappai via, lasciandolo immobile ad osservarmi andar via.
Sapete? Era proprio la scena di quando lui lasciò me, solo che questa volta quella a scappare ero io.

Ciaoo ragazzi !
Questo era il primo capitolo di questo romanzo. Come vi è sembrato?
Avete consigli da darmi?
Pensate che la lunghezza del capitolo sia giusta o troppo lunga?
Fatemi sapere scrivendo un commento, sarò felice di rispondere a tutti🎈
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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 03, 2018 ⏰

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