Capitolo 1. Un triste inizio.

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Era sera. Ormai la città era sommersa dall'acqua piovana. Sembrava che uno Tsunami sarebbe arrivato da un momento all'altro. O forse era già arrivato? La pioggia battente cadeva senza sosta sulla città, e sembrava non voler cessare neanche un secondo. Le madri richiamavano i loro figli, ordinandogli di entrare subito in casa. Altre donne invece si sbrigavano a mettere dentro la biancheria, prima che facesse un secondo bagno. Un uomo, fermo sul marciapiede, protetto dal suo amato ombrello, attendeva impaziente sotto la pioggia che il semaforo che era dal lato opposto della strada facesse finalmente la luce verde. Ed è proprio in quel terribile, ma normale giorno di temporale, che cominciò una storia. Una storia diversa dalle altre. Una storia che è diversa da come ce la si aspetta. Una storia che può essere compresa solo da chi ha un cuore. Nel prato di un parco, che profumava di erba bagnata, c'era una panca, e sotto la panca c'era una cucciola di cane tutta fradicia, che si era rifugiata sotto la panca dalla pioggia, che cadeva incessantemente sulla città. La cucciola era un incrocio. Molto probabilmente era un incrocio tra un Labrador Retriever e tra una Golden Retriever. Il suo manto semi-lungo era di un dorato splendente, e la luce si rifletteva sui peli bagnati. Gli occhi profondi erano scuri e marroni. Erano così misteriosi, sembravano nascondere chissà quale mistero, che si sarebbe visto solo da chi riusciva a guardare oltre a quei normali occhi.

La cagnolina si scrollò, per liberarsi dall'acqua che le era addosso. Dopodiché si sdraiò. Il suo sguardo era malinconico. Era stata appena abbandonata da un uomo, che era il padrone dei suoi genitori, perché lei era stata l'unica della cucciolata a non essere stata adottata. E dato che l'uomo non voleva ucciderla, semplicemente l'abbondonò. La cagnolina stette per un po' di tempo seduta a guardare il cielo coperto dalle nuvole. Poi, tutto ad un tratto, si alzò di scatto. Si sentiva osservata. Guardò attentamente intorno a sé. Ma non vide nessuno. Annusò, ma la pioggia confondeva gli odori e non riusciva quindi a capire di che cosa si trattasse. Ma mise lo stesso i cinque sensi all'erta. La strana sensazione permase. Infatti lì vicino, dietro a un cespuglio per nascondersi, c'erano a spiarla una coppia di Accalappiacani con i loro due Dobermann. Avevano seguito di nascosto la cagnolina per ben due ore. La volevano catturare, ma non subito. Dovevano aspettare l'occasione giusta per tenderle un'imboscata. E quella occasione la trovarono a dir poco ottima. Tenevano buoni i loro cani. Aspettarono ancora qualche secondo. Poi fecero il cenno di attaccare. La cagnolina sobbalzò vedendo i due Dobermann sbucare all'improvviso dal cespuglio. Per un attimo rimase impassibile. Poi, vedendo i due Accalappiacani, scappò via spaventata. I due uomini e i loro cani la inseguirono. Non potevano lasciarsela scappare! La cagnolina corse per vie e vie col tutto il fiato che aveva in gola, inseguita dai quattro.

Entrò nella città. La tempesta cominciava a essere abbastanza forte. A un certo punto, la cagnolina si trovò davanti a un vicolo cieco. Si guardò intorno. Come poteva uscirne? Dietro di lei c'erano gli Accalappiacani con i loro cani, dai lati c'erano invece i palazzi e lei di certo non poteva entrarci, e davanti c'era il vicolo cieco, un muro troppo alto per saltarci sopra. La cagnolina, rassegnata tanto quanto spaventata, si fermò e si voltò verso i suoi inseguitori. Sarebbe finita così? Sarebbe stata alla fine catturata dagli Accalappiacani? Un lampo sfrecciò nel cielo e illuminò la sua faccia terrorizzata e quello che sembrava il ghigno dei due uomini. Quando ormai ogni sua speranza si era spenta, quando stava per essere catturata, sbucò all'improvviso una coppia di Siberian Husky, che ringhiava contro i Dobermann, mentre loro ricambiavano. Ci fu un'attimo di silenzio. La coppia di Husky guardò con sguardo ardente i due Dobermann, e viceversa. Poi i due uomini fecero cenno ai loro due cani di attaccare i due intrusi. E così cominciò una cruente lotta. - Scappa! - fecero in tempo a dire i due Husky. La cagnolina non ci pensò su due volte, che corse come una freccia con la poca energia rimasta. Per non essere presa da uno degli Accalappiacani, gli passò in mezzo alle gambe. Mentre correva poco più lontana, fu sorpresa da una voce che la chiamava dalla cavità di un muro. - Forza! Vieni qui! Fai presto! - sussurrò la voce. La cagnolina entrò nella cavità e vide che chi la chiamava era nientemeno che il cucciolo dei due Husky. I due cuccioli rimasero rannicchiati uno vicino all'altra per tenersi al caldo, sentendo i rumori della terribile battaglia. I due Husky continuarono a lottare e uno dei due fece un profondo taglio sull'occhio a uno dei due Dobermann, con una violenta zampata sulla faccia.

A porre fine alla lotta era uno dei due Accalappiacani, che disse all'altro che era ora di entrare in gioco. E così i due uomini caricarono due pistole e presero bene la mira. Aspettarono ancora qualche secondo, e poi fecero fuoco. Un silenzio inquietante invase quella zona. Gli Accalappiacani lasciarono i cadaveri dei due Husky che avevano appena ucciso, seguiti dai loro Dobermann, che zoppicavano a causa di qualche ferita. Intanto i due cuccioli, vedendo i quattro andarsene, uscirono allo scoperto e videro i due Husky stesi per terra, ormai privi di vita. Avevano l'aria morente, e i loro corpi erano inzuppati in lago del loro stesso sangue. Il cucciolo di Husky non riuscì a trattenere le lacrime. - M-mamma? P-papà? - disse con un filo di voce. Guardò ancora una volta con orrore i cadaveri dei suoi genitori, e si disperò. - Mamma! Papà! Vi prego, non ditemi che siete morti. Mamma!! Papà!! - urlò il piccolo Husky. Ma niente. Era tutto fiato sprecato. Ormai non c'erano più, e quando se ne rese conto non parlo. Pianse solamente. La cagnolina era molto dispiaciuta per lui e lo guardò con pena. I due cuccioli rimasero sotto la pioggia per lungo tempo. Poi il cucciolo di Husky svenne dal sonno. La cagnolina non si allarmò troppo, finché non notò una sagoma nell'ombra. Era una sagoma canina. Per un po' si guardarono, in silenzio. Poi la creatura lanciò uno sguardo verso i due cadaveri. Dopodiché si voltò verso la cagnolina, e chiese:- Siete soli, per caso? -. La cagnolina annuì. La creatura allora disse:- Vieni con me. Porterò io il tuo amico. -. Detto questo prese il cucciolo di Husky per la collottola e andò via, seguito dalla cagnolina.

Il Mostro è mio Amico. Smile Dog Fanfic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora