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Chiese a Minho dove si situava il camposcuola. Ed in meno di un secondo l'asiatico rispose, dicendogli la via.

Arrivato davanti al campo chiamò il suo amico per chiedergli dove si trovava. Anche ora la risposta alla sua domanda arrivo quasi immediatamente. Il punto di ritrovo era la buca del salto in lungo. Entrò all'interno della pista per trovare traccia del suo amico.
Quando si era dato per vinto, sentì una voce urlare il suo nome, girò la testa di scatto per vedere da dove veniva quel urlo stridulo. Era provenienti dal suo amico asiatico, che si stava sbracciando il più possibile per far attirare l'attenzione di Thomas su di lui. Il moro sorrise di istinto.

"Salve..." disse Thomas quando arrivo davanti all'altri ragazzi. Erano solo maschi.
"Ecco il nuovo pivello." Disse Minho "si chiama Thomas."
Dalla massa di ragazzi ne venne fuori uno di carnagione scura.
"Piacere Thomas, io mi chiamo Alby ed alleno questa massa di teste di caspio." A Thomas gli spuntò un sorriso.
Incominciarono a correre, Thomas si si trovava nel gruppo dei più veloci. Ma nel mentre si accorse di un ragazzo che stava isolato da solo. Era l'unico rimasto a sedere per fare lo stretching.
"Minho, chi è lui? E perché non si allena con noi?" Chiese il moro.
"Il biondino seduto per terra?" Domando Minho per avere conferma dei suoi pensieri.
"Sì" disse Thomas confermando i pensieri di Minho.
"Lui è Newt..." rispose alla prima domanda, ma no alla seconda.

Finiti i quattro giri del campo, tornarono nel punto del ritrovo per continuare l'allenamento.
"Forza pezzi di sploff, fate il riscaldamento, seguite Newt." A parlare fu Alby.
"Okay..." disse il biondo incamminandosi davanti all'altri ragazzi. Si mise a terra e incominciarono.
Thomas rimase tutto il tempo con gli occhi puntati su Newt. Quando lo sguardo del ragazzo ricadeva sul moro. Thomas buttava giù il capo, come in segno di vergogna.

L'allenamento finì molto velocemente. Ritornò a casa, prese il telefono e vide un messaggio inviato da un numero sconosciuto.
"Ciao Tommy, sono Newt." Nel leggere quelle parole Thomas arrossì, "Tommy? Nessuno mi chiama così... e poi come ha fatto ad avere il mio numero?" Si chiese mentalmente Thomas.
"Hai lasciato al campo la tua felpa."
"Già giusto... me la potresti portare domani all'allenamento?" Scrisse il moro velocemente su suo telefono. Per poi aspettare la risposta del biondo.

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