9 - I can('t) scream, I can('t) fight, I can('t) go, I can('t) stay

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Cosa fai quando hai paura? 
Ti blocchi o scappi? 

Ecco cosa sento. Puro e aberrante gelo. E sono bloccata. 

Il volto di Dylan si disperde nella folla mentre l'orda di persone, totalmente alienato dalla realtà, si dimena inghiottendolo. Butto giù l'ennesimo nodo in gola e tutto attorno a me improvvisamente inizia a girare, vorticando incessantemente facendomi venire la nausea. 

Ma non per l'alcol ingurgitato o per l'aria avvizzita che mi sta entrando nei polmoni. 
Il motivo è totalmente diverso. 
Tutto inizia a sembrarmi decisamente troppo da sopportare: la musica alta, gli schiamazzi, il calore dei corpi, le luci. E quella sensazione di avere gli occhi puntanti addosso. È come se i miei sensi fossero sovraccaricati e ipersensibili, pizzicati a destra e sinistra da tante piccole dita che mi danzando attorno, e non so più dove posare il mio sguardo e a cosa prestare più attenzione. 

Le pareti si abbassano e restringono attorno a me bloccandomi sul posto, e tutto inizia a starmi troppo stretto, i vestiti che indosso mi stanno incatenando e persino la mia stessa pelle mi sta soffocando. 

Piccole gocce di sudore imperlano le mie tempie e l'attaccatura dei capelli, e vorrei soltanto uscire da qui e prendere dell'aria fresca, ma so che se lo facessi correrei il rischio di rivederlo di nuovo, e non so cosa potrebbe accadere se mi dovessi trovare da sola con lui. Così opto per andare in bagno, mentre tutto il mio corpo inizia lentamente a tremare. 

Ho bisogno di una pausa. 

L'occlusione ai polmoni mi impedisce quasi di respirare. 

Cosa fai quando hai paura?
Affronti o scappi? 

E il mio istinto di sopravvivenza si fa sentire. 
Scappa, Sofia. 
Scappa. 

Avverto Paul che mi sto allontanando e lui mi osserva, facendo vagare i suoi occhi sul mio volto. «Dolcezza stai bene?» urla nel mio orecchio notando che c'è qualcosa che non va, ma io annuisco, non volendo assolutamente diventare un peso e rovinare l'umore generale della serata. 

Così forzo un sorriso ma ne esce una terribile smorfia e ho la vista leggermente offuscata. «Si, ho solo caldo. Vado a rinfrescarmi» mi trema la voce, mentre la nausea cresce, e ovviamente capta la mia bugia. 

Aria. Mi servono aria e silenzio. 

Lui fa per poggiarmi il palmo della mano sulla spalla ma con un movimento veloce del braccio la ruoto e lui ritira il suo braccio per poi inclinare il capo, aggrottando le sopracciglia e cercando di capire. Il contatto fisico, al momento, mi farebbe sentire ancora più violata. 

𝐓𝐇𝐄 𝐑𝐄𝐃 𝐋𝐈𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora