Un cigolio della porta annunciò l'arrivo di Peter. Mi voltai subito e mi sfuggì un sorriso, era così elegante, così perfetto, così a suo agio in un mondo che io proprio non riuscivo a comprendere. Socchiuse la porta, silenzioso e agile come un gatto, quindi fece qualche passo avanti e scrutò anche lui la casetta.
-Un gioco che si preannuncia interessante- mormorò.
Lara non rispose, ma iniziò a distribuire dei fogli di carta bianca e delle penne uno per posto.
-Starai vicino a me, vero Peter?- chiese Ambra, facendo luccicare i suoi piccoli occhi.
-Mi siederò dove il gioco necessita che mi sieda- rispose lui, sorridendole e non togliendole così la speranza. Cosa ci trovava in Ambra? Non vedeva che era solo una bambina? Nulla di più che una bambina. E allora perché insisteva a darle speranza?
-Speriamo allora di sederci vicini- rispose lei facendogli l'occhiolino.
Un attimo dopo arrivò Mary, con il suo bel vestito rosso. Non assomigliava per nulla alle gemelle e questa mancata somiglianza aveva fatto sorgere dei sospetti, c'era infatti chi diceva che la madre poco prima di scoprire di essere incinta, aveva dei comportamenti poco consoni.
-Quando iniziamo?- urlò.
-Quando ci siamo tutti- rispose Lara, lo sguardo fissò sulla porta –sai dov'è nostra sorella?-
-Penso che sia riuscita a stare un po' sola con George, lui ha detto a tutti che faceva una passeggiata con Peter e così è potuto salire di sopra con Sarah –
Mary pareva non aver compreso la gravità di ciò che aveva detto, infatti corse a sedersi e a causa della sua bassa statura le gambe restavano a penzoloni. –Che bella casetta-
-Non toccarla, altrimenti non puoi giocare- disse Ambra, muovendo il dito indice come una maestrina che cerca d'insegnare qualcosa ad un'allieva disubbidiente.
Mary fece il broncio. –Spero almeno che si tratti di un bel gioco-
-Lo sarà sicuramente- disse Lara, voltandosi completamente.
Dovemmo aspettare ancora un po' prima che la coppia di fidanzati arrivasse. Arrivarono uno di fianco all'altra, il braccio di lui intorno alle spalle di lei. Patetico. Lara non si voltò neppure a salutarli. Notai che tremava leggermente.
-Eccoci qua...ovviamente Peter sono stato con te finora- disse George sorridendo. Aveva dei perfetti denti bianchi ed una chioma di capelli biondi.
Peter parve non essere molto felice di diventare complice di quella storia, ma non lo contraddisse. Solidarietà maschile forse.
Sarah aveva le guance color porpora.
-Perché ci sono otto posti?- chiese George, fissando il tavolo –Non siamo in sette a giocare?-
-Fa parte del gioco- rispose Lara, evitando il suo sguardo –quando vi sarete seduti vi dirò quali sono le regole-
Prendemmo posto in modo casuale. Io mi accomodai tra Peter e Sarah. Da quel punto l'impressione che ci fosse una luce all'interno della casetta era ancora più forte.
Lara restò in piedi, immobile, come una statua. –Il gioco che sto per spiegarvi ha delle regole molto particolari che voi dovrete rispettare se volete sopravvivere-
L'aria parve gelarsi.
-Addirittura sopravvivere? Non pensi di esagerare?- chiese Peter, sforzandosi di ridacchiare.
Lara lo ignorò. –Ognuno di noi ha un foglio davanti, bene, dividetelo in due parti, su una di esse dovete scrivere il vostro nome, sull'altra il vostro più grande desiderio, se tutto andrà bene si realizzerà-
Un desiderio?
-In seguito dovrete posizionare ogni nome in una stanza della casetta, non due nomi nella stessa stanza-
-Io e George non possiamo giocare come un unico concorrente?- chiese Sarah.
-Allora anche io e Peter- urlò Ambra.
Inspirai a fondo per contenere la rabbia. Parlava come se lei e Peter fossero già una cosa sola!
-Non si gioca a coppie- rispose Lara.
Il silenzio calò nuovamente nella stanza.
-Questa è una delle regole del gioco, si gioca da soli- sospirò –partiremo insieme e dovremo affrontare una prova per stanza, alcuni potranno essere eliminati, la prova riguarderà qualcosa della vita della persona che ha posizionato lì il suo nome, l'obiettivo è arrivare in soffitta, battere tre volte con la mano contro la finestra e urlare che il gioco è finito, solo così il suo desiderio potrà finalmente realizzarsi-
-Non sembra complicato- disse George.
-Dovrete fare tutto ciò prima che l'Ombra vi raggiunga-
- Cos'è l'Ombra?- chiese Mary.
-L'antagonista del gioco- rispose Lara –l'Ombra vi seguirà e farà di tutto affinché voi perdiate, l'unico modo per sconfiggerla è riuscire ad arrivare in soffitta prima di lei-
La convinzione con cui Lara parlava di questa misteriosa creatura mi mise i brividi. Ovviamente non credevo che fosse vera, in fondo si trattava solamente di un gioco da tavola, ma non potevo non rabbrividire un po' al pensiero che ci fosse qualcosa di strano in quella storia.
-Un'ultima cosa, quest'anno si tratta di un gioco particolare perché si deve giocare da soli, ma le istruzioni dicono che l'unico modo per vincere è restare uniti-
-Uniti? Ma noi siamo sempre uniti- esclamò Ambra.
Parlava proprio lei che faceva di tutto pur di vincere sempre?
-Lo spero- disse Lara, quindi sorrise –Siete pronti a giocare?-
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Il gioco di Natale
Horror(COMPLETA) Londra, 1899. I giovani della famiglia Sullivar hanno una tradizione: la vigilia di ogni Natale si dilettano in un gioco. Quest'anno però Lara propone un gioco nuovo, acquistato in un piccolo e misterioso negozietto, l'obiettivo è percorr...