-La caviglia mi fa molto male- mormorò Ambra, seduta a terra.
-Fammi vedere- dissi, inginocchiandomi davanti a lei.
Ambra si sollevò il vestito. Potei vedere diversi piccoli segni di morsi. I topi l'avevano morsa in più punti e le ferite erano profonde e rosse...troppo rosse, inoltre da alcune usciva un liquido biancastro.
-No, no, spero di non essermi presa una malattia-
Alzai di scatto la testa, colpita da un pensiero improvviso. –Hai paura dei topi o che ti attacchino una malattia?-
-Entrambi-
Io e Peter ci guardammo, lo sguardo che ci scambiavamo da ragazzini quando giocavamo insieme e dovevamo prendere qualche decisione importante.
-Dobbiamo portarla fuori- disse Lara –il prima possibile-
Era la soluzione migliore. –Vieni- dissi, cercando di aiutarla a sollevarsi.
-Non riesco ad alzarmi, mi fa troppo male-
Non potevamo certamente portarla in braccio.
-Vieni- disse Lara, cingendola con un braccio. Con un po' di fatica riuscimmo a sollevarla.
-La prossima è la mia stanza- mormorò Lara.
-Di cosa hai paura?- chiese Peter.
-Delle bambole- mormorò Lara dopo un attimo di esitazione –lo so che sembra sciocco, ma il loro essere così immobili...mi mette i brividi-
Peter scoppiò a ridere. –Bambole? Quelle sì che saranno semplici da sconfiggere, finalmente una paura che mi piace-
-Non scherzare, Peter, finora le cose non sono andate per nulla bene- disse Lara.
-Io...non mi sento bene- esclamò Ambra.
-Cerca di resistere- le dissi –non manca ancora molto-
-Sto male- borbottò lei.
-Pazienza, Ambra- mormorai.
-Ora dobbiamo andare nella prossima stanza- disse Peter –e sperare che vada tutto bene-
Ero stata diverse volte nella stanza che le gemelle condividevano. Era enorme, con due letti a baldacchino e due grandi bauli pieni di vestiti provenienti da tutto il mondo. Le gemelle adoravano scambiarseli, anche se apparentemente era identici.
Ora quella stanza, che era sempre stata molto bella, era spettrale. Ragnatele comparivano ovunque, anche sui piccoli pacchetti natalizi che decoravano i letti. Lara tremava visibilmente.
-Tengo io Ambra, non preoccuparti- le dissi.
Lara annuì e avanzò di qualche passo. Tutto era avvolto in un tremendo silenzio. Peter, il corrimano sempre tra le mani, si guardava in giro. E poi qualcuno mi spinse da dietro ed io caddi in avanti, aggrappandomi a Peter per non finire a terra. Al mio fianco Ambra si accasciò al suolo. Voltai la testa e vidi una bambola di porcellana dagli occhi rossi con qualcosa di simile al sangue che le colava lungo gli angoli della bocca. Indossava lo stesso vestito di Lara e aveva la sua stessa pettinatura, sembrava la sua copia.
-Buon Natale!- si mise a urlare la bambola, con voce meccanica.
Lara si lanciò verso la porta d'uscita, nella speranza di aprirla, ma un'altra bambola, identica all'altra, l'afferrò per la vita.
-Non ti ricordi di noi, Lara?- le chiese –Giocavamo insieme da piccole, eravamo tanto amiche, ma poi ci hai chiuse in un vecchio baule e ci hai gettato via, noi, le tue uniche vere amiche, neppure la tua gemella ti amava come ti amavamo noi-
-Lasciami, lasciami-
E altre bambole stavano arrivando. Mi gettai a prendere Lara, mentre Ambra strisciava verso di noi. Peter colpì la prima bambola che andò in mille pezzi.
-Eravamo tanto amiche- cantilenavano le bambole.
-No, no- urlò Lara.
Io la tirai a me con tutte le mie forze, ma la presa delle bambole era salda...poi una di loro si gettò su Lara e le strappò il vestito. Peter la mandò in mille pezzi, ma immediatamente un'altra ne prese il posto e morse con rabbia mia cugina sul braccio staccandole un pezzo di pelle. Osservai con orrore il sangue schizzare ovunque. E presto una decina di bambole le furono addosso e più Peter le colpiva, più queste parevano continuare a moltiplicarsi. Alla fine Lara smise di urlare, mentre il sangue copriva il tappetto come un piccolo lago.
-Non possiamo più fare nulla per lei- mi sussurrò Peter, tirandomi indietro e spingendomi verso l'uscita.
-E Ambra?-
-Tu esci, penso io a lei-
Gli ubbidii, completamente sconvolta. Il mio abito era macchiato di sangue, così come le mie mani. Mi appoggiai al muro, bisognosa di un sostegno per non cadere a terra. Mi trovavo in un piccolo corridoio. Dalla stanza vicina arrivarono delle urla: Ambra. Un attimo dopo uscì Peter, coperto di sangue.
-Non ci sono riuscito- mormorò.
Io lo strinsi a me, un gesto spontaneo, ma solo quando appoggiai la mia fronte contro la sua spalla compresi quanto avessi desiderato farlo.
-Andrà tutto bene- mi sussurrò lui, ma la sua voce suonava falsa. Sapevamo entrambi che non poteva andare bene, non poteva assolutamente, quel gioco sarebbe finito male, molto male.
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Il gioco di Natale
Terror(COMPLETA) Londra, 1899. I giovani della famiglia Sullivar hanno una tradizione: la vigilia di ogni Natale si dilettano in un gioco. Quest'anno però Lara propone un gioco nuovo, acquistato in un piccolo e misterioso negozietto, l'obiettivo è percorr...