-Celeste tu sai chi è vero?-Le parole del piccolo interrupero il racconto facendo tornare Celeste alla realtà
-Si ma se te lo dico adesso ti perdi un sacco di eventi-
Il piccolo Paolo si zitti e si rannicchio sotto la copertina in segno di "pace"
-Allora dov'ero arrivata?! Ah! si beh.....
.....Viola era tornata a casa con un gran mal di testa non aveva visto più Jim dopo la scuola e non poteva negare di essere un po preoccupata ma non volevo darlo a vedere soprattutto per non far preoccupare Julie. Mise la chiave nella toppa della porta ed entrò, in casa c'era odore di stufato e patate al forno, adorava quel odore, la faceva ritornare bambina..
-Tesoro, vieni sono in cucina-
Viola andò verso la cucina e si fermo sulla soglia della porta, Julie aveva indossò i suoi soliti jeans scoloriti e una delle camice di suo marito a quadrettoni verde
-Com'è andata la giornata?-Chiese la zia con un gran sorriso in volto
-Bene-Rispose Viola in tono poco convincente e senza guardarla in viso
-Io vado a farmi una doccia-
-Fai presto fra poco sarà pronta la cena-
Viola annuì e salì in camera sua
La cena era stata perfetta come sempre da quando era in quella casa, i malumori sparivano ma i cattivi pensieri erano sempre presenti
-Tesoro..-Disse Julie in tono dolce e calmo prendendole la mano
-..puoi dirmi cos'hai,lo leggo nei tuoi che qualcosa non va-
Viola era quasi ipnotizzata da tanta dolcezza, le lacrime inziarono a scendere senza controllo, un pianto senza singhiozzi e senza dolore
-Io credo che..mi sto innamorando di..-
In pochi secondi Julie abbraccio Viola, poggiandole la testa sul petto e accarezzandole i capelli
-Shh! tesoro so di chi ti stai innamorando. So quant'è stata difficile la tua vita fino ad ora, so che l'amore ti spaventa, ma ora non sei più sola, anche lui provava qualcosa per te non preoccuparti se le cose non addranno a finire come desideri, vivila sul momento, ti prometto che io sarò sempre qui ad asciugarti le lacrime e ad ascoltarti, sei ancora giovane e bella ma sopratutto sei una ragazza brillante, milioni di ragazzi fanno la fila per te e io so che un giorno troverai la persona giusta- le passo un pollice per asciugarle le lacrime facendole un dolce sorriso
-Tu credi che..-
-si tesoro ne sono convinta- le sorrise dolcemente e per Viola quel sorriso rappresentava un raggio di sole durante una tempesta, quella risposta l'aveva fatta sentire sollevata.
Erano passate tre settimane dall'ultima volta che aveva visto Jim, aveva provato a chiamarlo ma le dava sempre la segreteria e neanche a scuola si sapeva niente di lui, non poteva nascondere di essere preoccupata ma una parte di lei pensava che in fondo era meglio così, che si stava, anzi già si era affezionata al ragazzo sbagliato, per quanto hai suoi occhi era il ragazzo perfetto...
Nella nuova scuola non si era integrata molto ma non le importava stava bene sola, nella mensa abbandonata, le trasmetteva tranquillità sentiva quel posto suo e le faceva pensare a Jim e ai suoi occhi tristi, la sua mente fantasticava e immaginava come poteva essere quella mensa prima ancora dell'incidente, immaginava i ragazzi passare di là e...la tasca dei jeans iniziò a vibrare e sul display spunto la scritto JULIE
-Pronto-
-Ciao tesoro, volevo dirti che stasera sono alla mensa dei poveri e molto probabilmente tornerò tardi, ti ho lasciato la cena in forno, spero che per te non sia un problema-
-No zia vai, io mi troverò benissimo fidati se mai potranno rapirmi gli alieni-
Dall'altro capo del telefono la risata contagiosa di Julie fece ridere anche lei
-Ok tesoro a domani, non aspettarmi sveglia-
-Ok a domani-
La strada di cosa era poco trafficata quel tardo pomeriggio, Viola si sentiva più a suo agio c'era una leggera brezza che però era piacevole a contatto con il viso, pur essendo novembre non c'era molto freddo, non avevo piovuto nemmeno una volta. Fece girare la chiave nella toppa ed entrò in casa, era vuota e spenta, non era come tutti i giorni piena di aromi e profumi con in sottofondo la voce dei Beatles, dava un senso di solitudine e abbandono, di disagio.
Non voleva restare sola quella sera, aveva bisogno di svagarsi e di non pensare per un po di tempo. Richiuse la porta dietro di se ed entrò in garage; si ricordava che suo zio aveva una sempre avuto la passione per le moto da cross, lui le aveva insegnato come frenare, accellerare e stare attenta a non scivolare nei terreni non asfaltati anche se era da molto che non ci andava voleva sentire il rombo del motore..voleva ricordare. Prese le chiavi dalla parete, tolse il telo da sopra la moto, ci salì e mise in moto, non voleva pensare a niente, voleva solo sentire l'aria sul viso e sentirsi libera...girò la mano e la moto partì. Non le era per niente difficile guidare,le veniva automatico, svolta a destra, svolta a sinistra, non aveva voglia di fermarsi avrebbe continuato all'infinito.In pochi minuti era fuori dalla città e si stava avvicinando al lago MIND. Decise di accostare, scese dalla moto e andò verso le rive del lago, i monti accanto si riflettevano sull'acqua, adorava quella calma e quella pace, faceva rilassare anche lei, si sdraiò sul prato e chiuse gli occhi ascoltando il rumoroso silenzio intorno a lei.
Qualcosa le baganava il viso, era acqua,i suoi avevano difficoltà a mettere a fuoco, era buio, si vedeva molto poco, l'unica fonte di luce, era apparentemente, quella di due fari di una range rover; due sportelli si chiusero e una ragazza ed un ragazzo scesero, le gocce continuavano a scendere sempre più forte, Viola aveva capito che quello non era il posto per lei se ne doveva andare..
-Jim smettila..-
quella voce stridula la fece fermare, aveva detto JIM?! Si nascose dietro un albero e guardò i due ragazzi sempre più in orridita e delusa..
Lei era seduta e aveva le gambe intrecciate intorno ai fianchi di lui che le teneva la testa e la baciava in modo violento, la mano del ragazzo alzò la maglietta della ragazza iniziando a palparle il seno, il ragazzo sposto la testa all'indietro e la luce gli illuminò il viso, era lui, era Jim. Viola provò una fitta allo stomaco, al cuore, ai polmoni , sarebbe svenuta, ma sapeva che doveva andarsene, si mise a correre verso la moto, mise in moto e partì..
Jim smise di baciare Alicia che provava ad attirarlo a se, aveva sentito dei passi ed aveva visto una sagoma rossa, era chi pensava?!
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Ho bisogno di te
RomanceEra di spalle, fragile, aveva paura a toccarla, aveva paura di farle male,aveva paura di perderla, le lacrime incominciarono ad offuscargli la vista e le si avvicinò con passo leggero. Lei si girò, aveva gli occhi scuri e gonfi, il viso pallido, i c...