Kris continuava a rigirarsi nel letto nel tentativo di addormentarsi.
Non sapeva il perché non riuscisse a dormire, voleva solo terminare la sua giornata, per rifugiarsi nel mondo dei sogni.
Ma qualcosa glielo impediva.
Guardò il letto di Asriel, rimasto vuoto per chissà quante notti, addobbato con stelline e trofei.
Lui si era sempre ritenuto la nullità della famiglia.
Voglio dire, insomma, Kris faceva fatica a socializzare, al contrario di suo fratello, che chissà quanti amici avrà ora al College.
Asriel era un angioletto quando era piccolo, e molto solare, infatti giocava con gli altri bambini, con giochi normali, al contrario di Kris, che preferiva giocare da solo con la sua gabbia a prendere animali di ogni tipo, per poi...Credo che il sangue dentro la gabbia spieghi tutto. E poi aveva combinato un sacco di guai sempre quando era piccolo.
Voleva soltanto non essere mai nato. Voleva che tutto il dolore che aveva dentro sparisse. E così fu.
In quel preciso istante, sentì un dolore atroce al petto, come se qualcuno lo avesse pugnalato.
E nello stesso momento venne scaraventato fuori dal suo letto, finendo sul pavimento.
Kris stette sdraiato per qualche minuto. Gli faceva male dappertutto, e non riusciva ad alzarsi. Si mise a quattro zampe, con la testa coperta dai capelli.
Il dolore continuava a crescere.
Kris cercava di cacciare dentro le lacrime che gli stavano per uscire dagli occhi.
Non voleva piangere. Non doveva.
Con gli altri era sempre rimasto il solito ragazzo misterioso, silenzioso.
Nessuno forse lo aveva mai sentito parlare, se non qualche parola.
Non aveva mai tirato fuori le sue emozioni, e non aveva intenzione di farlo.
Per lui le emozioni erano solo un grosso macigno, se le mostravi, eri debole.
E lui odiava essere debole.
Non riuscendo a reggere il dolore, si alzò in piedi, e togliendo la mano dal maglione, la inserì nel petto, in un atroce tentativo di strapparsi l'anima.
Dopo vari tentavivi riuscì a tirarla fuori.
Rossa e palpitante dentro la sua mano.
Kris la guardò per qualche secondo prima di lanciare uno sguardo verso la gabbietta, lasciata in un angolo oscuro della stanza.
Il ragazzo cominciò a camminare verso l'oggetto e, a pochi passi dalla gabbia, tirò la sua anima dentro di essa con una forza che non avrebbe dovuto avere.
Dopodiché, andò al centro della stanza, mettendo una mano nella tasca, e quando alzò il braccio, l'oggetto ricoperto dal maglione si rivelò.
Un coltello affilato brillava nella mano di Kris, mentre si vedeva l'occhio del ragazzo illuminarsi di un rosso acceso, mentre sul suo volto comparve un sorrisetto inquietante.
Il divertimento per lui era appena cominciato.