CAPITOLO 11

611 34 4
                                    

*BAILEE'S POV*

La mattina mi sveglio in completa confusione. Ho la testa pesante e dolorante. È da ieri notte che penso e ripenso alla storia del migliore amico di Calum e sono ancora scioccata per quello che gli ha fatto.

Insomma, non puoi prendere a botte il tuo migliore amico ogni mese a causa dei tuoi problemi familiari, non lo trovo per nulla giusto.

Ora, per fortuna, Calum sta bene.

O almeno così dice.

La cosa bella è che ora è tutto per me e, ogni volta che me lo ripeto, vado in estasi. Sono fortunata ad averlo al mio fianco.

Mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Ho tanto bisogno di fare una doccia fredda. Non solo l'acqua gelata mi sveglia, ma mi fa pensare. Pensare a cosa fare, a cosa dire, a dove andare... Sì, sotto la doccia rifletto moltissimo.

Esco dalla doccia, mi vesto velocemente e scendo al piano di sotto.

Non c'è traccia di Calum da nessuna parte.

Entro subito in panico, non so perché ma sono sempre in ansia. Anche per le cazzate più stupide.

Sono fatta così, ed ogni giorno mi convinco sempre di più di avere seri problemi psicologici.

Afferro il cellulare e, senza perdere un secondo, chiamo Calum.

Non risponde.

Provo e riprovo ma niente, solo segreteria telefonica.

Tutto questo mi riconduce al giorno in cui Calum si presentò davanti alla porta del mio appartamento: l'avevo chiamato e richiamato ma lui non rispondeva mai. Ero completamente distrutta.

Caccio via quel pensiero e provo un ultima volta.

Per fortuna parte la chiamata.

"P-pronto"

"Ehi Bai"

Ha una voce rotta. Come se ha pianto per tutta la serata. Magari l'ha fatto, anzi è molto probabile.

Io non l'ho sentito ma credetemi, quando prendo sonno neanche la bomba nucleare può svegliarmi.

"Calum dove cazzo sei!?"

"Bailee, scusa. Avevo bisogno di stare un po' da solo. Non cercarmi,per favore. Me la caverò. Torno domani, ciao piccola. Ti amo"

Non faccio in tempo a rispondere che la chiamata si conclude, lasciandomi immersa nella preoccupazione.

Lascio la casa correndo e vado verso il parchetto vicino al mio condominio.

È un parco veramente bello: è formato da una grande distesa vedere separata a metà da un sentiero che porta ad un bosco. Nel lato sinistro ci sono delle panchine dove, di solito, si siedono le persone anziane, magari per aspettare i nipoti. Nel lato destro sono presenti varie giostre piene di bambini in continuo movimento.

Pagherei oro per tornare indietro.

Per ritornare la bambina che ero: spensierata, allegra, coraggiosa e non troppo emotiva. Il contrario di quella che sono ora.

Senza neanche accorgermene mi ritrovo a correre lungo il sentiero, in direzione del bosco.

Mi faccio strada in mezzo agli alberi finché non trovo una radura con, al centro, un minuscolo laghetto.

La mia attenzione, però, viene catturata da un verso; una specie di lamento.

Cerco di seguire il suono e, in pochi secondi, mi trovo davanti ad un ragazzo, chino, con i capelli arruffati e le mani sulla faccia.

Ci metto meno di un secondo per riconoscerlo.

Calum.

Lentamente mi inginocchio davanti a lui e gli tolgo le mani dalla faccia: ha tutti gli occhi rossi ed è in uno stato terribile.

I suoi occhi sembrano illuminarsi, ma nascondono anche un senso di rabbia molto forte.

"Bailee, ti avevo detto di non cercarmi." dice secco lui. "Calum, ti giuro che non sono venuta a cercarti, ho solo seguito il mio istinto." mi difendo io. "Ok, ora vai via." La sua voce trema leggermente, si vede che è distrutto. "No Calum, non posso lasciarti in questo stato. Vieni con me" cerco di prendergli la mano quando si alza ed urla "No! Cazzo Bailee lasciami da solo, fila via e non farti vedere fino a domani."

Una lacrima scende lentamente sulla mia guancia, ma non è l'unica.

"No Bailee, per favore, non reagire così. Non piangere" sussurra avvicinandosi. Faccio in tempo a sibilare soltanto un "ok" che mi ritrovo a correre indietro verso il parco.

Perché? Perché va sempre tutto male? Perché sempre a me? Cos'ho fatto?

Qualcosa mi blocca. Mi giro e me lo ritrovo ad un centimetro da me.

Senza neanche pensarci mi rifugio tra le sue braccia e mi sento subito un po' meglio, nonostante le lacrime che continuano a sgorgarmi dagli occhi.

Questo ragazzo ha dei super poteri, me lo sento.

"Scusa, non avrei voluto reagire così. Perdonami per favore" sibila vicino al mio orecchio.

"Mh... solo perché ti amo" gli rispondo posando le mie labbra sulle sue. Avevo proprio bisogno delle sue labbra, di toccarlo e di sentirlo vicino a me.

Il bacio dura circa un minuto che, per me, sembra 1 secondo.

Quando ci stacchiamo Calum mi guarda disperatamente, come se mi chiedesse aiuto.

Ed io lo aiuterò.

"Grazie. Grazie per quello che hai fatto e che farai per me. Grazie per avermi sopportato anche in momenti come questi, grazie per avermi tirato su di morale in continuazione e grazie per avermi donato tutto l'amore che potevi donare ad una persona. Grazie." dice quasi commosso.

In un secondo azzero la distanza tra i nostri due corpi e do inizio ad un bacio disperato ma passionale.

"Allora Bailee, tra due settimane è il tuo compleanno!" dice Calum staccandosi da me.

Merda.

Mi ero completamente dimenticata del mio compleanno.

Sembra assurdo ma con tutto quello che è successo non l'ho minimamente pensato.

"Oh, giusto. Il mio compleanno." dico immersa nei pensieri.

"Festa?" dice Calum con un sorriso a 32 denti.

"Mh... vada per la festa" dico sorridendo timidamente.

Non vedo l'ora.

Tra due settimane finalmente avrò 16 anni.

SPAZIO PER MEEE:

Ragazze :)

GRAZIE MILLE, MI FA SEMPRE PIACERE LEGERE I VOSTRI COMMENTI.

ANCHE SE SONO POCHI, SONO TUTTI DOLCISSIMI.

AH, GRAZIE ANCHE PER LE QUASI 2000 LETTURE.

Quando ho iniziato la ff pensavo "bah, non arriverò mai a livelli come 10k o addirittura 100k... Ma vabbe proviamoci."

Ora mi convinco sempre di più di potercela fare, veramente mi state facendo alzare la mia autostima.

Grazie mille a tutte.

Al prossimo capitolo.

Preparatevi...

-Martina <3

Together again ||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora