Conrad.
Cosa diavolo ci faceva qui Conrad, un Figlio della Luna?
Lo osservai di sottecchi, fingendo di pulire con estrema attenzione il bancone.
- Celine?
Alzai appena gli occhi, intenzionata a non dargli corda, ma qualcosa nella sua espressione attirò la mia attenzione.
Sorrideva.
Cioè, non è che stesse proprio sorridendo, era più un abbozzo, un accenno di sorriso. Anche un po' sghembo, per la verità. Ma la sostanza era quella.
Un Figlio della Luna era uscito dai confini stabiliti dal Trattato di San Lorenzo e non solo era entrato nel territorio dei Vampiri, ma addirittura anche in un loro locale. E sorrideva.
Sapevamo entrambi che quel gesto poteva scatenare una guerra seduta stante. Avrebbe dovuto scatenarla.
Eppure la mia famosa curiosità mi trattenne dal denunciarlo subito di fronte agli altri avventori, troppo impegnati a bere a giocare per essersi accorti di lui. Volevo capire cosa ci facesse lì.
Lo guardai, in attesa di un suo gesto che potesse chiarire il motivo della sua presenza lì.
Ma lui restava immobile.
- Che vuoi?
- Un bicchiere di...quello che servi di solito...
Risi. Quello che servo di solito. Certo. Sangue umano.
- Conrad, che vuoi veramente? Dubito che tu sia venuto fin qui per assaggiare la specialità della casa, o sbaglio?
Quel suo sorrisetto sparì all'istante, lasciando il posto a un chiaro imbarazzo.
- Ecco... In effetti no...
Mi avvicinai tanto da riuscire a sentire il suo fiato contro la mia pelle.
- E allora, - sussurrai, - cosa vuoi veramente? Dimmelo, prima che ti denunci...
Vidi i suoi occhi riempirsi di paura e mi allontanai sorridendo, senza smettere di fissarlo.
- Possiamo andare nel retro? È una cosa...delicata...
- Che c'è? Hai paura dei miei clienti? Eppure sei venuto tu fin qua...
Lo vidi agitarsi sempre più.
- Possiamo andare di là?
Senza sapere bene perché, decisi di accontentarlo.
Richiusi la porta dietro di noi e lo fissai nuovamente.
- Ecco, siamo soli.
Lui sembrò cercare le parole, ma poi non disse niente, semplicemente si avvicinò fulmineo al mio volto.
Prima che potessi urlare o reagire in qualsiasi modo, le sue labbra erano già sulle mie, la sua lingua che premeva per entrare.
Avrei dovuto allontanarlo e farmi aiutare dai vampiri seduti nella stanza accanto per mettere in atto la volontà del trattato. Avrei dovuto farlo non appena l'avevo visto entrare.
Però...
Però era così bello.
Un bacio come quello che si scambiano gli umani.
Un...
Mi staccai con una certa violenza: Conrad era un Figlio della Luna!
Dai suoi occhi capii che aveva compreso.
Mi passai nervosamente una mano tra i capelli, cercando di riprendermi da questa esperienza straordinaria prima di andare di là e denunciarlo.
- Non devi per forza farlo. Lo so che è piaciuto anche a te.
- Ma ti rendi conto?! Sei un Figlio della Luna! La tua presenza qui significa automaticamente guerra tra i nostri popoli!
- Non per forza.
- Ma il Trattato...
- Esiste qualcosa di meglio di un trattato per mantenere la pace...
Sì riavvicinò lentamente e riprovò a baciarmi.
E questa volta non mi ritrassi.
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Mettiti in gioco anche tu! #2
Storie breviOne shot che rispondono ai prompt di "Mettiti in gioco anche tu! #2"