[ Daughter, Youth ]{ And if you're still bleeding you're the lucky ones
'Cause most of our feelings they are dead and they are gone
We're setting fire to our insides
For funEra il 25 Dicembre e stavano gridando tutti nella metropolitana deserta e buia - le gole gonfie, gli occhi strizzati e in fiamme. Stavano festeggiando. Avevano tutti un libretto d'istruzioni e se li erano scambiati a vicenda tempo fa, per capirsi meglio, per non prendersela troppo. A volte ce n'è proprio bisogno. Non bisogna farsi ferire a fondo, non bisogna farsi incidere sul viso. La gioia aveva la forma di piaghe sui loro volti giovani e puliti e stupendi.
Era una famiglia nel modo più profondo e sbagliato che potesse esserci. Ci avevano messo molto a capirlo, ci avevano messo lacrime e colpi di pistola e momenti felici e lutti e addii e amore, tanto, tanto amore,
L'amore da solo non basta. Ci vuole logica, profondità, comprensione. Ci vuole impegno costante, attenzione, ottimismo. E un libretto d'istruzioni. Quello serve sempre, sempre, sempre. Tutto scritto. Così non ci si disorienta.
Nulla nasce dalla tragedia, solo più tragedia. Le loro ferite espellevano sangue putrido, se le leccavano a vicenda e si intossicavano. Quando l'aria stessa di cui ti sei nutrito dalla nascita è avvelenata non c'è antidoto e cambiamento che tenga.
Piangevano pietre preziose e le loro risate sapevano di gesso e vento secco. Ma erano stati creati così. La loro essenza era fatta di piombo, non c'era modo che imparassero a volare. Non era colpa loro, dicevano sempre mentre si stringevano le mani. Non era colpa loro se erano stati costruiti sbagliati. A cosa serve un manuale, quando non sono state considerate tutte le possibilità? A cosa serve un manuale, quando è stato scritto con inchiostro rosso e verde?
Erano fratelli, cugini, amanti, genitori. Erano pezzi di carne e vetro e tendini e plastilina al posto del sangue. Sapevano ferirsi ma non sapevano fare l'amore - per quanto picchiassero sul vetro non potevano raggiungere il loro creatore serafico, che con un sorriso mesto e mani entusiaste agitava senza sosta la scatola in cui vivevano.
Erano un gruppo di esseri deformi con corpi stupendi e menti manomesse, dal principio programmate contorte, aggrovigliate, indistricabili. Si ritrovavano legati in modo indistricabile fra di loro, come fili in un gomitolo di lana, le menti brucianti a contatto come carne che sfrigola sul fuoco.
Quando si toccavano lasciavano scie calde dietro di loro, tracce di rossetto e cenere di sigaretta e ventate di profumo - ognuno un colore diverso, dieci venti trenta occhi dalle sfumature distinte. Non avevano la grazia dell'arcobaleno, erano stupende vernici colorate mischiate alla rinfusa sul muro, infiniti e tristi grigi. I loro occhi erano tristi, in profondità, dove non si tocca, dove nemmeno loro arrivavano - dove solo il creatore arrivava, con le sue dita appuntite come spille da balia. Non si riuscivano a toccare l'anima, sebbene anch'essa fosse fatta di plastica, proprio come i loro corpi, proprio come le loro menti - i loro fili li trattenevano, i movimenti erano dolorosamente limitati.
Si odiavano con violenza e spiritualità, masticando visioni e insofferenza, ma erano legati nel sangue dal peggior vincolo possibile. Si chiamavano fratelli quando volevano solo farsi a pezzi a vicenda, e si abbracciavano forte tentando di spaccarsi le ossa, armati di sorrisi ipocriti e ferite profonde come crepacci. Si promettevano fedeltà e suicidio e si guardavano morire, le gambe penzolanti dalla corda tesa e il chiaro e idilliaco suono del proiettile, per sempre nelle loro orecchie, come la più stupenda poesia d'amore.Eppure, poteva bastare, dopotutto. Voleva bastare. Si erano inseguiti per le vie delle città dopo ogni litigata, dopo ogni divorzio erano tornati a casa con le braccia aperte e la mente morbida, volendo accogliere, volendo capire, volendo migliorare.
Ci avevano provato, dopotutto. A smettere di fumare. A smettere di piangere. A smettere di urlare, di correre, di rincorrere. A smettere di indossare lentine di plexiglas, di mangiare fuori dai pasti, di non dare retta ai consigli. Le madri avevano accarezzato i figli, i fratelli avevano ammesso le colpe e restituito i giocattoli. I padri erano tornati a casa presto, le sorelle avevano chiesto scusa per ogni bugia e per ogni vestito strappato.
Le loro intenzioni erano buone, i loro specchi avevano abbastanza crepe da salire per qualche metro - solo qualche metro. Le cadute facevano più male. Si tornava indietro, per ogni passo cinque nell'altra direzione.
Alla fine, non gli era rimasto che esplodere come fuochi d'artificio e stelle filanti. Era il 25 Dicembre e nel buio della metropolitana piangevano tutti, mentre brillavano nell'oscurità come l'aurora nelle grotte, le lacrime come splendide gemme sui loro volti. Non erano stati costruiti con speranza e ora non ce n'era più per loro.
I loro volti erano cuciti di orrore e disperazione, ma sembravano felici.Non tutte le famiglie sono destinate ad essere nido di amore. Il loro creatore avrebbe dovuto fare a pezzi la loro scatola tempo fa. Forse, se così avesse fatto, i loro sorrisi sarebbero stati un po' più reali.
Erano nati morti, tutti quanti.Collecting pictures from the flood that wrecked our home
It was a flood that wrecked this
And you caused it }
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Reize
Historia CortaSpettri nati dalla mia penna. Devo provare a liberarmene, in qualche modo.