20/08/14

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E che? Non potrò io da qualunque angolo della terra mirare il sole e le stelle?

-Dante Alighieri, Vita Nuova

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Tal ei parla, o signor: ma sorge in tanto

a quel pietoso favellar, da gli occhi

de la tua dama dolce lagrimetta,

pari a le stille tremule, brillanti,

che a la nova stagion gemendo vanno

dai palmiti di Bacco, entro commossi

al tiepido spirar de le prim'aure

fecondatrici. Or le sovviene il giorno,

ahi fero giorno! allor che la sua bella

vergine cuccia de le Grazie alunna,

giovenilmente vezzeggiando, il piede

villan del servo con gli eburnei denti

segnò di lieve nota: e questi audace

col sacrilego piè lanciolla: ed ella

tre volte rotolò; tre volte scosse

lo scompigliato pelo, e da le vaghe

nari soffiò la polvere rodente:

indi i gemiti alzando: Aita, aita,

parea dicesse; e da le aurate volte

a lei l'impietosita Eco rispose:

e dall'infime chiostre i mesti servi

asceser tutti; e da le somme stanze

le damigelle pallide, tremanti precipitâro.

Accorse ognuno; il volto

fu d'essenze spruzzato a la tua dama:

ella rinvenne al fine. Ira e dolore

l'agitavano ancor; fulminei sguardi

gettò sul servo; e con languida voce

chiamò tre volte la sua cuccia: e questa

al sen le corse; in suo tenor vendetta

chieder sembrolle: e tu vendetta avesti

vergine cuccia de le Grazie alunna.

L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo

udì la sua condanna. A lui non valse

merito quadrilustre; a lui non valse

zelo d'arcani ufici. Ei nudo andonne

de le assise spogliato onde pur dianzi

era insigne a la plebe: e in van novello

signor sperò; ché le pietose dame

inorridìro, e del misfatto atroce

odiâr l'autore. Il misero si giacque

con la squallida prole, e con la nuda

consorte a lato su la via, spargendo

al passeggero inutili lamenti:

e tu vergine cuccia idol placato da le vittime

umane isti superba.

-La vergine cuccia, da Giuseppe Parini, Il Giorno

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