Disturbato dalla luce solare che filtrava attraverso i vetri appannati dovuto al gelo di fuori, Xavier si ritrovò a rigirarsi nel proprio letto per cercar di scappar da quel naturale lume, accecante anche attraverso le palpebre chiuse. Ma il cambiar posizione, non giovò per nulla, pertanto egli decise a quel punto di aprir gli occhi e sbattendoli più volte per poter adattare la vista alla luminosità circostante, nonostante esso fosse flebile. Quando finalmente si riprese dal sonno, i ricordi di ciò che era accaduto ad Anastasia pervasero Xavier come un fiume in piena, mozzandogli anche il respiro e portando il suo cuore a battere freneticamente contro il torace con una tale forza che egli credette che tra poco esso avrebbe perforato il suo petto, ma anche se ciò non fosse successo, l'uomo sentiva comunque di avere il cuore squartato in due. Frustato, addolorato si ritrovò a buttar il capo sulle sue mani con cui iniziò a stringer con leggera forza alcune delle ciocche della sua chioma. Presto gli apparì quasi come se anche l'ossigeno gli mancasse dai polmoni, le sue membra sembravano esser improvvisamente divenuti di piombo. Egli iniziò a ripetere a se stesso più volte che la sua vita era modesta e felice al punto giusto e che nulla lo aveva rovinato. Dopo non molto egli si disse che ciò che era successo ad Anastasia era solo un terribile incubo, la sua immaginazione gli aveva semplicemente fatto un brutto scherzo durante le ore di sonno. Tra poco sarebbe andato a incontrarla come di consueto e l'avrebbe trovata ad accoglierlo come ella aveva sempre fatto. Nulla era mutato, nulla era successo. Quando finalmente si calmò, decise di togliere il capo dalle sue mani, prendendo anche dei profondi respiri per aiutarlo a tranquillizzarsi, quando notò improvvisamente qualcosa di strano. Tra le sue mani aveva un suo capello, ma ciò che rendeva la cosa strana era il colore. Non era ramato, ma nero corvino. Nuovamente in panico, Xavier si affrettò a scendere dal letto per dirigersi verso il lungo specchio che possedeva accanto al suo guardaroba. Ciò che vide riflesso, lo fece sbiancare, pietrificandolo sul posto, incapace sia di azione motorie che di quelle vocali. C'era un uomo riflesso in quello specchio, ma non era l'uomo che lui conosceva, egli aveva dei corti capelli corvini, un viso scarno, delle labbra sottili, una barba incolta di vari giorni, una statura più alta e magra del suo corpo originale. Tutto era diverso di quella persona che non riusciva a considerarlo come se stesso, tutto era mutato tranne per le sue iridi d'oro colato, che avevano adesso perso un po' della sua usuale luce. Egli iniziò a questo punto a tastarsi il viso ancora incredulo di esser lui e al medesimo tempo di non esser lui. Chi era questo impostore che aveva rubato il suo corpo, sostituendolo con questo rottame? Chi era questo riflesso allo specchio? Lui non era Xavier, allora perché aveva i suoi pensieri e i suoi ricordi? Questo doveva esser davvero un terribile incubo.
"Ehilà! Straniero, come va la vita?" Chiese una voce sconosciuta dietro le spalle dell'uomo, portandolo a pietrificarsi sul posto. Qualcuno aveva fatto irruzione nella sua dimora, ma come? Quando? Ma sopratutto come aveva fatto Xavier a non sentire la presenza di alcuno fino a pochi attimi fa? Pian piano egli iniziò a girarsi in direzione di quella sconosciuta fonte di voce, timoroso di qualcosa di ancor più terrificante di tutto ciò che gli stava già accadendo. Quando finalmente egli fu di fronte l'estraneo, vide che si trattava di un uomo un più alto di quel suo attuale corpo, più imponente, con una muscolatura ben evidente nonostante l'elegante abbigliamento in tinta blu che fasciava su misura il suo corpo slanciato. Aveva anche una chioma corvina, però essa era più folta. Ma ciò che lo atterrì di quello straniero, erano le iridi rosse come il sangue, inusuale, innaturali, inespressivi, nonostante il sardonico sorriso che lo accompagnava. Poi l'espressione di quell'uomo, se così egli poteva esser definito, dato che appariva esser tutta un'altra entità, quel suo viso sembrava aver il peso di secoli addietro, nonostante la figura che gli si era presentato di fronte era quello di una persona di non più di 25 anni.
"Chi siete?" Domandò Xavier, mentre chiuse le proprie mani in due stretti pugni per alleviare il tremore che si stava insinuando in quel corpo non suo.
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L'Anatema di Anastasia
ParanormalSTORIA BREVE PARTECIPANTE A "WATTPAD GOT'S TALENT CONTEST 2018/2019" "Io vi maledico, vi maledico a vita per aver posseduto una vita perfetta e non aver apprezzato ciò che possedete e per non avermi amata come avrei meritato. Vi maledico su ciò a cu...