Prologo

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Prologo.

 

Era semplicemente uno dei ragazzi più belli che lei avesse mai visto.

Pioveva, e il negozio era completamente deserto quando il campanello sopra la porta tintinnò allegramente e sdolcinatamente.

Era un ragazzo, le goccioline scorrevano lungo tutto il suo cappotto bagnato e sulla bandana che teneva raggruppati i suoi capelli ricci, e Rose ne venne catturata, fissando il tutto dal suo posto dietro il bancone.

La caffetteria dove lavora Rose non era mai del tutto occupata. Non c’era mai una linea e la maggior parte dei clienti che ricevono sono abituali, e Rose conosce tutti i loro ordini a memoria. E’ piccolo e caratteristico, con corrispondenti poltrone imbottite e alcuni romanzi sparsi sui tavoli. Si tratta di un bar di provincia di una piccola città, e mentre a volte può sembrare noioso, Rose lo ama tipo un sacco.

Quindi è, al dir poco molto sorprendente per Rose vedere questo sconosciuto in piedi verso il bancone. Per un momento lo ha semplicemente guardato, provando a ricordare se avesse già visto questo ragazzo da qualche parte, e la cosa che aveva attirato immediatamente la sua attenzione erano i suoi occhi, lucidi, verdi, e ampi, che fissavano proprio lei. Rose guardò rapidamente altrove.

“Ciao, posso aiutarla?” Una voce allegra incrinò la tranquillità. Liam, il collaboratore di Rose. Si avvicinò al ragazzo che stava in piedi al bancone, le mani sepolte nelle tasche del cappotto. Rose lavava le tazze da tè più silenziosamente che poteva, ascoltando la piccola e tranquilla conversazione che si stava svolgendo a pochi metri di distanza da lei.

“Solo un caffè perfavore. Latte, senza zucchero.” Il ragazzo borbottò in silenzio, consegnando subito a Liam i soldi.

Rose non si fermò dal distogliere lo sguardo dal ragazzo. Era uno di quegli sguardi talmente lunghi fino a diventare scomodi e raccapriccianti. Liam consegnò il caffè al ragazzo, e Rose lo guardò mentre annuiva cortesemente prima di allontanarsi dal bancone per sedersi a uno dei banchi.

“Bello, non è vero?” La prese in giro.

“Zitto.” Rose aggrottò la fronte, allontanandosi dal ragazzo che aveva tirato fuori taccuino e penna. E per il resto del pomeriggio, Rose cercò davvero di concentrarsi sul suo lavoro e lo fece davvero. Ma la sensazione di curiosità le spinse costantemente gli angoli degli occhi e lei non poté fare a meno di rubare più di un paio di sguardi da quel ragazzo. Per quelli che sembravano decenni, il ragazzo seduto sul banco, continuò a scrivere sul taccuino e prese periodicamente un sorso di caffè, che Rose fosse sicura, si fosse già raffreddato nella tazza.

E dopo delle lunghe ore, quando il ragazzo finalmente ripose il taccuino nella sua borsa, Rose poté solo sperare di incontrare ancora quel ragazzo con gli occhi verdi luminosi, nascosti dietro una picchiata di riccioli scuri.

E Rose guardò quel ragazzo, quando arrivò la mattina successiva, e la mattina dopo, e la mattina dopo ancora, finché un giorno Liam, la spinse verso di lui con un vassoio pieno di caffè, e fu tutta una sfocatura quando Rose si rese conto che era in piedi al suo fianco, stringendogli la mano per tenersi e con voce tremante.

E il ragazzo borbottò qualcosa, allora Rose si rese conto che sarebbe stato molto più difficile di quanto si aspettasse.

“Forse tua madre non ti ha mai detto che è maleducato fissare?”

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Salve! Questa è la prima storia che traduco, ho fatto il possibile per cercare di dare un senso a tutto quello che scrivevo, ma se non vi è chiaro qualcosa potete lasciarmi un commento e vi risponderò appena posso. Questo era il prologo quindi è un po' più corto rispetto ai normali capitoli che verranno, spero di poter aggiornare il più presto possibile, magari appena riceverò qualche commento o voto :) Spero vi sia piaciuto fino ad ora. 

Alla prossima, un bacio.

- Loredana. 

coffee boy // hs. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora