L'INIZIO, O QUASI.

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Ore 6:50 : suona la sveglia. Apro gli occhi, cercando di mettere fine a quel fastidioso rumore che mi frastuona in testa: quello della sveglia. Afferro il mio cellulare per controllare le nuove notifiche e, nella schermata di blocco, noto una notifica da parte sua.

Iris:"Buongiorno bella. Ho preso i caffè, a dopo. ti amo."

Sorrido. Sì, sto parlando di lei, Iris, la mia ragazza. Ci siamo conosciute durante il Pride nella nostra città. Lei era la', con la sua bandiera arcobaleno legata alla vita, che urlava a favore dell'amore. Ma questa è una lunga storia.

Resto altri cinque minuti a rigirarmi nel letto a fissare, fuori dalla finestra, la neve che cadeva dal cielo, lentamente. 

Decido, controvoglia, di alzarmi dal letto e di dirigermi verso l'unica stanza della casa che mi suscita interesse la mattina: la cucina.

<<Esmeralda, sei in ritardo come al solito.>> mi disse mia madre mentre versava il caffè restante nella tazza imbevuta di latte.

<<Mamma, non sono io in ritardo, ma sei tu che fai dell'anticipo l'unica ragione di vita>>. Le risposi mordendo la mia solita mela rossa mattutina.

Dopo essermi preparata, mi dirigo verso la stazione per attendere l'arrivo del mio solito autobus delle 7:20. L'aria era fredda, questa mattina. Il cielo era di un colore bianco chiaro, ed i fiocchi cadevano lentamente sui miei capelli biondi.

L'autobus arriva, salgo e mi metto a sedere in uno dei posti in fondo. Dopo essermi messa comoda, estraggo le mie cuffie dallo zaino e, premendo il tasto play, parte 'Zombie' dei The Cranberries', l'unica canzone in grado di permettere alla mia giornata di iniziare nel migliore dei modi.

Il viaggio da casa mia fino a scuola non è molto duraturo, ma quella mattina durò più del solito tanto è vero che, proprio quella mattina dove mi aspettava un test molto importante per essere ammessa al corso di recitazione, l'autista aveva bucato.

<<Che cazzo, Max! Ho la partita di Basket fra ben 10 minuti!>> urlò Jacob. Chi è Jacob? E' il ragazzo più superficiale ed egoista che io abbia mai incontrato. Ma, mentre tutte le ragazze stanno ai suoi piedi, io so rispondergli. Anche a tono.

<<Come se la tua presenza cambiasse qualcosa>> gli risposi, fissandolo in modo torvo.

<<Esmeralda la spavalda, dov'è la tua bella ragazza oggi?>> Rispose, facendo risuonare nell'autobus la sua ridicola risata.

Stavo per ribattere, ma le imprecazioni di Max mi interruppero.

<<Ragazzi, al diavolo! Dovete arrangiarvi, qua non si risolve, mi dispiace.>> urlò Max, risalendo sull'autobus.

Ottimo. La distanza, da quel punto alla scuola, era fattibile ma sarei arrivata sicuramente in ritardo per il test. Scesi dall'autobus e mi incamminai verso la scuola, con passo veloce, sperando di arrivare in orario. Fino a quando sentii qualcuno suonare il clacson alle mie spalle.

<<Sei rimasta a piedi, cugina?>> Mi girai e vidi Leo, mio cugino, alla guida della sua magnifica BMW. Gli feci il cenno positivo con la testa ed in quel momento sperai con tutta me stessa che mi chidesse se volessi un passaggio. Ti prego. Ti prego.

<<Dai salta su!>> mi rispose accostandosi sul margine del marciapiede.

Mentre eravamo in macchina, dopo aver parlato del più e del meno mi chiese:

<<Questo sabato c'è 'na festa a casa di Will. Sei dei nostri?>>

Sapeva benissimo che amavo il divertimento, ma non le feste, quelle mi creavano un senso di angoscia.

<<Mi spiace, ma questo weekend sarò con Iris. Ma grazie comunque dell'invito!>> gli risposi fingendomi dispiaciuta.

<<Beh, è invitata anche lei, è organizzata anche da suo fratello. Dai vieni!>> mi spinse simpaticamente con la mano.

Beh, a quel punto non mi rimaneva che compiere una scelta. Festa o non festa?


Desire on fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora