Daniel

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-Tum
-Tum
Sento freddo.
-Tum
-Tum
Tanto freddo.
-Tum
Vedo un uomo incappucciato che mi si avvicina.
-Tum
Ha uno strano mantello nero.
-Tum
Sono ali.
-       
Il sogno cambia.
Sono in una stanza circolare di pietra nera, coperta quasi interamente di umido muschio e il soffitto alto, a cupola, nero con dettagli in oro.
Delle torce illuminano la sala con il loro fuoco e alle pareti non ci sono porte o finestre.
Sono in trappola.
Sento un dolore al petto.
Sembra piuttosto reale oppure ho sofferto tanto da riuscire pure a sognarmelo.
Probabile.
Al centro della sala è comparsa una figura che indossa uno strano abito.
La figura è la ragazza rossa di poco prima e il vestito è...
Un serpente.
Ho già detto che i miei sogni sono del tutto normali?
La ragazza sembra soffrire molto: il serpente la avvolge in spire sempre più strette e sembra che le stia sussurrando nell'orecchio.
Impossibile, i serpenti non parlano, giusto?
Giusto?
"Sssbrighiamoci, non hai molto tempo"
Divino Zeus perché non sto mai zitto?
"In quesssto momento il tuo cuore ssssi è fermato ma era necesssario affinché tuo padre ti portassse quessssto messssaggio"
Mi porto una mano dove dovrebbe trovarsi il cuore per sentire il battito.
Niente.
Non mi piace questa storia.
"Cosa sei coso serpentoso?" Urlo "e scendi da quella ragazza!".
"Non posssso e non voglio, vedi, l'oracolo di Delfi è mio di diritto ora che lo occupo e di conssseguenza le sssue profezie, ma il Triumvirato mi ha davvero fatto arrabbiare".
Stringe le sue spire attorno al collo della ragazza come una gigantesca sciarpa molto viva e molto cattiva.
La ragazza si porta le mani al collo impotente e mi guarda con aria di supplica mentre boccheggia in cerca di aria.
"Non irritarmi anche tu ssssemidio, visssto che sssto cercando di tendervi una mano"
Alza i piccoli occhi neri al cielo.
"Metaforicamente visssto che non ne ho"
Un serpente con il senso dell'umorismo? Perché no?
"Ok, ok gentilissimo rettile dotato di parola" esordisco "Apprezziamo il metaforico aiuto, ma perché?"
"Sssse tutti gli esssseri umani morisssero, chi verrebbe a farsssi ingannare dal sssottoscritto tramite l'oracolo?"
"Mi hai convinto" dico ironico.
"Ora come ora non possso dirti di più, solamente, orecchie aperte chico"
Il serpente spalanca la bocca e inghiotte se stesso con la ragazza e scompare lasciandomi solo nella stanza.
Fantastico.
"Daniel"
Sento una voce lontana.
"Daniel svegliati, ti prego"
È sempre più vicina.
"Non lasciarmi sola"
Un singhiozzo.
"Non abbandonarmi anche tu"
-Tum
La stanza si disintegra sotto i miei piedi
-Tum
Precipito nell'oscurità.
-Tum
-Tum
Apro gli occhi.
Sono sdraiato su un lettino dell'infermeria, la maglietta sollevata fino al collo dove qualcuno ha tentato di far ripartire il mio cuore.
Quel qualcuno è seduto su uno sgabello affianco al lettino con le braccia attorno alle ginocchia, scosso dai singhiozzi.
È una ragazza sui sedici anni, i capelli biondi platino raccolti in una lunga treccia che sussulta ad ogni singhiozzo, calde lacrime riempiono i suoi occhi azzurri e colano lungo il mento per poi cadere sul pavimento in marmo.
La ragazza porta una leggera armatura in cuoio scolorita e lungo le braccia nude porta varie cicatrici di battaglie passate.
Gli avambracci sono coperti da protezioni in cuoio ma so che il sinistro nasconde una lama in bronzo celeste.
Lo so perché mi è stata puntata contro molte volte, ma quegli anni sono passati.
Io e Marika abbiamo smesso da tempo di litigarci il titolo di capo pattuglia.
Mi tiro su e mi siedo.
Lei singhiozza così forte che non se ne accorge.
Le poso una mano sulla spalla e le dico rassicurante: "Shhh, va tutto bene Mary, tutto bene"
Lei si riscuote e si asciuga le lacrime incredula e, senza smettere di fissarmi, allunga una mano e mi tira un pizzicotto.
"Ahia"
Grida di gioia e mi abbraccia con foga, la sua testa sulla mia spalla, le lacrime che ricominciano a scorrere lungo il suo viso e mi bagnano la schiena.
"Non farmi più scherzi del genere" dice tra un singhiozzo e l'altro "mai più".
Io la stringo forte e le sussurro nell'orecchio parole rassicuranti accarezzandole i capelli.
Lei si sottrae improvvisamente dall'abbraccio e scatta in piedi, asciugandosi gli occhi col dorso di una mano.
Fa un sospiro, mi guarda e mi tira un pugno.
La sua mano chiusa colpisce appena sopra il mio occhio destro, provocando un'esplosione di dolore.
"Perché lo hai fatto?" Chiedo massaggiandomi la testa.
"Perché ti odio!" Urla con le guance rosse e i pugni lungo i fianchi.
"Quando il tuo cuore si è fermato io... io non sapevo cosa fare e ho provato con il massaggio cardiaco ma non è servito. Non sapevo cosa fare e ti ho fatto la re-respirazione bocca a bocca"
Nel dire le ultime parole le sue guance sono diventate ancora più rosse e ha abbassato lo sguardo.
È così adorabile quando si arrabbia.
Le mostro un sorriso stanco.
"Ma sono vivo" mi alzo in piedi a mia volta e le asciugo una lacrima su una guancia "grazie a te".
Marika si abbandona di nuovo nel mio abbraccio scossa da tremiti.
"Ho fatto un sogno strano" Dico cingendola con le braccia "prima ho visto mio padre, poi ho parlato con un serpente e..." Cazzo.
La Casa.
"Marika, dobbiamo spostarci, il Triumvirato ci ha trovati e non aspetterà ad attaccarci di nuovo e..."
"Daniel" mi interrompe lei "Sei stato fuori gioco per quasi otto ore e nel frattempo abbiamo già spostato la Casa"
Si scioglie dal mio abbraccio e sussurra con un sorriso tremante:"Benvenuto in Florida".
Con un sospiro di sollievo mi risiedo sul lettino, lei al mio fianco con le mani sulle ginocchia, senza incrociare il mio sguardo.
"Stanno tutti bene?" Le chiedo cercando contatto visivo.
Lei tiene lo sguardo basso e prende tempo.
"Oh dei avete proprio fatto un casino giù all'ingresso eh? Ci abbiamo messo secoli a sistemare tutto, poi i ragazzi..."
"Marika" la interrompo io "stanno tutti bene?"
Lei ha un tremito ma continua a non rispondere tenendo gli occhi bassi.
"MARIKA!"esclamo balzando in piedi "devo saperlo" aggiungo più dolcemente.
Lei, inspira profondamente e sussurra:"Hanno preso Leon"
È come se mi avesse colpito una seconda volta.
Leon...
Figlio di Ermes, un piantagrane sempre in mezzo ai guai, truffatore e un ottimo bugiardo.
Un ottimo amico.
"Come è successo?" Chiedo.
"Io, lui ed Ermak stavamo braccando una chimera quando è arrivato l'aereoplanino di Alan. Appena l'ho visto ho capito che qualcosa non andava e abbiamo cominciato a correre verso l'ingresso prendendo strade diverse per depistare il Triumvirato ma lui..." Tira su col naso " non è mai arrivato".
Silenzio.
Nessuno guarda l'altro negli occhi.
Entrambi pensiamo ad una soluzione per salvarlo o vendicarlo.
Alla Casa siamo fatti così: puoi buttarci a terra quante volte vuoi ma noi ci rialzeremo sempre.
Marika mi stringe la mano.
Ha uno sguardo diverso ora, come qualcuno che vuole togliersi un peso.
"Daniel io ti..."
"Disturbo?" Alan è comparso sulla soglia dell'infermeria con il suo solito sorriso.
Marika gli lancia un'occhiataccia e conclude:"...ordino di alzarti e andare a prepararti, stasera c'è la serata cinema".
Si alza dal lettino impettita e scocca un'altra occhiata velenosa ad Alan.
"Vi voglio entrambi in mensa tra quindici minuti" Ordina mentre raccoglie la sua lancia e il suo piccolo scudo circolare lasciati in un angolo ed esce fiera senza voltarsi.
"Fa sempre così?" Mi chiede Alan.
"Sì, sempre"
Lo osservo più attentamente.
All'avambraccio sinistro porta una fasciatura e ha un tutore alla gamba destra.
"Cosa ti sei fatto?" Chiedo incuriosito.
"Sai com'è Scott" ride lui "per entrare qui mi ha fatto un controllo totale e si è accorto che da bambino mi sono fratturato braccio e gamba".
Alan ritorna serio.
"E tu invece come stai?"
Ripenso allo strano sogno che ho fatto mentre ero svenuto.
Molti semidei fanno sogni strani e non voglio allarmarlo inutilmente.
"Beh, mi sono fatto una bella dormita" Dico alzandomi dal lettino e tirandogli una pacca sulla spalla.
"Andiamo, dobbiamo aiutare i ragazzi con la cena"
Ci avviamo verso le scale.
Non serve essere un sensitivo per capire che Alan non ha creduto ad una mia singola parola.

La casa del viandanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora