Mia uscì dalla doccia con un sorriso a trentadue denti, finalmente sua madre si sarebbe sposata. Dopo quelli che le erano sembrati secoli a supplicarla di non rimanere sola aveva trovato un uomo che avrebbe condiviso il resto della sua vita con lei.
Erano già cinque anni che stavano insieme e, alla fine, avevano deciso di sposarsi. Mentre tirava su la zip del suo vestito turchese, e si legava alle caviglie i nastri delle scarpe nere col tacco, pensò a suo padre, il suo vero padre.
Ripensò a quanto lo adorava, a quando giocavano a palle di neve nel giardino sul retro della casa e quando baciava sua mamma, soprattutto dopo che l'aveva sgridata.
Ai suoi occhi sembrava il fantastico principe azzurro delle sue storie preferite che, baciando la matrigna cattiva, la trasformava in una bellissima principessa con i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri.
Ripensò anche all'incidente della fabbrica. Aveva solo otto anni.
Era scoppiato un incendio e suo padre, mentre correva per uscire, inciampò e cadde per terra. Il fuoco arrivò come una folata di vento alle sue spalle, bruciandolo vivo.
Sarebbe stato sicuramente orgoglioso di lei in quel momento, vedere la sua piccola Mia cresciuta, ormai donna, con una spilla di fiori di ciliegio che le raccoglieva i capelli. La sua bambina che a sedici anni ancora credeva nel vero amore e nel lieto fine, che nonostante le sue amiche avessero già avuto decine di ragazzi, lei, Mia, continuava ad aspettare il suo principe azzurro.
Una lacrima le scese dalle guance, cadendo sul suo diario, dove aveva appena finito di scrivere. No, non era il momento di piangere. Era un giorno felice, così, si asciugò gli occhi e andò in bagno per truccarsi.
Aprì la porta del bagno e quello che vide la lasciò di pietra, senza parole e senza aria, come se di colpo fosse sparito tutto l'ossigeno dalla terra. Sua madre, con un vestito rosso rubino, un paio di scarpe di velluto bianco col tacco e i capelli biondi ancora sciolti stava baciando Matilda, la sorella dell'uomo che doveva sposare.
Le sue braccia erano legate al collo di lei, mentre la "futura cognata" le cingeva la vita ricambiando quell' ardente bacio. Matilda vestiva un abito blu notte, con un corpetto costellato di diamanti e un copri spalle di tulle celeste. Mia si sentì come un pesce agonizzante fuori dall'acqua .
Non sapeva cosa fare, né cosa dire, ma in quel momento ,loro, sembravano una fiamma che si spegneva in un oceano che rifletteva miliardi di stelle.
Quando si accorsero di lei, spaventate di essere state scoperte, si staccarono velocemente e mentre Matilda rimaneva zitta e cercava di essere inghiottita nel sottosuolo e diventare invisibile, sua madre farfugliava parole a caso, cercando una qualche assurda spiegazione inesistente.
-Mamma, mamma, va tutto bene. Stai tranquilla.-
disse Mia asciugando le lacrime che piovevano dai suoi occhi.
-È tutto ok, non ti preoccupare, sono io. Va tutto bene, ho solo bisogno e tu mi dica la verità, ho bisogno di sapere cosa sta succedendo.-
Sedute tutte e tre sul pavimento freddo del bagno scoprì che in realtà, sua madre e Marco, il "promesso sposo", erano amici d'infanzia e si erano sempre considerati come fratelli.
Tre anni dopo la morte di suo padre si erano rincontrati per puro caso in un bar e lui le aveva presentato la sorella, non sapendo cosa sarebbe successo poi. I tre avevano deciso, di comune accordo, che Marco e Ginevra dovevano palesarsi come una coppia per il bene di Mia, delle corrispettive famiglie e della vera relazione che c'era.
Scoprí d'improvviso che per cinque anni, sua madre, aveva avuto una relazione con quella che considerava ormai quasi come una zia. All'improvviso la porta si spalancò ed entró " lo sposo" che nel vederle sedute sul pavimento con le facce serie impallidì. L'unica cosa che seppe dire fu
- Lo sa?-
- Si, me lo hanno detto, ma per me va bene. Se vuoi puoi ancora far parte della mia vita, qualsiasi cosa sia realmente successa in questi cinque anni per me si stato un migliore amico, una persona su cui sfogare la mia ira. E un fantastico padre. Quindi, se tu vuoi, se voi volete, per me puoi restare.-
A volte una bugia può permettere di essere realmente felici, di vigere la vita che vogliamo, e di essere chi siamo. Sull'anagrafe sarà registrato Marco e Ginevra, ma nei loro cuori e negli anni a venire di sarà per sempre stampato a fuoco Matilda e Ginevra, perché l'amore non si limita alle storie sul principe azzurro.
Ora anche Mia ha capito che lui non è un ragazzo qualsiasi, ma solo la rappresentazione del vero amore. E lei continua e continuerà a crederci.FINE
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LIETO FINE
AcakNon sempre la nostra storia ha un lieto fine, ma noi lottiamo fino in fondo per averlo. E qualcuno riesce nonostante tutto ad ottenerlo...