Fuori dalla finestra la neve cade in candidi fiocchi bianchi , che si posano sugli alberi o sul tetto della mia adorabile casetta, il mio piccolo capolavoro.
E ora la neve la sta lentamente coprendo, come un leggero lenzuolo che si posa su un materasso di altrettante morbide piume bianche.
Il pendolo del salotto inizia a suonare le 14.00. Guardo il mio meraviglioso orologio da taschino che mi aveva regalato mio nonno; è indietro,sarebbe bene che lo faccia riparare. Vado in cucina e verso 3 cucchiaini di zucchero bianco nella tazzina di porcellana bianca al cui interno fuma il caffè appena fatto. Aggiungo un goccio di latte e una fogliolina di menta e inizio a sorseggiare con calma, dirigendo i lentamente sul terrazzo.
I piccoli, freddi, fiocchi bianchi ricoprono il mio orto, nascondendo il terreno dal quale spunteranno in estate le dolci carote che ho piantato. Appoggio la tazzina, ormai vuota, sul tavolino in legno d'acero e guardando verso l'orizzonte, verso l'entrata del bosco, noto una figura camminare in direzione della mia casetta.
Attorno a quell'ombra aleggiano nuvole colorate, dense, spumose, che sembrano disegnate.Torno dentro chiudendomi la porta scorrevole alle spalle, scendo le scale in mogano facendo due gradini per volta, attraverso il salotto mentre l'orologio a pendolo batte le 14.30. Apro la porta e mi fiondo fuori, zampettando velocemente verso il cancelletto d'entrata del vialetto, la neve ha coperto anche quello, così al tatto è ghiacciato, secco.
Mi fermo fuori dallo steccato ad aspettare il mio ospite, mentre candidi fiocchi si posano sul panciotto rosso e verde, sciogliendosi quasi subito. Se non l'avessi potrei benissimo confondermi in mezzo a quel deserto bianco, la mia morbida pelliccia sembra candeggiata; a volte qualche spiritoso dice che ero nero e che mia mamma quando sono nato mi ha buttato in un sacchetto di farina, latte e zucchero.
Un profumo di frutti di bosco, caramelle mou e cioccolato mi arriva alle narici come un proiettile, giurerei di sentirne addirittura il sapore sulla mia linguetta.
Una nuvola verde cangiante avvolge il bruco blu davanti a me, creando un contrasto di luce e ombre sul suo corpo che lo rendono più alto di quello che già è.
- A, B, C, Q, . . . sono forse in ritardo mio vecchio amico? -
- Affatto, sei puntualissimo come sempre, al contrario di me sfortunatamente .-
- Non serbarti rancore, il tempo è tuo amico e compagni vita, se ritardi a qualsiasi appuntamento mondano significa che vivi di più e che il tuo spirito e la tua mente non hanno costrizioni di sorta, nemmeno il tempo può rallentare la loro espressione di vita .-
- Si, si. Va bene, ma ora entriamo in casa , che se no faremo tardi al concerto per la regina .-
Ci avviamo verso la porta d'entrata e noto che le impronte che avevo lasciato prima sono già state annegate dal nuovo strato di neve. La porta, scricchiolando ci fagocita all'interno e, mentre penso che dovrei cambiare i cardini, un calore improvviso proveniente dal focolare acceso mi avvolge completamente, scaldando il mio corpo leggermente infreddolito e sciogliendo la poca neve che mi si era attaccata al pelo.
Forma una piccola pozzanghera sul tappeto rosso ad ornamenti floreali dorati di peli di cammello che mi aveva regalato in un eccesso di gentilezza la regina in persona.
Mi volto e vedo che il brucaliffo sta già montando il narghilè; è diventata una tradizione quella di trovarsi prima dei concerti e rilassarsi. La nostra piccola tradizione che consolida la nostra grande amicizia.
Mi siedo accanto a lui e lo aiuto nei preparativi, versando il liquido viola che ci aiuterà a viaggiare cin la mente e ad entrare in contatto con il nostro spirito per calmarlo e prepararlo al meglio per il resto della giornata. Attacco i due tubi ai lati del vaso e lui inizia ad accendere al fiamma che scalda il liquido, trasformandolo in tenerissime nuvolette rosse e azzurre.
STAI LEGGENDO
LIETO FINE
RandomNon sempre la nostra storia ha un lieto fine, ma noi lottiamo fino in fondo per averlo. E qualcuno riesce nonostante tutto ad ottenerlo...