Capitolo 1

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Prima notte a Seoul.
Lo zio non sa che sono arrivata.
Dovrei essere arrivata la prossima settimana ma sono scappata e ora sono in un bar, completamente da sola ubriaca marcia in una periferia a me sconosciuta nei pressi di Seoul.
Notte buia, saranno le tre di notte credo e sono circondata da ubriachi, me compresa.
Non avevo mai provato il Soju prima e reggevo bene l'alcool eppure mi è bastato poco per ubriacarmi e ritrovarmi in questo stato.
Tutto cominciò in Italia dove vivevo.
Sottolineo VIVEVO.
Mio padre era da un po' che continuava a ripetermi "perché non ti prendi una vacanza? Dovresti andartene per un po'. Vai lontano e stai quanto tempo vuoi. Rilassati e vai via di casa per un po' ti serve aria." pensavo lo dicesse per il mio bene quindi non ci diedi molta importanza e Iniziai a farci un pensierino.
Una vacanza? Perché no?
Avevo finito le superiori l'anno prima ma avevo deciso di prendermi un anno sabbatico quindi lavoravo nel negozio dell'amica di mia mamma come commessa e a volte come modella. La mia migliore amica voleva mi iscrivessi con lei all'università ma non ero ancora convinta di questo, in più il mio anno sabbatico non era ancora finito.
E per di più cambiavo idea come cambiavo vestiti, infatti io e lei in questo eravamo molto diverse, lei sapeva già tutto, a momenti organizzava anche il matrimonio col suo ragazzo che ancora non aveva mentre io è tanto se arrivo puntuale ad un appuntamento.

A caso un giorno però ricevetti una chiamata dallo zio Seok dalla Corea "Somi! Come va? Ho saputo che ti sei presa un anno sabbatico. Perché non vieni a trovare lo zio in Corea?"
Che? Non lo sentivo da mesi e non lo vedevo da anni quindi ero comunque felice di aver ricevuto una sua chiamate e il suo invito, ma anche confusa da tutto ciò. Nonostante tutto Decisi di accettare al momento.
Papà mi continuava comunque a dire di andare un po' via di casa per rilassarmi quindi perché no?
Lo zio mi prenotò il biglietto per la settimana dopo quindi andai a casa per dare la notizia a mamma e papà.
Arrivai a casa e vidi la porta di casa spalancata.
Da lì cominciò tutto.

Entrai e Iniziai a chiamare mia mamma senza ricevere alcuna risposta finché non sentii lamenti.. Corsi verso questi e trovai mamma nel seminterrato con lividi e tagli sul corpo. Papà aveva dato di matto e ci aveva lasciati la mattina stessa, aveva aspettato solo che io lasciassi casa e aveva iniziato a bere perdendo il controllo. Aveva picchiato mamma e non volevo immaginare cos'altro le avesse fatto. Chiamai subito la zia e mandai la mamma da lei per un po' spiegandole quello che era successo. Anche volendo non sarei riuscita a prendermi cura di lei da sola, in più dovevo partire per la Corea la settimana successiva, e lasciarla da sola con quello che avevo sempre definito papà era fuori discussione.
Adesso dovevo solo resistere per qualche giorno a casa da sola per poi partire per qualche mese.
Somi ce la puoi fare.
Per dimenticare quello che papà aveva fatto a mamma uscii con Gio, la mia migliore amica, a bere qualcosa. Passò a prendermi e andammo in un bar in centro. Raccontai tutto a Gio per filo e per segno anche se con il nodo alla gola e gli occhi lucidi, così decise di accompagnarmi a casa per essere sicura che io stessi bene.
Scesi dalla macchina e lei stava per fare lo stesso quando vidi la porta di casa leggermente aperta, quando ero sicura di averla chiusa.
"Gio vai a casa tranquilla" mi girai e sorrisi per rassicurarla così mi lasciò un bacio in guancia e se ne andò.
Mi avvicinai terrorizzata che ci fosse un ladro, Entrai e vidi l'ombra di qualcuno seduta sul divano con una bottiglia in mano.
"dov'è tua madre" da quelle parole capii che era papà. Accesi le luci e lui si alzò avvicinandosi aggressivamente verso di me, non risposi alla sua domanda e così mi tirò una sberla per poi lanciare la bottiglia di birra che aveva in mano contro il muro accanto a me facendola andare in frantumi inutile dire che dei vetri mi colpirono. Iniziai a piangere ed avere veramente paura così lo spinsi a terra in modo da prendere il tempo di correre in camera e chiudermi dentro. Mi accucciai sull'angolo della stanza e mentre piangevo e continuavo a sentire i pugni che mio padre tirava alla mia porta notai la valigia.

Era l'unica cosa da fare.

Presi la valigia e ci infilati tutto l'armadio dentro per poi addormentarmi con le lacrime agli occhi.
La mattina mi svegliai e non sentendo niente capii che papà era nel post sbornia e non si sarebbe svegliato prima di un bel po', infatti aprii la porta e lo vidi collassato sul divano.

Era il momento.

Presi tutto quello di cui avevo bisogno e presi la macchina per dirigermi all'aeroporto.
Chiamai Gio nel tragitto e corse all'aeroporto per darmi l'ultimo saluto.
"sei sicura?" mi chiese con le lacrime agli occhi
"si. Non voglio vederlo per un bel po'. Dopo chiamerò mia mamma per digli tutto. Se ci saranno problemi non esitare a chiamare okay?" così finì la conversazione poiché il mio volo stava per partire.
16 ore di aereo.
Mi sedetti accanto a una famiglia, cercai di non dargli molto peso ma continuavo a pensare alla mamma.
Mi infilai le cuffie e così mi addormentai.

◻️◽◻️

Al mio risveglio eravamo arrivati, non avevo mai dormito così tanto ma ne avevo proprio bisogno.
Scesa dall'aereo toccai finalmente per la prima volta dopo anni e anni il suolo coreano; resomi conto della situazione non sapevo se chiamare lo zio dato che ero arrivata in corea 5 giorni prima del previsto. Però alla fine decisi di non chiamarlo almeno fino a sera.
Fuori dall'aeroporto chiamai un taxi e, solo dopo un viaggio di circa una decina di minuti, mi feci lasciare in centro Seoul. Iniziai a camminare e subito vidi tutte queste famiglie felici camminare per strada con il sorriso stampato in faccia.

Ed è così che mi sono ritrovata in questo bar.
Tutta sola e con 4 bottiglie di soju davanti a me.
Era arrivato il momento di chiamare lo zio e 'parlargli', per le poche cose sensate che ancora dicevo data la mia situazione.

"zio! Vienimi a prendere" lo avevo chiamato.
Ma ti pare il modo di parlare a tuo zio? Cioè un 'ciao zio come stai?' non esiste proprio Somi eh?
"Somi?" aveva un tono piuttosto scioccato e io Iniziai a ridere a caso.
Proprio bella figura Somi.
Mi raccomando dai sempre il meglio di te.
"zio vieni da me sono arrivata. Mi gira la testa" e caso Iniziai a piangere. Già, quando mi ubricavo avevo questi sbalzi d'umore e lo zio così capii che ero poco sobria al momento.
"Somi resta ferma lì arrivo." prima di chiudere la chiamata sentii la voce di un ragazzo sottofondo ma non ci diedi molto peso.
Probabilmente era l'effetto dell'alcol.
Uscii dal bar e mi sedetti sul bordo della strada nell'attesa dell'arrivo dello zio. Pochi minuti dopo arrivò una macchina
"Somi!" non alzai la testa perché continuavo a guardare a terra ma capii subito che era lo zio.
"stai bene?" disse e subito vidi spuntare due piedi davanti a me, continuai a tenere la testa bassa ma a un certo punto davanti a me non vedevo più due piedi ma ben quattro.

Ero davvero così messa male?

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