L'ascensore all'improvviso si fermò.
Claire accese la torcia e si guardò intorno nello spazio ristretto spaventata.
Aveva la sensazione di non essere sola perchè sentiva dei suoni come se qualcuno stesse respirando. Il suo petto saliva e scendeva velocemente e quando sentì una voce di bambina chiamarla si spaventò nel vedere una bambina a sedere in un'angolo. Era con le gambe sul petto e le braccia avvolte in esse con la testa chinata.
'Chi-chi sei?' La bambina non rispose. Stava singhiozzando e Claire si avvicinò ma appena la ragazza si era abbassata la bambina alzò di scatto la testa urlando, facendo così indietreggiare Claire. La bambina le strinse i polsi e Claire iniziò ad urlare, tirando via le braccia per liberarsi dalla presa.
All'improvviso la bambina sparì davanti ai suoi occhi. Si alzò e subito dopo sentì qualcosa tirarle i capelli. Iniziò a tirarli fortemente facendo urlare Claire dal dolore. Dopo che riuscì a liberarsi dalla forte presa sentì qualcosa sul suo collo, come se qualcuno la stesse strozzando. Quella presa iniziò a stringersi facendo alzare da terra la ragazza. Ad un certo punto Claire iniziò a vedere una sagoma che la stava tenendo sul collo e che lentamente diventava sempre più evidente: era un uomo. La sua presa si restrinse quando la povera ragazza cercò di parlare, facendola quasi perdere i sensi.
Estrasse il pugnale che aveva nella tasca dei pantaloni. Decise di pugnalarlo dato che l'uomo non sembrava tanto un fantasma, ma appena la ragazza riuscì a tirare fuori l'arma mostrandolo all'uomo tirò un urlo, mollando la presa. Claire cadde a terra coprendosi le orecchie da quanto era forte l'urlo dell'uomo. Non sapeva per quale ragione un fantasma avesse paura di un pugnale. L'urlo dell'uomo diventava sempre più forte finchè non sparì dal nulla. Claire tolse le mani dalle orecchie lentamente e si guardò intorno confusa.
Passati alcuni minuti di silenzio l'ascensore non funzionò ancora e nessuna luce si accese. Claire rimase ancora nel buio dove ormai era terrorizzata, non per il buio ma per cosa potesse succedere in qualsiasi momento mentre lei era bloccata in quello spazio piccolo. Aveva paura di rimanere da sola, anche se ormai era da sola da un bel pò di tempo. Dopo l'incidente e la morte dei suoi genitori tutte le persone intorno a lei, tutte quelle di cui si fidava, se ne andavano uno alla volta e ogni volta che ritrovava la luce in un tunnel lungo e buio quest'ultima si spegneva sempre lasciando la povera ragazza da sola nel buio, costretta a dover trovare un'altra speranza, una speranza che l'avrebbe riportata a sorridere, a vivere felicemente la sua vita, a ritornare ad essere la ragazza che è sempre stata.
Desiderava di non essere mai andata via da Cambridge: se sarebbe rimasta a casa non sarebbe successo niente di tutto ciò; sarebbe a casa sua con i suoi genitori e i suoi amici felicemente; avrebbe trascorso una vacanza come faceva negli anni passati. Voleva con tutto il cuore ritornare indietro nel tempo per evitare quella sera dell'incidente, per non acconsentire di stabilirsi all'albergo DoubleTree quando l'agente Brown glielo chiese. In questo modo avrebbe evitato tutto l'incubo e l'orrore che stava vivendo. Ma come tutti sanno non si può più tornare indietro. Claire doveva essere forte ed andare avanti, la sua vita era appesa ad un filo e se avrebbe commesso anche solo un errore quel filo si sarebbe spezzato. Lei era l'unica che sarebbe stata in grado di fermare la parte oscura di Abbie, l'unica che avrebbe potuto cambiare il futuro per dimenticare il passato, l'unica speranza.
Si mise a sedere in un angolo dell'ascensore posizionando le gambe sul suo petto. Iniziò a muoversi avanti e indietro lentamente, non sapendo cosa fare, mentre lasciava che le lacrime uscissero dai suoi occhi.
Passarono trenta minuti.
Un'ora.
Due ore.
L'ascensore sembrava non volersi più funzionare.
In tutto quel tempo non successe nulla e Claire si calmò un pò.
Decise di dare un'occhiata al suo cellulare.
Era ancora carico, non del tutto, ma funzionava ancora.
Iniziò a guardare le vecchie foto.
La prima era il giorno di Natale, dove c'erano lei e i suoi genitori in montagna. Ricordava quel bellissimo momento con i suoi. Sorrise quando pensò al momento in cui cadeva tutte le volte per il ghiaccio e per come suo padre la sgridava per la sua "disattenzione".
La seconda foto era stata fatta a Parigi con i suoi compagni di classe. Erano in gita e si ricordò di quanto si sentiva a disagio quando sentiva i suoi compagni parlare in francese mentre per lei era già difficile fare una frase sensata.
Le foto continuarono a scorrere. Era incredibile che anche in una sola foto potesse esserci milioni di ricordi. Arrivò all'ultima foto, scattata prima che partisse per Brighton. Singhiozzò per il dolore che sentiva dentro il suo petto. Quel momento fu l'ultima volta nel quale Claire sorrise per davvero.
Ad un certo punto i suoi occhi si fecero pesanti. Si distese sul pavimento e cadde in un sonno profondo.
'Claire!' Una voce maschile la stava chiamando. Vedeva un pò sfocato, quindi non riusciva a vedere chi la stesse chiamando, ma quando finalmente mise a fuoco la sua vista corse verso quella persona e lo abbracciò strettamente.
'Ryan! Quanto mi sei mancato!!' Disse fra le braccia del ragazzo.
'Anche te mi sei mancata!'
'Come stai?'
'Io bene...te piuttosto come stai?' Ryan era un ragazzo sorridente anche nei sogni di Claire, ma anche se era tutto un sogno sapeva che era l'unico modo per comunicare con le persone a lei care. Il viso di Claire cambiò all'istante nel sentire quella domanda.
'Non lo so...ho paura...' Sospirò.
'Non devi averne! Sei una ragazza forte anche se lo neghi tutte le volte!' Sorrise.
Iniziarono un pò a camminare senza meta in quel luogo tranquillo. Era il paradiso? Claire non lo sapeva ma era felice nel sentire Ryan dire la sua felicità in quel posto.
All'improvviso Ryan stava diventando trasparente davanti agli occhi di Claire.
'Ryan!!' Cercò di chiamarlo ma lentamente stava sparendo. Anche l'ambiente intorno a lei stava cambiando, diventando nero.
'Non avere paura! Ti proteggeremo tutti quanti! Uccidi la parte oscura di Abbie come hai promesso a te stessa!' Appena il ragazzo disse quelle parole Claire si svegliò e l'ascensore ha ricominciato a funzionare.
Tutte le luci erano accese e appena le porte si aprirono Claire uscì gattonando velocemente e felice del fatto che finalmente era fuori. Ma la sua gioia non durò per molto.
Hey hey hey!! :DD
Eccovi il nuovo capitolo! Scusate se vi ho fatto aspettare, ma vi prometto che continuerò molto presto anche gli ultimi due capitoli! Non è un bellissimo capitolo...ma spero vi piaccia lo stesso. Se volete leggete anche le mie altre storie! (Grazie in anticipo se lo fate! :D)
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Se volete che faccia pubblicità alle vostre storie sapete cosa fare! (Basta che ricambiate! ;D)
A presto! :)
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Room 335
Horror✔(Storia Completa) [Dal capitolo 9] "Voglio avere qualche informazione sulla stanza 335 e..." "Alloggia nella stanza 335?" chiese il signore senza far finire Claire. "Bhè...sì..." "Non è possibile! Non le dovevano dare quella stanza! é stata vietata...