Capitolo 2 - Il viaggio

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Mi conducono insieme ad Adriana nel treno che ci porterà a Capitol City. Vorrei stare solo in camera a pensare, perché è così che mi piace passare il tempo: riflettendo. Ma naturalmente vengo impedito anche di questo. Infatti Capitol City pone dinnanzi al pensiero vestiti, cibo e lusso. Faccio così la conoscenza dei nostri mentori: Luke, un ragazzo alto e castano, e Dorothea, una signora anziana che sembra però sapere il fatto suo e non sentire l'età dato che è arzilla come un giovane nel fiore degli anni. Dorothea ci saluta "Salure giovani! Come va?" che è davvero una cosa stupida da chiedere a dei ragazzi che sanno che nel giro di meno di una settimana moriranno. Adriana scoppia in lacrime e la capisco anche. Non sono molto esperto in sentimenti umani ma capisco che in quel momento la cosa giusta da fare è abbracciarla e consolarla. Le asciugo le lacrime con quelle mani che non toccano il viso di una femmina da quando mia madre è morta e che per troppi anni non hanno fatto altro che toccare cellulari e sensori di ultima generazione e tastiere di computers. È una bella sensazione. Mi sento importante. La abbraccio e le sussurro all'orecchio: "Ehi tranquilla, qui gli intelligenti siamo noi e lo sanno tutti che l'intelligenza batte sempre la forza bruta. Vinceremo, te lo prometto, e abbatteremo tutte le voci secondo le quali il distretto 3 non conta nulla. E poi non disperare, scommetto che il cibo a Capitol City sarà buonissimo". Con questa ultima affermazione riesco a strapparle un sorriso. È carina. Non avevo mai pensato questo di una ragazza ma immagino ci sia sempre una prima volta. La chioma rossa è fluente e le arriva fino alle spello. Gli occhi sono neri e intensi, tanto che quando cerco di fissarla sono costretto a distogliere lo sguardo. Le scappa una risatina.

In quel momento interviene Luke: "Bene, ora che Adriana sta meglio possiamo iniziare a parlare della vostra strategia. Volete qualcosa da mangiare?". Io (e a giudicare dalla sua espressione anche Adriana) sono molto affamato e accetto con piacere l'invito dato che non mangio da stamattina. Il pranzo è squisito, ci sono 5 tipu diversi di carne che non riconisco, ognuno cucinato in modo diverso. Non sono un esperto né di cucina né di selvaggina ma trovo tutto molto prelibato. Nel frattempo Luke ci parla delle possibili strategie da usare nell'arena, ma io non lo ascolto. Come ho già detto mi piace pensare, così mi perdo nei miei pensieri, tra tutti quegli anni trascorsi senza genitori alla dimostrazione di teoremi matematci su cui ancora mi sto lambiccando il cervello e all'estrazione degli Hunger Games. Mi riporta alla realtà Dorothea che dice "Luke, i ragazzi saranno stanchi. Hanno passato una giornata difficile dopotutto. Lasciali stare". Luke sembra contrariato ma ci congeda senza replicare. Ormai siamo a Capitol City. La città è sfarzosa con grattacieli, schermi giganti sulle pareti degli edifici e infine tutte persone con cellulari super evoluti. Se penso che tutto ciò è possibile solo grazie al mio distretto mi viene una rabbia immensa. Quando arriviamo ci fanno entrare nel nostro appartemento ma solo per un attimo, giusto il tempo di cambiarci e metterci i vestiti ideati dai nostri stilisti. Sono vestiti che sembrano essere attraversati da corrente elettrica. Naturalmente è solo un trucchetto da quattro soldi ma penso che farà colpo su questi Capitolini che non sanno neanche distinguere un conduttore da un isolante. La sfilata va bene. Gli spettatori sembrano contenti dei nostri vestiti ma non estasiati come pensavo. Pazienza, penso comunque che il nostro stilista ha fatto un ottimo lavoro. Quando ci mettiamo a semicerchio sui carri intorno al palco su cui sta il presidente Snow cala il silenzio. Il presidente fa un breve discorso e poi ci congeda. Vado così nella mia camera (al terzo piano come il mio distretto) e sono così stanco che non mi faccio la doccia né mi soffermo ad ammirare meravigliato la camera. Mi addormento immediatamente e l'ultima cosa a cui penso addormentandomi è l'espressione compiaciuta del presidente Snow durante il discorso.

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Allora scusatemi se pubblico solo ora questo capitolo. Nei prossimi giorni cercherò di essere più regolare e frequente. Un saluto a tutti e se vi piace la storia votatela e condividetela agli amici. Poi sia se vi piace che non vi chiedo di lasciarmi un commento magari con delle proposte su come migliorare la storia e/o lo stile di scrittura. Vi ricordo che è la mia prima storia quindi abbiate pietà. In saluto a tutti e buona serata :)

I 36esimi Hunger Games: BeeteeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora