Capitolo 3 : noi

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Victoria si stava torturando le unghie divorata dall'ansia .
Camminava freneticamente avanti ed indietro sotto casa di Lui , ogni tanto , quando il fiato le si faceva pesante e il respiro affannoso e frenetico poggiava la schiena al tronco dell'albero , non uno qualsiasi , quello che aveva ospitato sotto la sua chioma , d'estate verde e folta e d'inverno spoglia e scheletrica, i loro primi baci , segreti , furtivi , ecco come li ricordava, lo stesso su cui erano incise ancora le loro iniziali , alla sola vista di quelle lettere sbiadite e storte , lo stomaco della ragazza si attorcigliò violentemente causandole una forte fitta , chissà , si chiese , se lui se lo ricordava ancora , perché lei mai lo avrebbe scordato , ma lo conosceva , probabilmente non gliene importava più nulla .
Al pensiero di quel ragazzo felice , senza problemi , uscito incolume e senza scottature dalla loro rottura a Victoria ribollì il sangue nelle vene , si sarebbe meritata molto di più di quell'insulso bastardo .
Eppure Appoggiandosi su quel tronco freddo e ruvido si sentì subito protetta , a casa , come se fosse tutto al proprio posto e questo le bastava per placare il timore , i ripensamenti , per alimentare la decisione e la sicurezza .
Fu quando si accorse che un piccolo sorriso le incurvò le labbra che bruscamente si staccò dalla corteccia per riprendere a camminare .
Era già una buona mezz'ora che stava aspettando e chissà quanto ancora sarebbe dovuta stare là , impalata , come una stolta .
Lo stava attendendo , di nuovo , l'aveva già fatto troppe volte nella sua vita e questo la fece infastidire , odiava stare in attesa , soprattutto se si trattava di Lui , una persona a cui non doveva nulla se non risentimento e sano disprezzo .
Ad un certo punto una vibrazione proveniente dalla borsetta la fece sobbalzare , arrestando il flusso di pensieri che governava la sua mente . Quando aprí la pochette per estrarre il telefono , qualcosa le urtó la spalla ,lo scontro fu talmente violento e inaspettato che la borsa le scivoló dalle mani facendo riversare per terra tutto il contenuto .
" che cazzo " disse la persona alle sue spalle .
Victoria si irrigidì , avrebbe riconosciuto quella voce fra mille , era passato un anno , ma più o meno era rimasta invariata , più bassa e rauca ma per il resto era sempre la Sua voce .
La stessa , che anni addietro , aveva avuto il potere di calmarla , di farla sentire a casa , quella che l'aveva fatta sentire amata prima , odiata e trascurata poi . Quel suono così potente , passionale e profondo la tormentò per tutti quei mesi , aveva desiderato tanto dimenticarla , non riuscire più ad immaginarla ... come quando nei sogni tutti i personaggi assumono la tua voce solo perché , nonostante lo sforzo , proprio non riesci a ricordare le loro .
Eppure la sua era sempre rimasta incisa nitidamente nella mente di Victoria .
La ragazza si voltò di scatto e incrociò il suo sguardo.
Per un attimo si sentì mancare il respiro , gli arti erano divenuti molli e instabili come gelatina , il cuore sembrò fermarsi indugiando sul prossimo battito , le faceva ancora quell'effetto , facendola sentire così vulnerabile , scoperta , messa a nudo . Involontariamente arretrò di un passo.
"Damia..." le parole le morirono in gola , erano mesi che non pronunciava il suo nome , era troppo anche per lei.
" Victoria " disse il ragazzo tutto d'un fiato come se quella parola avesse urgenza di essere pronunciata , di uscire dalle sue labbra .
Il tono era ridotto ad un sussurro , sembrava temesse da un momento all'altro lo scoppio di una mina .
Damiano rimase lì , esterrefatto , ad osservarla , meravigliato , ad occhi e bocca spalancata , non ci poteva credere , era tornata .

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