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Un trillo fastidioso comincia a risuonare nell'aria. Penso sia solo un uccellino particolarmente rumoroso ma il suono si fa più acuto e capisco che non ha nulla a che vedere con un animale.

Sembra piuttosto una sveglia.

Cerco di raccogliere le forze per allungare il braccio alla ricerca dell'oggetto ma un fruscio di lenzuola mi distrae.

«Che diavolo vuoi, folletto?» sento grugnire accanto a me. «Spero che tu abbia una buona ragione per avermi svegliato praticamente all'alba».

La voce mi arriva attutita. C'è una specie di fastidiosissimo tamburellio nelle mie orecchie che copre tutto il resto. Sto ancora sognando?

«Cosa? Stai scherzando?» urla la voce. Penso di conoscerla anche se di solito è più acuta e squillante. «Come cazzo hanno fatto? Avevi detto di averli seminati!» continua, furiosa.

Il materasso ondeggia leggermente sotto di me, come se qualcuno si fosse alzato dal mio stesso letto. Ma questo è impossibile, perché io non sono andata a letto con nessuno.

Forse è il caso di aprire gli occhi e capirci qualcosa.

Il tamburellio non è altro che la mia testa che pulsa come se avessi un concerto heavy metal dentro il cranio. Mi porto le mani alle tempie e comincio a massaggiarmele piano.

«Aspetta un attimo, fammi andare a vedere». Sì, la voce è proprio di Lucas ma non capisco perché sia così preoccupato.

Apro gli occhi lentamente e mi prendo qualche secondo per mettere a fuoco l'ambiente.

La stanza è uguale a quella di Henri, solo molto più disordinata. La luce entra appena dalle vetrate, schermate da diversi strati di stoffa. La poltroncina lì di fronte è ricoperta di vestiti. Mi sembra di riconoscere i miei leggins neri e il maglioncino beige con i quali sono arrivata ieri insieme alla tuta prestatami da Henri. Aspetta, questo significa che... Perché indosso solo mutande e reggiseno?

Lucas cammina su e giù per la stanza lanciando imprecazioni ad ogni passo. Ha solo un paio di pantaloncini addosso ed io sono praticamente nuda sotto le coperte. Che diavolo è successo ieri sera? Ora mi sto agitando seriamente.

«Che succede?» chiedo in apprensione tenendomi le coperte strette al petto mentre mi tiro su a sedere.

Lucas si volta di scatto e mi lancia uno sguardo glaciale, quasi volesse scagliarsi contro di me.

Ma è solo un attimo, torna subito in sé.

«Abbiamo un problema», risponde secco.

«Oddio, ti prego non dirmi che noi due abbiamo...» mi sento avvampare dall'ansia oltre che dall'imbarazzo. Non potrei davvero sopportare l'idea di essere finita a letto con uno dei suoi compagni di band, per di più lo stesso giorno in cui ci siamo detti addio.

«Certo che no Annie, per chi mi hai preso? Eri così ubriaca che non ti reggevi in piedi e poi, non farei mai una cosa del genere a Henri», ora sembra ancora più scocciato, quasi offeso dalla mia insinuazione.

«Scusa, mi sono svegliata senza vestiti senza ricordarmi come sia finita in camera tua e tu mi sembravi preoccupato, così ho pensato...» blatero. «Grazie al cielo non è successo niente», tiro un sospiro di sollievo.

«C'è poco da esultare, qui è un gran casino», continua agitato.

«Non capisco, hai appena detto che...»

«Tieni», mi interrompe lanciandomi i vestiti. «Vestiti e poi ti spiego».

Afferro i pantaloni e me li infilo in tutta fretta in preda al terrore. Cos'è tutto questo mistero? Con altrettanta velocità mi metto il maglioncino, non faccio in tempo ad abbassarmelo sulla pancia che qualcuno bussa alla porta.

Just us  |H. S.| In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora