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Per un momento penso si sia davvero fermato il tempo perché non sento nulla, non una voce, non un singolo movimento. Anche il venticello che soffiava fino a un attimo fa si è placato improvvisamente.

Riprovo più volte ma, come già anticipato a Maddie, non c'è nessuno in casa.

«Forse abbiamo sbagliato luogo. Sei sicura che la collana sia collegata a casa sua?» propone.

«Il posto è giusto. Dobbiamo cercare», ribadisco senza esitazioni.

«Tu sei pazza! Ci saranno telecamere ovunque e sensori a porte e finestre, non possiamo entrare in casa senza essere scoperte», scuote la testa allarmata.

«Non voglio entrare. Deve esserci qualcosa qua fuori».

«Qui non c'è niente. La casa è circondata dalle mura, interrotte solo dal cancello per le auto e da quello per le persone. A meno che non cada dal cielo, non c'è nessun bigliettino», ripete con presunzione senza neanche guardarsi intorno.

Non posso essermi sbagliata. Eravamo sul suo letto, ci eravamo appena abbuffati di hamburger e patatine quando ho dato la catenina ad Henri. Dove può aver lasciato il biglietto?

Passo al setaccio ogni singolo mattoncino del muro accanto a me alla ricerca di un buco o una fessura anche piccola in cui possa aver incastrato il foglio. Passo dopo passo, arrivo al cancello pedonale e lo sguardo mi cade sulla buca per le lettere.

Mi abbasso all'altezza della placca in metallo scuro e, scostandola leggermente, infilo la mano dall'altro lato nella speranza di tastare qualcosa che non sia il metallo della porta.

Mi basta muoverla appena di lato per sentire un lieve rigonfiamento proprio sotto la buca. Lo afferro per un'estremità e tiro lentamente sentendo del nastro adesivo cedere.

«Che fai? Vuoi controllargli la posta?» chiede Maddie notando la busta bianca che tengo in mano quando mi rialzo.

«Solo quella che è per me», le sorrido impertinente mostrandole la A impressa sulla carta. Lo sapevo che il luogo era giusto!

Apro la busta con impazienza e ne estraggo una foto. Ritrae un sacchetto della pasticceria della mia famiglia e un paio di bicchieri da asporto, tutto adagiato sul piumone blu scuro del mio letto. Aspetta, come fa Henri ad avere una foto della mia camera a Manchester?

«L'hai fatta tu questa foto?» accuso Maddie mentre si avvicina.

«Che c'entro io?» chiede dopo aver dato un'occhiata all'immagine.

«Chi altri può avergli procurato una foto della mia camera?» la incalzo.

«Non io», nega con convinzione. «Hai già letto la frase dietro?» tenta di distrarmi.

La guardo assottigliando gli occhi mentre lei evita il mio sguardo. Sembra sincera ma ho la sensazione che mi stia nascondendo qualcosa. Tuttavia, non ho voglia di discutere con lei, soprattutto dopo poche ore dal mio rientro in Inghilterra, voglio solo arrivare alla fine di questa giornata e lasciare le domande a domani.

Mi concentro sulle parole sul retro della foto:

Now the sky could be blue
I don't mind
Without you it's a waste of time
Could be blue
Could be grey
Without you I'm just miles away

«È ora di tornare a casa», le comunico in un sospiro dirigendomi subito verso la macchina.

«Prima però ci fermiamo a mangiare qualcosa, sto morendo di fame», alza la voce per farsi sentire allungando il passo dietro di me. Mi volto continuando a camminare all'indietro, i suoi occhi mi supplicano di acconsentire alla richiesta e non riesco a non scoppiare a ridere.

Just us  |H. S.| In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora