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"E' questa la tua idea di passare inosservati? Su una Audi da non so quante migliaia di sterline che urla ehi-guardate-sono-Henri-Byles-sulla-mia-nuova-auto?" apro bocca prima ancora di chiudere lo sportello, visibilmente scioccata. Henri, dal canto suo, sorride allegramente scuotendo la testa. 

"Che c'è?" non riesco a decifrare la sua espressione. 

"Con te è come non essere mai andato via, mi sembra di non vederti solo da pochi giorni", spiega immettendosi nel traffico. 

"Non capisco se lo dici in senso positivo o negativo e comunque, tecnicamente ci siamo visti tre giorni fa via Skype", gli faccio notare. 

"Lo sai che non mi riferisco a quello. Non ci vediamo da più di due mesi e la prima cosa che fai è rimproverarmi", mi lancia uno sguardo divertito per poi tornare a fissare la strada. 

"Che ti aspettavi, trombe e tamburi?" lo rimbecco strappandogli una risata. Solo in questo momento mi concedo qualche istante per osservarlo con maggiore attenzione. Ha i riccioli leggermente più lunghi e spettinati, anche se credo che sia un effetto voluto, le labbra rosa sempre molto invitanti e la pelle più colorita rispetto all'ultima volta che l'ho visto di persona settantadue giorni fa. Se solo non stesse guidando mi lancerei su di lui per baciarlo fino a perdere il fiato. 

Ad ogni semaforo rosso a cui si ferma, la gente lungo i marciapiedi si volta ad osservare l'auto. Attira l'attenzione come una luce nella notte. 

"Forse era meglio se ti facevi accompagnare da qualcuno", mi lamento indicando un paio di ragazzi alla mia destra intenti a fissare a bocca aperta il bolide dei loro sogni. 

"Sono stanco di farmi scarrozzare ovunque, almeno quando non sono in giro con gli altri voglio essere indipendente", sbuffa. "Allora, ti piace?" mi chiede entusiasta cambiando discorso. 

"E' molto bella. Hai scelto questo modello per rimorchiare di più?" lo provoco un po', tanto per rimanere in clima giocoso. Tuttavia, non posso non ammettere che certe foto aleggiano ancora nella mia mente, dettagli e articoli di giornale compresi e questo potrebbe aver leggermente influito sul tono della mia battuta. 

Henri, inaspettatamente, si irrigidisce. Noto subito la mano stretta con forza attorno al volante e il volto farsi cupo. Da quando è così suscettibile? 

"Guarda che stavo scherzando", provo a giustificarmi. Cosa gli è preso? La sua espressione è cambiata in un paio di secondi e la reazione mi sembra davvero eccessiva per una battuta innocente. 

"Merda!" impreca scocciato fissando lo specchietto retrovisore. 

"Cosa?" grido istintivamente in preda a preoccupazione e paura.

"Ci sono i paparazzi", risponde asciutto continuando a lanciare occhiate feroci alle auto dietro di noi mentre accelera. 

"Dove?" mi volto a guardare alle mie spalle. Ci sono molte macchine ma mi sembra che non ci stia seguendo nessuno. Quando, però, ci fermiamo ad un altro semaforo, vedo qualcosa, o meglio qualcuno, muoversi convulsamente due auto dietro di noi sulla corsia di destra. L'uomo sul sedile del passeggiero sta armeggiando con un oggetto che solo ora riconosco come l'obbiettivo di una macchina fotografica. È pronto a prendere la mira come se stesse maneggiando un'arma per poi scattare ma sono ancora troppo lontani per riuscire ad immortalare qualcosa di concreto. 

"Non ti girare, rimani nascosta dietro al sedile", mi richiama bruscamente Henri. Mi rimetto seduta composta senza fiatare e lo guardo aspettare nervosamente che la luce torni verde. La sua mandibola contratta mi rende nervosa e il battito del mio cuore, schizzato alle stelle in un paio di secondi, non accenna a diminuire. 

Just us  |H. S.| In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora