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Martina's pov
Il silenzio nella macchina era tombale.

«A che pensi?» gli chiesi.

«A niente che ti riguardi» a quella risposta il mio cuore si spezzò in mille pezzi.
Chi era questo ragazzo affianco a me? Non lo conoscevo.
Quello che mi era sembrato di conoscere non era così. Era timido, dolce, simpatico, e si imbarazzava per tutto.

Forse non lo conoscevo bene.

"quando conosco una persona, sopratutto se è femmina, sono troppo timido...poi però mi lascio andare"

Forse intendeva dire questo, che quando si lasciava andare cambiava.
Ma com'è possibile? Non sembra una persona così.

«Sei incavolato con me? Cosa ti ho fatto?» gli chiesi.
Aspettai qualche secondo ma nessuna risposta.
Silenzio.
Lo guardai e notai che stava tenendo il volante fortissimo, tra un po' lo rompeva.

Fare silenzio dopo una domanda vuol dire si, no? Però non ha risposto alla mia seconda domanda.
Che cosa ti ho fatto, Jeon Jungkook?
Dimmelo perché a me sembra di non averti fatto mai niente di male da quando ti ho conosciuto. Anzi.

Jungkook's pov
«Sei incavolato con me? Cosa ti ho fatto?» mi chiese.
Aveva la bella faccia tosta di rispondermi così.
Strinsi il volante più che potei, e non risposi.
Mi stava facendo imbestialire.

Non fare tanto la santarellina, tanto lo so che sai chi siamo.
Sei di sicuro una tizia che ci vuole ricattare per poi sbattere in faccia a tutti i giornali che cosa è successo.

Rimanemmo un silenzio per tutto il viaggio in macchina, il che era meglio così, sennò mi sarei veramente incavolato.

«Siamo arrivati scendi, e muoviti» le ordinai, non era da me quel comportamento da stronzo, ma se era veramente chi pensava di essere, era finita.

Entrammo in casa Bangtan e c'erano tutti gli altri che ci stavano aspettando e stavano tutti guardando a Martina.

«Dobbiamo parlare» disse Nam serio e prese Martina per il braccio.

«C-c-che sta succedendo?»balbettó lei.

Nessuno le rispose.
Nam la stava trascinando verso il nostro "ufficio" che proprio ufficio non era.
Ma più o meno dai.

«Siediti in quella sedia di fronte a me» le disse Nam con tutta la calma di questo mondo.
Se ci fossi stato io.

«Andiamo direttamente al punto, dicci, chi sei davvero?» gli chiese.

«Martina Fulgari, ho quasi 18 anni e sono nata a Roma, non vi nascondo niente!»

«Giuralo sulla tua stessa vita che non sei un investigatrice in incognito, o un paparazzo, o un giornalista, un'army o chiunque altro che ci possa conoscere»

«Lo giuro»

«Se stai dicendo una bugia lo scopriamo subito e noi quando diciamo una cosa la manteniamo» aggiunse.

«Non-n sto dicendo una bugia, ma facendo così mi state facendo veramente paura.
Chi siete veramente voi? Perché pensate che sia un investigatrice, una giornalista o quello che è?» disse lei, aveva uno sguardo molto impaurito.

Un errore bellissimo/ J. Jk Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora