ー Jughead si è perso

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Jughead si è perso in un labirinto senza entrata e senza uscita

Jughead si è perso in un labirinto senza entrata e senza uscita

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Forse ti avevo data per scontata, come si da per scontata una stella fissa nel cielo delle notti estive, e non avevo tenuto conto delle nuvole che avrebbero potuto nasconderti dai miei occhi ciechi e stanchi. Forse ti avevo data per scontata, come si danno per scontate la neve in inverno e la afa in estate; oppure come si da per scontato che nella primavera successiva i ciliegi fioriranno. Forse ti avevo data per scontata e basta, senza un come e senza un perché. Ti avevo data per scontata dalla prima volta che avevo posato il mio sguardo su di te, una mattina a scuola. Non ti avevo mai notata prima di allora. Oppure sì, senza accorgemene. Sento che in realtà è proprio così. Avevi i capelli biondi come il grano, raccolti in una coda che raggiungeva a malapena le tue sottili spalle, la pelle chiara e gli occhi brillanti di vita e risplendenti di turbamento. Avrei voluto entrarvi dentro e scoprire cosa li rendessero tanto magnetici quanti logoranti. Il tuo portamento da ottima ragazza della porta accanto ti faceva apparire la classica giovane donna tutta casa e chiesa; la classica giovane donna che poteva avere una cotta per il suo amico di infanzia, Archie Andrews. Il tuo migliore amico. Il mio migliore amico. Non avrei mai avuto alcun dubbio, ci avrei messo la mano sul fuoco, se me lo avessero chiesto. Ad occhi chiusi, avrei scoccato quella freccia che si lasciava dietro parole certe, parole che dicevano "non potresti mai piacere ad una come lei" e sarei stato sicuro di centrare il bersaglio. Ma forse quella con l'arco tra le dita eri tu fin dall'inizio.

La mia vita, fino ad allora, consisteva nel passare i pomeriggi da Pop's a bere milkshake e scrivere articoli su articoli che forse nessuno avrebbe mai letto, se non fosse stato poi per te, in seguito; che forse tua madre, giornalista, avrebbe fatto a brandelli per la mia sete di verità e fame di giustizia. Ammettilo, non le sono mai piaciuto. Come non potei però non innamorarmi di te che avevi il cuore infranto e l'oscurità nei frammenti? Avrei voluto tanto rimetterli insieme e ridargli colore, se solo avessi avuto la forza di raccattarli tutti senza aver paura di romperli ulteriormente. Ero pronto a creare un disastro, una grandine ad agosto, un terremoto sul vento. Ero pronto ad ogni cosa, se tu mi avessi tenuto la mano stretta alla tua e mi avessi sussurrato parole di fiducia in un orecchio. Ero pronto a calpestare le teste delle persone più importanti del mondo e ad usurparle dal loro trono, se tu mi avessi detto che era la cosa giusta da fare. Ero pronto a tutto, se tu fossi stata al mio fianco; anche a raggiungere la Luna sfiorandola con le dita, a guardare il Sole dritto in faccia. E lo ero, lo ero davvero, dal momento esatto in cui ti lasciasti baciare. Avevi le labbra sottili e screpolate, graffianti di sorpresa e dolcezza per il mio polveroso cuore. Ero sicuro di non poter mai amare qualcuno in vita mia. Ne ero fermamente convinto. Ma poi tu hai preso la mia mano e ti sei lasciata accompagnare a scuola, ti sei lasciata ascoltare e mi hai lasciato parlare. Ti sei lasciata cadere tra le mie braccia alla ricerca di un supporto che non ho mai creduto di poterti dare. Ma credimi se ti dico che ti ho amata con tutto me stesso, se ti ho amata come tu amavi i campi fioriti in primavera,

COME SPIGHE DI GRANO ー bughead | OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora