Chapter Two

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-Confusion-

Ailey Pov's

Mi sveglio, aprendo di continuo gli occhi, inizio a spaventarmi appena mi rendo conto di essere nella mia camera, nel mio letto.

Dov'é Lea?

La foresta?

Le ombre?

Quei fluorescenti occhi?

"Forse é stato solo un incubo, Ailey" La mia mente sussurra.

E poi era tutto cosí reale...

"Ailey!" Sento mia madre chiamarmi.

"Vieni a fare la colazione!" Continuó.

Allora, sbuffando, scesi dal letto e intravidi dei graffi profondi nella mia caviglia. Sono confusa, troppo.

Quindi é tutto vero? O magari é un recente graffio del mio gatto?

A svegliarmi dalla mia confusione in testa, fu la voce squillante di mia madre "Ailey!Ci sei?"

Io:"Emh...uh..si, arrivo" Urlo tremolante.

Entro in cucina e vedo tutto apparecchiato.

Un profumo di pastarelle appena sfogliate, mi sveglia, rallegrandomi.

Mi siedo e inizio a mescolare il cacao nel mio latte tiepido.

Afferro una pasterella dal piattino al centro tavola.

Ad un tratto, vedo entrare mio padre, seguito da mio fratello.

Li saluto, sventolando la mia mano e loro ricambiano.

Mia madre mi sorrise e inizia a parlare, sedendosi anche lei.

Mamma:"Non dovevi restare a dormire da Lea?Avete litigato?" Chiese mentre sorseggiava il suo cappuccino.

Cosa le dicevo ora?

Quello che volevo, era solo scomparire, mi portebbero in un manicomio se raccontassi tutto, tra l'altro era tutto falso.

Io:"Emh...cioè...non lo so" Dissi abbassando lo sguardo.

Madre:"Non me ne vuoi proprio raccontare una, eh? Dai, rilassati, farete pace" Disse mia madre sorridendo.

È tutto strano, perchè non mi sono ritrovata nella stanza di una Lea che russa? Oddio, credo di aver bevuto.

Papà:"Mh, un'altra ragazza scomparsa" Sospira mio padre, guardando il piccolo schermo dell'ipad nelle sue mani.

Io:"C-come si chiama?" Avevo tanta ansia, e se fosse proprio Lea? Come reagirei? Non piangere, Ailey, no.

Papà:"Aleandra... Jomask!" Fitta al cuore, adrenalina e tensione nel mio corpo.

Non mi sento me stessa.

Senza pensarci, piango, incessatamente, davanti a tutti.

Odio piangere, ma, Lea non mi può lasciare, non lei. E se fosse tutto vero? La foresta?Le Ombre? Oddio.

Mia madre, capendo mi abbraccia, mentre mio padre mi guarda interrogativo.

"Papà,Aleandra... sarebbe Lea...cioè, ugh" Dissi in lacrime e singhiozzi.

Mio padre non sapeva si chiamasse cosí, le poche volte che lei restava a pranzo, la chiamavo sempre Lea e cosí anche lui fece.

Mio padre rimase paralizzato.

Papá:"Aspetta...quindi tu sai dove è lei, ora?"

Io:"No, cioè..." Dissi ricordandomi tutto.

Mamma:"Tesoro, lascia stare Ailey. Ora vai a farti una doccia e riprenditi, dopo ci racconti tutto" Disse dandomi un bacio nella guancia.

L'espressione di mio fratello era ancora shokkata, non si sarebbe aspettato ciò.

Sospiro e vado in bagno, appena mi guardo allo specchio, non vedo me, ma un Ailey che piange.

No, io non sono questa, io non piango.

"Lea, cosa è successo, dove sei?" Sussurro.

Mi sciaquo la faccia, ma, ancora sono evidenti i miei occhi rossi.

Mi spoglio e entro nella doccia.

Sento l'acqua calda scorrermi nel mio corpo, e del sangue si fa strada dai graffi nella mia caviglia. Una scena rivoltante, ma non sento dolore, anzi non ci faccio nemmeno caso, voglio sapere dove si trova Lea.

Sono confusa...insomma, mi ritrovo in una foresta con lei, e poi ora che ci penso, quella vecchietta, c'entra qualcosa in tutto questo? Magari è tutto un sogno? Sono in coma?

Mi frullarono per le testa domande irrisolvibili, affinché, sento delle sirene della polizia.

Mi affretto ad uscire dalla doccia e prendo il mio accappatoio, asciugandomi il corpo. Prendo la mia biancheria e la indosso, facendo cosí anche con i miei vestiti puliti.

Mi pettino i capelli e nell'instante in cui accesi il Phon, sento delle diverse voci provenienti dalla sala.

Mentre mi asciugo i capelli, penso a come andrebbe a finire se la polizia mi interrogasse sulla notte scorsa, ma il problema é che non lo so e non lo sapró mai.

Spengo il Phon, e apro cautamente la porta del bagno, dirigendomi in sala.

Vedo degli uomini con delle tute con scritto "Police" ed ecco un altro mini crampo al cuore.

Io:"M-mamma?" Barbottai tremolante.

Mamma:"Tesoro, tranquilla, ti vogliono solo fare delle domande" Sorrise mia madre, ma quel sorriso non venne ricambiato da nessuno.

"Ora lei deve venire alla centrale per alcuni quesiti. Se non ci racconta nulla, siamo costretti a chiamarle un psicologo specialista." Spiega uno degli uomini della polizia.

A quella affermazione, ribollí dalla rabbia.

Io:"Cosa?!Non sono matta!Non ho bisogno di uno psicologo, perlopiù specialista!" Urlai e corsi in camera mia,chiudendo a chiave, avevo bisogno di tranquillità.

Sento mia madre chiamarmi molte volte, bussando insistente. La sento allontare e dire qualcosa agli uomini.

"La verremo a prendere domani alle 15:00, signora Kalman"Disse uno di loro.

No!No!No!

Quegli uomini sono pazzi, io non racconto nulla e non vado da nessuna parte, non voglio.

Io andró a cercare Lea, morta o no, ci vado lo stesso.

Dark Forest-The Haunted [ON HOLD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora