Come ogni mattina, prima di andar a scuola, mi incontrai con le altre e raccontai tutto ciò che avevo tenuto per me. Kate non fu molto contenta della mia scelta, ma comunque non disse niente di particolare. In classe le ore non passavano mai, e la stanchezza cominciava a farsi sentire. Non appena suonò la campanella io e Kate salutammo le altre e ci avviammo verso casa. Tra noi si era creato un silenzio, alquanto insolito <<Kate cos'hai?>> <<Niente>> <<Non dire cazzate>> <<Niente..Davvero>> <<Kateeee>> la rimproverai <<Ok vuoi sapere cos'ho?>> annuii <<Ho solo paura per te>> <<Ma per cosa? E' un lavoro come tutti gli altri>> sbuffò e scosse la testa <<Ti metterai nei guai>> <<Hai voglia di litigare oggi?>> <<Per niente, sono tranquillissima. Mi hai chiesto cos'avevo e te l'ho detto>> <<Si ma non capisco perchè stai dicendo che mi metterò nei guai... E'... è assurdo Kate!>> <<No Giada... Sei tu assurda ed imprudente. Non capisci che non sei ancora maggiorenne e lavori in un pub, dove entrano adulti, che si ubriacano come matti e poi torni a casa da sola di notte!? E se qualcuno ti prende di mira e ti aspetta all'uscita? E se...>> <<Kate basta... Sai come sono e non ho bisogno di nessuno. Questa storia chiudiamola qui. Tu forse non capisci come vivo a casa e non ti permetto di giudicare questa mia scelta>> mentre parlavo, ormai su di giri, Kate scosse la testa più volte <<Tu non hai capito nulla Giada. Se non accetti il mio pensiero a questo punto perchè ne parliamo? Non vuoi accettare la verità, e ti senti sempre invincibile, ma prima o poi avrai bisogno di qualcuno. Non potrai risolvere e affrontare, sempre tutto da sola...>> <<Grazie del conforto...>> proseguii il cammino da sola e lei andò verso casa sua. Non ci salutammo, e le sue parole, rimasero impresse nella mia mente. Ogni qualvolta discutevamo, io ci stavo male, ma per il mio dannato orgoglio non mi sarei fatta sentire. Dopo aver pranzato e sistemato casa, salii in camera impostai la sveglia e riposai un pò. Non appena la sveglia suonò, sobbalzai per lo spavento e parecchio intontita, andai a fare una doccia per poi dirigermi a lavoro. Non appena arrivai al pub salutai Emy e David, per poi mettermi all'opera. Dopo aver sistemato tutto, uscii con Emy a fumare una sigaretta, perchè non c'era nessun cliente. <<Cos'hai?>> <<Niente perchè?>> finsi un sorriso <<Sei strana. Nervosa?>> <<Leggermente>> <<L'ho notato da quando sei arrivata. Se ti va di parlarne, io ci sono>> <<Grazie Emy, ma non è niente di grave>> <<Come vuoi. Comunque rientriamo che è arrivato il gruppo delle snob>> fece una smorfia schifata, che mi fece ridere e subito dopo rientrammo. <<Emy come stai?>> disse una biondina, abbastanza irritante <<Benissimo grazie tu?>> Emy finse un sorriso e la biondina, voltò subito lo sguardo, per guardarmi meglio <Bene... E tu? Chi saresti?>> <<Piacere Giada>> <<Mmm capito... Una nuova>> disse con una odiosissima smorfia, avevo voglia di prenderla a schiaffi, ma continuai a controllarmi e sorridere. Poco David ci raggiunse e la biondina con le sue amiche oche comiciarono a circondarlo, strusciandosi su di lui. <<Odiose>> sussurò Emy <<Ohhh sii... hai proprio ragione!>> scoppiai a ridere e non appena mi voltai, notai lo sguardo di David, fisso su di me. Continuai a sorridere, scuotendo la testa e lui mi strizzò l'occhio. <<Hey amica, fai uno strano effetto ai maschioni>> <<Emyyyy...Che dici!>> rise e le diedi una gomitata. Con il passar delle ore, il locale si riempì e le ochette di ceramica erano abbastanza ubriache, da passare da un uomo all'altro. A fine serata salutai tutti e mi diressi a casa, ma durante il tragitto sentii delle urla in un vicolo poco illuminato. Prima di avviarmi verso quelle urla, spiai dall'angolo e notai il "gruppo delle snob". Non capii cosa stava succedendo, ma ero curiosa, così le raggiunsi e subito dopo mi feci spazio tra loro. <<Che cazzo state facendo?>> dissi nervosa e loro mi fecero spazio, guardandomi sbalordite. <<Senti signorina... Fatti gli affari tuoi ok?>> <<Hey bionda tinta, è meglio che chiudi quella fogna e la lasci stare ok?>> una ragazza era seduta in un angolino, con un labbro rotto e gli occhi gonfi per le lacrime. <<Cos'hai detto?>> si avvicinò minacciosa <<Hai sentito bene>> <<Io ti spacco la faccia!>> <<Fai pure...>> mi accesi una sigaretta e le buttai il fumo in faccia, a mò di sfida. Si avvicino ancor di più ed io misi le braccia conserte e le ridevo in faccia <<Fai ridere... Quasi non ti reggi in piedi>> <<Non mi sfidare... Hai capito?>> <<Bla Bla Bla... Vai a nanna bambolina! E voi seguitela>> una ragazza rossiccia, tirò la biondina e fece segno alle altre di andar via, ma la biondina non si dava pace <<Non finisce qui stronzetta...>> <<Certo che non finisce qui... ci rivediamo quando sei sobria. Ciao>> andarono via ed io mi avvicinai alla ragazza aggredita. Aveva ancora le gambe al petto e le mani sul viso. <<Fa' vedere>> le alzai il mento ed estrassi i fazzoletti e l'acqua per tamponare la ferita <<G-grazie>> <<Figurati>> per non essere invadente, non chiesi il motivo della lite e continuai ad asciugarle il sangue <<Quanto vorrei essere come te!>> mi sorrise ed io ricambiai <<Lo diventerai credimi>> <<Non riesco. Sono anni che subisco ma non trovo mai il coraggio di affrontare chi mi fa del male>> <<Arriverà il giorno che non ce la farai più e sarai più forte che mai. Tempo al tempo!>> <<Lo spero>> <<Dai su... Alzati, ti accompagno a casa>> <<No no tranquilla ci vado da sola. Non è molto lontano di qui>> <<Dai lasciati accompagnare non è un problema>> <<Ok>> mi sorrise e l'accompagnai <<Ecco, sono arrivata>> <<Ok buonanotte allora!>> <<Buonanotte a te. E ancora grazie!>> <<Di niente>> le sorrisei e lei ricambiò <<Comunque mi chiamo Ash>> <<Io Giada... Notte>> <<A te!>> la salutai e tornai a casa. Vedere quella scena mia aveva fatto ribollire il sangue. Era scorretto prenderserla con chi non si sarebbe saputa difendere. Quelle stronze avevano bisogno di una lezione, ma come sempre,avrei aspettato il momento giusto. Salii in camera distrutta, infatti crollai in men che non si dica. La mattina seguente, Kate mi aspettò al solito posto e ne fui contenta <<Buongiorno>> <<A te>> <<Allora? Cos'hai fatto ieri?>> <<Niente di speciale. Sono uscita un pò con Lusy, ma sono rientrata presto. A te? Com'è andata?>> <<Bene bene... ma non immagini cosa mi è capitato>> <<Racconta>> mi guardò perplessa e nei suoi occhi leggevo un pizzico d'ansia <<Ieri sera, durante il ritorno a casa, sentii delle urla. Provenivano da un vicolo cieco, e ovviamente mi avviai verso le urla per la curiosità>> <<E quindi?Chi era?>> disse curiosa <<C'era un gruppo di oche, che accerchiavano, mezze ubriache, una povera ragazza>> <<Stai scherzando?>> sbarrò gli occhi <<Lo sai che non ci scherzerei mai su queste cose>> <<E tu cos'hai fatto? Scommetto che come al solito hai fatto la paladina della giustizia>> scoppiammo a ridere <<Che cretina. Comunque non potevo rimaner con le mani in mano, per cui le ho cacciate e ho aiutato la ragazza>> <<Brava...La conosco?>> <<Sicuramente di vista. Si chiama Ash>> <<Caspita... La conosco! Ha gli occhi chiari e i capelli castani/biondi, ondulati?>> <<Sisi esatto!>> <<Poverina. Ormai l'hanno presa di mira, è da tanto che va avanti questa storia. E' una brava ragazza anche se spesso è lei che sbaglia>> <<Perchè?>> <<Perchè non appena fa amicizia con qualcuno, combina disastri. Forse non lo fa apposta ma va sempre così>> <<Capito...>> <<Sai viene alla nostra scuola>> <<Ah mai vista>> <<Si, sta al terzo piano. Fa il corso di biologia se non erro>> <<Ah capito>> dopo aver preso un cappuccino con le altre andammo a scuola e durante l'ora di educazione fisica scaricai un pò di ansie. Avevo le cuffie nelle orecchie e cominciai a correre lungo tutto il campo, ma dopo circa mezz'ora di corsa mi fermai sfinita. <<Giada basta, finirai per collassare>> <<Tranquilla Kate>> <<Fa' come vuoi....Tanto darti consigli non serve a nulla>> scoppiai a ridere e ripresi a fare stretching. Finalemente la campanella segnò la fine delle ore scolastiche e tornai a casa. La serata poi, si svolse come tutte le altre e sfinita tornai a casa.
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~Voglia di urlare~
General FictionNon aspettare di finire l'università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno...