Day 11.

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Stamattina stranamente mi sono svegliata con il piede sbagliato, mamma è il suo compagno hanno litigato di notte e ho potuto sentire lei che veniva trascinata da una parte all'altra della camera, per poi essere abusata. Una volta ho anche provato a fermare tutto ciò ma è inutile, lei mi rimprovera se lo faccio e mi dice di starne fuori, così quando dopo un po' di volte ho deciso di lasciar perdere, devo sopportare i rumori più angoscianti di sempre, sperando di non doverla portare in ospedale, o ancora peggio di trovarla senza vita.

Oggi ho optato per un look all black, una felpa nera, dei jeans strappati e le vans, penso mi doni il nero: come dico sempre il nero è il mio happy color.

Camminando per strada ripenso a tutto quello che mi sta capitando ultimamente, da mamma a Hoseok, all'aggressione.

parli del diavolo

"Hey"

è lui

"Ciao" gli rispondo, con un sorriso

"Pare che oggi faremo la strada insieme" mi dice

"Già" 

Camminiamo lungo il marciapiede, lo guardo e noto ogni suo particolare, la cosa che preferisco è il suo sorriso, si illumina, poi noto le sue fossette e successivamente il suo piccolo neo vivino al labbro superiore; successivamente guardo le sue piccole orecchie che escono dalla cuffietta e mi scappa una piccola risata.

"Come mai ridi?" mi chiede curioso

"Mi piace come porti la cuffia, sembri un piccolo elfo" rispondo sorridendo

Io e lui siamo proprio diversi, lui è un piccolo sole, è sgargiante e colorato, mentre io sono la luna, certo da un lato sono illuminata, ma il lato opposto?

Continuiamo a camminare, ogni tanto mi guarda e mi sorride, passando affianco al parco mi indica una gatta con i suoi cuccioli e i suoi occhi si trasformano in due cuori vedendo la scena tenera dei gattini che miagolano.

"Ti piacciono tanto, vero Hobi?"

"Hobi?"

"Si, è il tuo nuovo soprannome ahahah"

Scoppia a ridere, poi mi da una pacca sulla spalla 

"Va bene stupida"

"Scusa? Stupida chi?"

"Proprio tu stupidina" dice facendomi la linguaccia

Continuiamo a ridere e scherzare, ma a un certo punto arriviamo vicino al mio posto di lavoro

"Penso proprio che sia ora di andare" gli dico

"Già, aspetta un attimo solo"

Lo guardo con una faccia perplessa mentre si gira di spalle e scarabocchia qualcosa su un bigliettino per poi prendermi una mano e lasciarlo dentro di essa.

"Ora vado, ci vediamo presto!" mi dice con una faccia timida mentre si sistema i capelli all'interno della cuffia.

Mentre corre via con lo zaino in spalla apro il bigliettino e leggo

"Domani possiamo rivederci?"

Lo chiamo a voce alta, anche se è a una discreta distanza mi sente e si gira 

"Si! Possiamo!" 

Nel suo viso si forma un sorriso a 32 denti a forma di cuore. 

"A domani allora!"

A Piece Of Paper.|| J.HS.|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora