Capitolo uno.

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Venerdì

14/10 (Gio.)

Abbigliamento:

  -Jeans a gamba dritta

  -Camicia blu scuro (non era sporca:rimessa nell'armadio.)

  -All star blu, basse,che fanno venire le vesciche.

Scuola:

   -Portare libro d'inglese

   -Far firmare a mamma l'autorizzazione per storia

   -Domani compito in classe di spagnolo (fuori programma)

  

Note:

   -Oggi ho mangiato tonnellate di carboidrati (mamma ha comprato il gelato alla menta con scaglie di cioccolato!)

   -Ho ordinato il mantello per Halloween

Il venerdì non dovrebbe essere un bel giorno?

Questo è cominciato male.

Gli appunti sul mio comodino non dicevano nulla di utile.Le mie palpebre non ne volevano sapere di aprirsi, i miei jeans preferiti erano a lavare e in frigo non c'era il latte.

E, peggio ancora, il mio cellulare era morto: lo scintillante telefonino rosso ciliegia, che avrò finché non mi cadrà in un tombino, è di quelli che hanno l'agenda e le sveglie promemoria. In poche parole, la mia coperta di Linus tascabile e socialmente accettabile.

<<Non succederà nulla>>, ha detto mia madre stamattina, mentre mi accompagnava a scuola.

<<Come fai a dirlo?>>, le ho chiesto. <<Magari oggi ho un mostruoso compito in classe di matematica. O ci sarà un'assemblea senza che lo verrò a sapere>>.

<<Si tratta solo di un giorno Louis. Non ti succederà nulla a stare un giorno senza telefonino. >>

<<Per te è facile dirlo>>, ho borbottato, guardando fuori dal finestrino.

Ora, adesso, qui, ho la prova che mia madre si sbagliava. Mi succede qualcosa a stare un giorno senza telefonino. Oggi è il giorno in cui avrei dovuto portare una maglietta di ricambio per la lezione di ginnastica. Se il mio cellulare non fosse morto (il telefonino che io e mia madre abbiamo programmato insieme all'inizio dell'anno, inserendo piccoli ma importanti promemoria come questo), mi avrebbe dato istruzione, con i suoi minuti caratteri in stampatello, di portare una maglietta per Educazione Fisica, oggi.

Dunque oggi è il giorno in cui mi ritrovo, in pantaloni da ginnastica e felpa pesante, a interrogarmi sul da farsi. Per giocare a basket (che è ciò che faremo, stando a quanto scritto sulla lavagna appesa vicino alla porta dello spogliatoio), non posso davvero indossare una felpa, perciò chiedo a Luke se ha una maglietta in più. Non diventeremo mai veramente amici, eppure la sua reazione è iperentusiasta. <<Ma certo, Louis, tieni! Ti sei di nuovo dimenticato la maglia pulita, eh?>>

Di nuovo?

Mi appunto mentalmente di scrivere un appunto vero più tardi e, allo stesso tempo, mi chiedo come mai la nota di oggi non dicesse di portare una maglietta da ginnastica. Luke interrompe il corso dei miei pensieri.Sorride e mi porge un'enorme t-shirt  verde fosforescente con un gatto che sorride raggiante e dice:<<Ti miau-guro una bella giornata!>>.

<<Grazie Luke.>>,borbotto prendendo la maglietta e infilandomela rapidamente. Ho la sensazione che Luke mi sta guardando. Gli do un occhiata e scopro che,sì,mi sta osservando. Ci scambiamo un affidabile cenno del capo prima che getti i miei abiti nell'armadietto,lo chiuda sbattendo lo sportello e mi avvìì verso la palestra.

Camminando,due pensieri mi attraversano la mente. Primo,mi domando se la professoressa Martinez mi lascerà andare in infermeria a prendere un cerotto per coprire la dolorosa vescica che ho sul calcagno e che sento strusciare contro la scarpa da ginnastica a ogni passo. E,secondo,non posso che ringraziare la mia buona stella per il fatto che solo le altre dodici anime sventurate che hanno ginnastica alla prima ora mi vedranno conciato in questo modo orrendo.

Sfortunatamente per me,la professoressa Martinez è una donna dal cuore di pietra.

<<No>>.risponde,quando le chiedo il permesso di andare in infermeria prima che inizi la partita.

<<No?>>,domando incredulo.

<<No>>,ripete,con occhi neri che mi sfidano a ribattere.

Tiene il fischietto tra le labbra,pronto all'uso.

Siccome non sono stupido.non insisto. Al contrario,ritorno zoppicando alla panchina,raggiungo i miei compagni di squadra e mi riprometto di giocare sopportando il dolore. Poi,a metà di quella che molto probabilmente è la partita di basket col punteggio più basso in tutta la storia degli sport liceali,un rumore rimbalza echeggiando nella palestra e,in un colpo solo,mi fa rizzare i peli sulle braccia,mi rompe i timpani e mi fa battere i denti.

All'inizio,non capisco cosa stia succedendo.

La professoressa Martinez sventola con un braccio in direzione dell'uscita e i miei compagni s'incamminano pigramente verso la porta. E' allora che realizzo.

Si tratta di un esercitazione antincendio.

Noi studenti del liceo Meridan stiamo per uscire dall'edificio. Tutti e 956.Proprio mentre io,Louis Tomlinson,sfoggio una t-shirt verde fosforescente con un gatto che dice <<Ti miau-guro una bella giornata!>>.

Già,è davvero una bella giornata.

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