ᴏɴᴇ sʜᴏᴛs - marvel

when we firts met - ꕥ

Breve introduzione,
Da vecchia diciassettenne sentimentale quale sono, anche stavolta colgo l'occasione del compleanno di Tony per pubblicare una nuova raccolta.

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Personaggi: Tony [ed altri]
Ship: stony
Ambientazione: Movieverse
Trama: Non ve la dico ;) (delucidazioni a fine capitolo)

Note: Ciò che vedete scritto in corsivo è principalmente quel che dice/pensa il Tony-del-passato o un qualsiasi altro personaggio del medesimo "tempo". Come se fosse tutto questo fosse un flashback con il Tony-del-presente come voce narrante. Spero non sia troppo confusionale.

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N.B. Scritta prima di Endgame, circa due mesi prima, e con nessun riferimento o spunto preso dal film o dai trailer (che non ho avevo visto comunque per principio).

N.B.2 Se vedrete questo simbolo [ꕥ] vuol dire che la One-shot è collegata alla storia "Auntie Peggy".

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Il primo incontro con Steve Rogers?
Lo ricordo come se fosse accaduto ieri.

Non fu memorabile come la mia entrata ad effetto a Stoccarda, quando combattevamo contro la versione emo-vichinga di Bambi*, o come la nostra breve conversazione sul quinjet poco prima che Point Break irrompesse e sequestrasse il fratellino. Non fu nemmeno esattamente uno dei nostri più lieti incontri e, da parte mia, devo dire che speravo vivamente di poterlo evitare del tutto quel primo incontro, all'epoca. Il destino però aveva deciso diversamente.

- Spero per Fury che stia arrivando come minimo la terza Guerra Mondiale. Chiamare alle 6:00 di mattina, di domenica mattina, è un vero e proprio sacrilegio; una dichiarazione di ostilità già bella che firmata. Ah- il posto dovrebbe essere questo. Il famoso Triskelion. Devo dire che lo immaginavo più grande -

Come spesso accadeva a quei tempi, lo SHIELD mi tempestava di telefonate ma la maggior parte delle volte riuscivo ad evitarle elegantemente, rifiutando di rispondere a prescindere al telefono. Pepper mi fece una lavata di capo più volte perché finivo col declinare anche le sue telefonate. JARVIS, quella volta, ebbe la malaugurata iniziativa di passarmi la chiamata e quindi fui... non direi costretto, diciamo "caldamente invitato" a presentarmi per un incontro della massima importanza. Fu la curiosità a farmi lasciare il mio laboratorio, non certo la minaccia di inviare Coulson con una squadra di prelievo.

Ad ogni modo, ero a Washington e stavo vagamente osservando l'architettura futuristica del quartier generale non-tanto-segreto dello SHIELD.

- un'agenzia governativa segreta non così tanto indiscreta, dopotutto. Avranno il logo stampato anche sui cestini dell'immondizia e sulle tavolette dei gabinetti? Certo che Monocolo poteva evitare di inviare Agente a prelevarmi ed interrompere il test della Mark VI. Avrei risposto alle sue telefonate entro una settimana o due -

Ok, lo ammetto: avevo deciso che avrei controllato i cestini ed i gabinetti in cerca del logo dell'agenzia prima di andarmene, per togliermi lo sfizio. Sempre che Coulson non avesse deciso di farmi compagnia anche nel viaggio di ritorno per assicurarsi che lasciassi effettivamente l'edificio e non ritentassi di infiltrarmi nel sistema operativo. Agente era una vera spina nel fianco, talvolta, ma lo apprezzavo. Era un tipo tosto e sapeva tenermi testa; e non è da tutti. Saremmo potuti diventare buoni amici col tempo ma lo stesso infame fatuo che mi aveva condotto sulla via di Rogers, aveva interrotto quella di Phil Coulson.