IV.

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Four.

Le due ragazze camminano per le vie della zona più brutta di Miami notando quanto deserte possano essere tranne in qualche punto dove qualcuno sostiene uno scambio di soldi per droga e dopo va via, questa è l'unica interazione di queste stradine. Da quando sono uscite dal locale né la detective né la ragazza che la guida fiatano, una per assenza di parole l'altra perché è persa nei suoi pensieri più profondi e quando entra in essi, non riesce ad uscirne. È solo con la voce di Lauren che si risveglia e dopo aver parlato la guarda, anche se non vede molto essendo circondate dal buio.

«Dove stiamo andando?». Ciò che esce dalla bocca della più alta risuona nel vicolo vuoto e il suo tono è abbastanza serio, non sa bene come comportarsi visto che non conosce la ragazza che cammina al suo fianco.

«Al condominio». Risponde tranquilla la più bassa e Lauren non può non notare la sua voce dolce.

«Ed io dovrò stare la?». La castana annuisce come se lei la potesse vedere in mezzo all'ombra.

«Chi entra in questo giro è obbligato a stare qui, alcuni hanno molti lussi, altri meno. Dipende solo che al capo stai simpatico e dai buoni risultati». Spiega e la più alta la ascolta con attenzione. Finalmente dopo aver camminato per un po' arrivano davanti ad un palazzo, la ragazza apre il portone e insieme salgono le scale. Continuano a salire le scale fin quando arrivano al terzo piano e quando si fermano la detective aspetta la sua guida che inizia a bussare ad una porta.

«Non è ancora pronta».

«Ma lei è qui».

«Mi dispiace Camila, ma purtroppo sarà libera solo domani». Così Lauren scopre anche il nome della ragazze che le fa strada, lei ringrazia e quando la porta viene chiusa guarda la più alta.

«Dovrai restare con me questa notte, spero non ci sia nessun problema». Lei abbassa di poco gli occhi come se si stesse vergognando di se stessa.

«Nessun problema». Detto ciò Camila le fa strada verso il suo appartamento che si ritrova sullo stesso piano, solo che lei abita nella parte opposta. Esce dalla tasca le sue chiavi e apre la porta subito dopo aver girato la chiave nella serratura. Lauren si guarda attorno dopo aver lasciato chiudere il portone alle sue spalla e nota che l'appartamento non è molto rovinato ma è spoglio, al suo interno non c'è molto. In una stanza si trova una cucina normale, non grande e non piccola insieme ad un tavolo, nell'altra sala un divano e una televisione ma nient'altro e in fondo ci sono altre due porte, probabilmente il bagno e la sua stanza. È molto pulito e sistemato nonostante sia una casa molto vuota questo fa pensare a Lauren che la ragazza con cui sta avendo a che fare sia una persona ordinata.

«Per sta notte dormirai qui, spero starai bene». Informa la padrona di casa aprendo una porta che sicuramente appartiene alla camera da letto e, quando entra, la detective nota molto ordine anche qui dentro. Il letto fatto, tutto sistemato senza nulla in giro. Non è grandissima la stanza ma giusta, un letto matrimoniale, una piccola scrivania e un armadio accanto, altra luce viene emessa dalla finestra sulla parete sinistra, che lascia vedere il cielo, un panorama bellissimo.

«C'è anche un bagno personale». Informa indicando una porta sulla destra per poi mettere le mani nelle tasche anteriori dei suoi pantaloncini e abbassa la testa, non sapendo cosa altro dire.

«Ti ringrazio per la tua disponibilità, e perdona quest'invasione». Si scusa la detective e questa volta assume un tono meno serio e si addolcisce leggermente ma restando sempre professionale.

«Oh.. non scusarti. Non è colpa tua». La più piccola accenna un sorriso e la più grande fa lo stesso. Dopodiché Camila si dirige verso la porta per poi aprirla ma prima di uscire la guarda.

«Non.. so ancora il tuo nome».

«Lauren. Lauren Jauregui».

«Allora, buona notte Lauren». Sentendo il suo nome pronunciato da quella ragazza minuta prende il labbro inferiore tra i suoi denti mordendolo.

«Buona notte a te Camila». La più piccola alza la testa di scatto e la guarda per poi uscire dalla stanza e lasciare Lauren da sola che stremata si siede sul letto facendo rimbombare nella stanza un sospiro, non saranno giorni facili i suoi ma non può più tirarsi indietro, ha preso in mano un compito e lo porterà a termine.

Un telefono inizia a vibrare nella sua tasca e dopo averlo preso nota che a chiamarla è la sua migliore amica, Normani, era abbastanza strano che ancora non si fosse fatta viva.

«Mani».

«Lauren, stai bene?».

«Sono viva, non preoccuparti».

«Hai scoperto qualcosa?».

«Ad essere onesta non troppo, dammi un po' di tempo e ti saprò dire di più».

«Va bene, sento la tua stanchezza da qui, va. Ci sentiamo domani».

«Notte Mani».

«Notte Laur».

La nera stacca la chiamata e Lauren decide di fare una doccia e subito dopo sedersi sul letto e iniziare a prendere appunti. Comincia con il descrivere ma data di oggi, descrive il luogo dell'incontro ovvero il Beer e in oltre comincia a descrivere per filo e per segno le persone che ha incontrato oggi compresa Camila, vuole scoprire di più rispetto a questi individui e domani ne avrà occasione, adesso è abbastanza stanca e subito dopo aver puntato la sveglia alle sette e trenta esatte porta la testa sul letto e chiude gli occhi finendo per addormentarsi dopo poco.


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Salve salve, ecco a voi un altro capitolo e nulla spero vi piaccia.

-Ila

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