capitolo 3

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Le settimane passarono velocemente e ottobre arrivò inaspettatamente.

Il mio rapporto con Ester si stava fortificando sempre di più ed ero molto felice di questo.

Mi preparai in fretta e in furia perché come sempre ero in ritardo.

Arrivai a scuola con un ritardo di mezz'ora e alle prime due ore avevo il severissimo professore di latino.

<<Signorina è mai possibile che ogni volta deve interrompere la mia lezione in qualche modo?>>

<<Mi scusi, non mi è suonata la sveglia! >>

Invece ti è suonata eccome, sei stata tu che l'hai silenziata 8 volte.
'sta zitta.

<<Mi sono scocciato del suo atteggiamento, oggi trascorrerà le due ore nel corridoio con una bella annotazione sul registro!>>

<<Semplicemente perché sono arrivata in ritardo? >>

<<Oh no signorina. È arrivata in ritardo di ben 30 minuti e senza la giustificazione di un genitore , inoltre interrompe sempre le mie lezioni , quindi ora si accomodi fuori e non me lo faccia ripetere due volte! >>

Uscì senza replicare sbattendo la porta.

                           ***
Mancavano ancora circa 50 minuti alla fine della seconda ora e stavo scorrendo tranquillamente sulla bacheca di Instagram quando un rumore in mezzo a tutto quel silenzio mi fece sussultare.

Un ragazzo aprì la porta della sua classe - presumo- la chiuse con forza e si sedette a terra, con la schiena appoggiata ad essa, proprio nella mia stessa posizione.

<<Vedo che cacciare le persone dalla classe in questa scuola è un hobby>> disse il ragazzo del 4B liceo classico.

<<Già>> risposi.

<<Sei nuova, non ti ho mai vista? >>

<<È ormai un mese che vengo in questa scuola>>

<<Non ti ho mai notata, allora come mai sei qui? >>

Io invece ti avevo notato

<<Nemmeno io, sono in arrivata in ritardo e tu? >>

<<Usavo il telefono in classe>>

<<Oh, da uno del classico non me lo sarei mai aspettata. >>

<<Oh una dello scientifico che arriva in ritardo. Ma voi non misurate il tempo? >>

Scoppiai a ridere.

<<Magari fossero così semplici gli argomenti di fisica. >>

Lui si alzò da quella posizione e si sedette di fianco a me. Devo ammettere che è davvero un gran bel ragazzo.

Il naso all'insù, le labbra carnose e il suo ciuffo castano chiaro lo rendevano simile a tanti ragazzi della nostra età, ma i suoi occhi no.

Non so spiegare bene le varie sfumature dei suoi occhi. Il verde ed il celeste si intersecano creando un colore mozzafiato.

Rimasi incantata dai suoi occhi, anche io avevo gli occhi chiari, ma di un colore molto comune, mentre i suoi erano molto particolari.

<<Ti va di andare a fare un giro con questo bel sconosciuto? >>

Certo puoi anche ingravidarmi se vuoi

<<Meglio che star seduta quindi a non far nulla.>>

<<Ti porto in un posto che sicuramente non conosci. >>

<<Interessante>>

Iniziammo ad incamminarci e nonostante il mio metro e sessantasette circa di altezza vicino a lui mi sentivo un nano.

<<Allora come ti chiami piccola scienziata? >>

<<Celeste, e tu piccolo classicista? >>

<<Christian all'anagrafe, Chris per tutti>>

I corridoio sono deserti, eccezione per qualche collaboratore scolastico che ama girovagare tra le classi.

<<Eccoci arrivati>> dice Chris aprendo una porta che da su una terrazza dove si vede Roma in tutta la sua bellezza.

<<È bellissima>> dico con occhi sognanti.

<<Come darti torto, la nostra Roma è bellissima>>

<<Già, non me la ricordavo così bella>>

<<Non sei di Roma? >>

<<Sono nata e cresciuta qui poi mi
sono trasferita a Milano ed ora sono tornata>>

<<Perché sei andata a Milano? >>

Tasto dolente caro Christian.

<<Non mi va di parlarne>>

<<Certo, sono uno stupido... scusami>>

<<Tranquillo>>

Lui in risposta accennó un timido sorriso, pensavo fosse diverso, di solito tutti i bei ragazzi sono stronzi, egocentrici e superficiali lui no.

Ma se neanche lo conosci
'sta zitta, lo sai che io sono una sensitiva.
Certo, mi scusi Lydia Martin.

<<Manca ancora più di mezz'ora, che palle>> disse lui dopo interminabili minuti di silenzio.

<<Almeno sei in ottima compagnia>>

<<Non ne dubito>>

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