capitolo 6

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<<Dai è palese che ti piace>> disse Ester sorridendo maliziosamente.
<<È da vedere, non voglio illudermi, si sa che i maschi sono tutti uguali. >>

Lui non è come tutti gli altri
Devo ancora conoscerlo bene.

<<Devo scappare perché domani ho compito di francese e devo studiare, ci sentiamo.>> disse Ester lasciandomi un bacio sulla guancia.

Cosa poteva fare ora una povera adolescente da sola in casa che non aveva compiti da svolgere per l'indomani?

Ovviamente passare l'intero pomeriggio sul letto tra serie tv, cellulare, musica e cibo spazzatura.

Ad interrompere la mia maratona di serie tv fu la notifica di un messaggio.

Classicista❤️: ti va una lezione di chitarra privata?

Lo invito a casa?
Celeste Bianchi che invita un ragazzo a casa?
No, hai ragione, così sembro una poco di buono e sembra che ho doppi fini.

Dopo aver lottato per un bel po' di minuti con la mia coscienza decisi di mandare a fanculo la razionalità e di invitarlo da me, tanto mio padre come sempre era a lavoro e sarebbe tornato la sera.

Volentieri, se vuoi puoi venire da me.

La risposta non tardó ad arrivare.

Mandami la posizione, 10 minuti e ci sono.

Dopo avergliela mandata iniziai a mettere in ordine il soggiorno, sicuramente non lo farò salire in camera.

                          ***
<<Bella casa>> disse Chris varcando la soglia della porta con la chitarra in spalla.

<<Grazie>> risposi.

<<Bhe, cosa vuoi imparare? >> mi domandò.

<<Mh non lo so, quello che vuole lei maestro>> ironizzai

<<Bho, suonami una canzone così vediamo a che livello sei>>

Iniziai a suonare Strada facendo di Claudio Baglioni, stavo imparando a suonare quella canzone da un po' di giorni e diciamo che ora so suonarla abbastanza bene.

<<È strada facendo?>> domandò Chris indovinando.

<<Si>> risposi sorridendo senza smettere di suonare.

Iniziai a canticchiarla sopra la melodia della chitarra e lui mi seguì.

Strada facendo vedrai, che non sei più da solo, strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo, e sentirai la strada far battere il tuo cuore e, vedrai più amore, vedrai [...]

<<Wow sei brava>> mi disse dopo il nostro breve "duetto" se così si può chiamare.

<<Si dai, me la cavo.>>

<<Ora ti insegno a fare il barré dato che quel si minore era un po' bruttino>>

Ridacchiai alla sua esclamazione, dato che non sapevo fare il barré e il si minore lo richiede trovai su internet un si minore facilitato senza barré, non aveva ovviamente lo stesso suono di quello originale ma ci poteva stare.

Si alzò dall'altro divano e si mise di fianco a me, ed iniziò a posizionare le mie dita sulla tastiera della chitarra.

<<Prova a suonarlo>> mi disse.

Il suo fiato caldo sul mio collo, le sue dita sulle mie e le nostre gambe che si toccavano mi davano una strana sensazione, non dico di avere le farfalle nello stomaco perché ancora è presto, ci conosciamo da poco ma le mie mani che sudano freddo e il mio stomaco in subbuglio dicono il contrario.

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