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Natale.

Il periodo dell'anno che amavo di più in assoluto. In casa mia, essendo una famiglia più che convenzionale, il Natale era festeggiato in maniera meravigliosa: addobbi stupendi, regali per chiunque, tanto cibo ed infiniti pranzi tra parenti. In quel periodo i miei genitori tornavano ad essere più umani e a pensare a noi figli, più che alla gente. In pratica era l'unico periodo dell'anno in cui eravamo nei loro pensieri. Era bello, ma non bastava. Era come se ci mostrassero il paradiso da fuori e proprio sulla soglia ci chiudessero le porte in faccia. La porta che chiudevano la mattina il sette gennaio dietro di loro per andare a lavoro, mentre noi li guardavamo andare via.

Ad ogni modo, qui al college, era quasi altrettanto bello. In quei tre mesi avevo trovato il mio equilibrio, i miei amici del college e la mia routine. Io e Lottie stavamo stringendo una solida amicizia e mi trovavo molto bene anche con gli altri. L'unico grande punto interrogativo era Harry: non lo vedevo da mesi. Il che mi sembrava assurdo perché frequentava quel college. Ne ero certa in quanto un giorno, troppo presa dalla curiosità, lo chiesi a Louis e mi disse che frequentava il college ma che non si vedeva in giro spesso. La questione mi intrigava un bel po'.

"Chi hai beccato?" Lottie spuntò dietro la mia spalla e il mio cuore, per la sorpresa, quasi si fermò.
"Di che parli?" Mi girai verso di lei, stringendo i libri di letteratura tra le braccia.
"Del Babbo Natale segreto, non sei andata in aula studio? C'è un grande vaso di vetro, pieno di bigliettini con scritto il nome di qualsiasi alunno di questo college. Peschi un bigliettino e fai il regalo a quella persona, puoi darglielo in modo anonimo o di persona. Figo no?" Mi disse, tutto d'un fiato. Era alquanto entusiasta, doveva piacerle molto l'idea perché non l'avevo mai vista così.
L'idea piaceva anche a me e soprattutto era una novità, amavo le novità ed era anche per queste che ero venuta al college.
"Mh... sì potrei farlo. Mi accompagni?" La presi a braccetto, sorridendole amorevolmente. Era la persona più svogliata del mondo ed arrivare in aula studio significava andare quasi dall'altra parte dell'edificio.
"Okay ma solo perché per te è la prima volta."
Le sorrido e le lascio un bacio sulla guancia, rischiando grosso perché il contatto fisico perché lei doveva assolutamente essere ridotto al minimo.
Ci dirigemmo verso l'aula studio, più velocemente possibile dato che a breve sarebbe stata l'ora di andare a mensa per pranzare. I corridoi erano immensi, stracolmi di studenti e mille voci.
Arrivate a destinazione, Lottie, alla vista della lunga fila, imprecò e sbatté i piedi.
"Cavolo! Prima non c'era questa fila!" Stridulò, mentre incrociò le braccia sotto al seno e alzò gli occhi al cielo.
"Guarda come scorre la fila, ci vorranno neanche cinque minuti, avanti!" Risi leggermente, per poi trascinarla a fare la fila mentre scuotevo la testa. Alla fine si trattava solo di pescare un bigliettino, questione di secondi.
Mentre Lottie twittava la sua frustrante esperienza, mi guardai un po' intorno con la testa poggiata alla sua spalla. Ad un tratto, spalancai gli occhi quando scorsi tra gli scaffali dei ricci contenuti in una bandana verdone. Era lui, finalmente lui. Feci per staccarmi da Lottie, per andare da lui. Senza sapere assolutamente cosa fare.
"Glass resta qui o perdiamo la fila." Disse distrattamente, mentre mi tratteneva accanto a lei.
"No senti io-"
"Tu niente Glass."
"Ma-" Smisi di lamentarmi, quando mi girai e la figura di Harry era sparita nel nulla. Sbuffai pesantemente, mentre osservavo le punte delle mie Balenziaga sconsolata. In realtà, non sapevo neanche perché avessi tutta quella voglia di parlargli, ma aveva un qualcosa che mi intrigava.
Dopo pochi minuti, fu il nostro turno. Ci avvicinammo ad un tavolo. Sopra, come detto da Lottie, dominava un'ampolla di vetro piena di bigliettini verdi. Seduti di fronte a noi tre ragazzi, tra cui Eric.
"Ehi Glass. Pronta a scoprire chi sarà il tuo bambino da far contento quest'anno?" Recitò Eric, alquanto annoiato. Probabilmente era una cantilena che aveva ripetuto a tutti.
"Oh sì, non vedo l'ora." Scherzai e mi affrettai a pescare e ad aprire il foglietto. Louis Tomlinson. Ringraziai mentalmente Dio, sotto lo sguardo invidioso di Lottie ed Eric perché mi era capitata una persona che conoscevo. Feci la linguaccia ad entrambi e uscii dalla stanza, guardandomi intorno per cercare Harry, in vano.
Sbuffai, continuando a camminare sconsolata al fianco di Lottie. Il fatto che non riuscissi mai ad incontrarlo mi innervosiva ma allo stesso tempo mi faceva riflettere: e se fosse un segno del destino? Sbuffai di nuovo, cercando di ignorare quei pensieri senza senso.
"Terra chiama Glass..." Vidi le mani di Lottie ciondolare davanti ai miei occhi e ridi, tornando in me, per poi abbassare le sue mani.
"Ci sono, ci sono. Sai che passano oggi a mensa?" Le chiesi, mentre sistemavo i libri nella borsa a tracolla.
"No, ma anche il caviale sarebbe orrendo lì." Sbuffò alzando gli occhi al cielo.
In effetti il cibo non era un granché, nè per la qualità né per l'aspetto. Infatti, scorrendo il buffet, dovevo sforzarmi per trovare qualcosa che sembrasse commestibile.
"Facciamo così: domani andiamo a pranzo fuori così compro anche il regalo per Louis, che ne dici?" Le proposi, raggiante. Ma il mio sorriso si spense subito dopo, quando notai del purè di patate praticamente immerso nell'acqua. Guardai la signora dietro al bancone chiedendo pietà, ma lei fece spallucce e mi fulminò con lo sguardo.
Alzai gli occhi al cielo.
"Magari!" Stridulò, afferrando il mio braccio, con il quale tenevo il vassoio ancora vuoto. "C'è un centro enorme in questa città, avremmo un sacco da fare." Annuì, più a sé stessa che a me, felice della proposta che le avevo fatto.
Mi si riempiva il cuore a vederla così.

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