Chapter 1

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"Dai Harry, entra!"

Mentre Taylor mi stringe il braccio, trascinandomi letteralmente nella sua stanza, chiudendosi poi la porta alle sue spalle.

"Cosa hai intenzione di fare?" le domando, inarcando un sopracciglio.

Taylor è la mia fidanzata da un anno, circa, ed è davvero una ragazza esuberante per la sua età.
È una bella ragazza, non c'è che dire…La classica ragazza bionda, occhi azzurri, ben piazzata ed è anche la ragazza più popolare della scuola per la sua bellezza e con un grande talento nell'organizzare feste i sabato sera.
Eppure, io la guardo e non provo niente -seppur ho una grande stima e simpatia-.

"I miei non tornano fino a stasera, possiamo approfittarne." mi sorride raggiante, mentre mi spinge per farmi sedere sul suo letto tutto rosa.
Si siede a cavalcioni su di me e, per provocarmi, inizia a leccarmi, a mordermi e a succhiarmi il lobo.

"Che ne dici, mh?" sussurra nel mio orecchio.

Tutto questo dovrebbe eccitarmi, giusto?
Beh, io provo solo un grande imbarazzo -e non in senso positivo-

"Abbiamo marinato la scuola per questo?" le stringo i fianchi, cercando di allontanarla appena.
Lei mi guarda confusa, corrucciando poi la fronte.

"Beh, scusami se ogni tanto voglio stare sola col mio ragazzo!" quasi urla, indignata, alzandosi su di me per avvicinarsi al suo zaino -buttato in un angolo- per appoggiarlo sulla sedia girevole della scrivania.
Emetto un sospiro profondo, sentendomi leggermente in colpa.

"Taylor, scusami è che…" cerco di dire qualcosa, magari invento una scusa, quando Taylor mi interrompe.

"No Harry, va bene. Non ti piaccio più, no? Non fa nulla.. " mi accorgo che la sua voce diventa sempre più sottile ad ogni frase, segno che crollerà a piangere da un momento all altro.

"Ma no, cosa dici!" mi alzo dal letto di scatto, andandole incontro per avvicinarla al mio petto e stringerla. "È che è un periodo un po' così… Tra non molto i nostri professori ci riempiranno di verifiche e beh, la mia mente è rivolta solo allo studio, al momento." cerco di rassicurarla così, ma in realtà non so nemmeno io cosa mi succede.
Taylor mi piace -credo- ma non c'è quella famosa attrazione fisica, da parte mia.
Magari perché ho solo diciassette anni, anche se i miei compagni hanno già perso la verginità e sono tutti in preda agli ormoni.
Una volta ho beccato Catherine baciarsi e strusciarsi con Tony, nei bagni della scuola, e la cosa mi ha provocato alquanto disgusto.
E se fossi germofobico? E che quindi l'idea di slinguazzarmi con un altra persona mi nausea?
Non lo so davvero, ma so per certo che tutto ciò è strano.

"Possiamo studiare insieme, se ti va." Taylor mi distrae dai miei pensieri, riportandomi alla realtà.

"Mh? Si, va bene." smetto di accarezzarle la schiena e mi allontano dall'abbraccio, per poi sedermi nuovamente sul letto, prendendo nel mio zaino ciò che serviva.

~ ~ · ~ ~

Passano tutto il pomeriggio a studiare i nuovi capitoli di scienze e a ripetere i capitoli precedenti, finché si fa sera.

"Non capisco perché ci riempiono di così tanti capitoli! Chissene frega dei laghi e dei fiumi!" si lamenta Taylor, sbattendo il libro già chiuso.
Harry decide di non risponderle, limitandosi a ridacchiare e a scuotere la testa.
Di certo Taylor non è famosa per il suo essere secchiona, giammai!
Una volta chiuso lo zaino, Harry si alza dalla sedia posizionandosi davanti lo specchio, cercando di dare una forma ai suoi ricci indomabili, guastati durante la giornata.

"Sabato prossimo darò una festa! Tu ci sarai, vero?" domanda la bionda, riprendendo subito dopo a parlare "Oh, ma certo che ci sarai!"

"Sei incredibile, Tay" ridacchia il ragazzo, stirandosi con le mani la sua T-shirt.
"Sei appena uscita da una punizione di due settimane, proprio perché ti hanno beccato, e non molli!"

"Oh Harry, io sono la Regina delle feste! Nessuno può ostacolarmi" risponde la bionda, facendo svolazzare i suoi boccoli con un movimento di mano.

Il riccio ridacchia ancora di più, per poi infilarsi il giubbotto mettendosi, alla fine, lo zaino in spalla.

I due si salutarono con un abbraccio e con un piccolo bacio a fior di labbra.

Durante il tragitto verso casa, il ragazzo inizia a pensare all'episodio precedente, sentendosi ancor di più in colpa.
Non voleva di certo deludere la sua ragazza, dopotutto insieme a lei si trova anche bene.
Come due ragazzi adolescenti, il loro primo incontro fu a scuola.
Taylor si era appena trasferita a Londra e già da subito si era integrata piuttosto bene.
Dopo qualche settimana venne etichettata come la ragazza più bella della scuola.
Harry, invece, era già da tempo il ragazzo più simpatico e carino ed insieme facevano una coppia vincente -così pensavano i loro compagni-.
Harry non era poi così convinto di questa cosa, voleva da sempre allontanarsi da queste categorie, finché Taylor prese coraggio e gli chiese di uscire.
Dopo due/tre appuntamenti, eccoli lì.
A comportarsi come semplice amici, invece di due ragazzi innamorati.
Harry non vedeva l'ora di capire cosa avesse di sbagliato, parlandone, magari, con qualcuno.

"Mamma, sono a casa!" una volta entrato nella sua piccola ma accogliente dimora, richiede l'attenzione di sua madre.
"Sono in cucina!" urla Anne, dall'altra parte del salotto.

Il ragazzo entra in cucina, dopo aver lasciato il suo giubbotto e zaino nella sua stanza, sedendosi poi su uno sgabello mangiando una mela.

Dopo lunghi minuti di silenzio, Anne decide di interromperlo, guardando suo figlio dubbiosa.

"Qualcosa non va?" domanda, con la sua solita voce dolce.

"Mh? No, è solo che…" tentenna un po'.
Il rapporto con sua madre è sempre stato molto bello, sembrava più che altro la sua migliore amica.
E dopo la morte di suo padre, il loro rapporto si rafforzó ancora di più.
Sono soliti parlare di tutto ciò che li succede durante il giorno, Harry gli parla dei suoi voti a scuola, di Taylor, e una volta le aveva anche accennato del suo comportamento strano.
Mentre ora, non se la sente di certo! Per lui è sempre stato imbarazzante parlare di sesso con Anne.

"Senti, mamma… se io volessi richiedere un appuntamento con uno psicologo, me lo lasceresti fare?" domanda incerto, finendo la sua mela.
Anne lo guarda ancora più stranita, lasciando il mestolo accanto la pentola, lasciando che il sugo bolli.
"E perché dovresti?" chiede, facendo una piccola smorfia. "Non ne vuoi parlare con la tua mamma?"

"È imbarazzante!" sbotta Harry, posando una mano sulla fronte.

La madre inizia a ridacchiare "E parlarne con uno sconosciuto, invece, è meno imbarazzante?"

"Mamma, per favore!" il riccio rotea gli occhi, lasciando il torsolo del frutto sul tavolo.
"Perché non ne parli con il tuo amico biondino? Niall, giusto?" si ritrova nuovamente a fare domande, Anne.
Non capiva il motivo per cui suo figlio vorrebbe tanto parlare con uno psicologo.
Si ritrova a pensare che magari il motivo è la morte di suo padre, ripensandoci subito dopo. Insomma, è passato un bel po' di tempo e insieme si son dati forza per andare avanti.
Harry non ha nemmeno difficoltà di parlare di lui e della sua malattia. Quindi non capiva.

"Non capirebbe…" sussurra lui, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Dopo lunghi secondi di sguardi incerti, Anne si convince "Va bene, se è questo che vuoi" alza le spalle, ritornando a girare il sugo, sotto lo sguardo sorridente del riccio.

"Grazie, mamma!" quasi urla, alzandosi di scatto dallo sgabello, per lasciare un bacio sulla guancia di lei.
Risale nuovamente nella sua camera, chiudendosi dentro.
Finalmente dopo qualche tempo, potrà sicuramente capire ciò che gli disturba tanto.

Ehm, saalve.
Alloooora, questo è il primo capitolo (obviously) della ff, già completata, anche se preferisco pubblicare i capitoli un po' alla volta per evitare che la storia finisca subito.

E nulla, spero che questo inizio vi possa intrigare a tal punto di leggerne altri ^^.

Adíos

I'm G.A.YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora