Capitolo 5.

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Respiro profondamente per riprendermi da tutta questa confusione. Distolgo lo sguardo da quello di Matt e mi avvicino a Kyle.

«Kyle, lui è Matt» dico presentandoli, si stringolo le mani.

«Ah, piacere. Lucy mi ha parlato molto di te» dice rivolgendogli un sorriso. Matt rimane per un attimo sbalordito, e io abbasso lo sguardo.

«Evidentemente ha fatto bene» dice in tono autoritario.

Aggrotta le sopracciglia. Kyle ritira il suo sorriso per poi guardarmi. Si, Kyle, ti capisco. E' così da sempre. Prima o poi anche tu ci farai l'abitudine, tranquillo. 

«E io sono Caroline» dice la ragazza odiosa, presentandosi prima a Kyle e poi a me. Non si chiamava Jennifer? Evidentemente ha cambiato di nuovo ragazza, tipico di lui. Ancora silenzio. Ancora imbarazzo.

«Ehm...Lucy credo si sia fatto tardi, devo andare» dice Kyle guardandomi.

«Si, certo, ci vediamo domani» rispondo. Gli sorrido e fa lo stesso.

«Ah, è stato un piacere conoscerti Matt» dice prima di andarsene. I due si guardano male, Matt aggrotta le sopracciglia, sento che in questo momento vorrebbe saltargli addosso. Lo guardo mentre va via. Quel dolce, tenero e gentile ragazzo di nome Kyle. [...]


Entro in casa, spingendo Matt da un lato e Caroline dall'altro. Sento un gridolino da parte della ragazza odiosa, ma non m'importa più di tanto. Prima di andare in camera mia, mi volto a guardare quei due davanti alla porta, riesco a sentire tutto quello che si dicono.

«Caroline, adesso vai via» dice arrabbiato.

«Potrei anche restare» gli risponde la ragazza, si avvicina al suo petto e lo accarezza lentamente. Distolgo lo sguardo da quella scena rivoltante, ma poi vedo Matt prendergli le mani e toglierle con forza, la ragazza le ritira subito.

«Cos'è che non hai capito? Ho detto vattene!» continua lui infuriato.

La ragazza spaventata se ne va. Tipico di Matt. Lascia che le persone se ne vadano via dalla sua vita, è questo quello che vuole, si fa odiare in qualsiasi modo.

Chiude la porta, rimane per un attimo a fissarla per poi girarsi verso di me. Ha la camicia ancora sbottonata, intravedo il suo petto e i suoi addominali, per poi incrociare i suoi occhi. Aggrotta le sopracciglia.

«Penso che noi due dobbiamo parlare» dice.

«No, noi due non abbiamo niente da dirci. Ora se non ti dispiace, sono stanca, buonanotte» rispondo.

«Smettila di fare la bambina e parliamo!» continua alzando la voce. Sobbalzo per il suo tono così cattivo, mi volto per guardarlo.

«Sentiamo, di cosa vuoi parlare?» rispondo gesticolando con le mani. Fa un passo verso di me, adesso siamo faccia a faccia. Aggrotta le sopracciglia.

«Per esempio, di quell'idiota che hai portato qui» dice indicando la porta, con tono arrabbiato.

Come si permette di parlare così nei confronti di una persona che non conosce? La rabbia sta emergendo dentro di me. Vorrei prenderlo a schiaffi, non sa cosa sta blaterando. Mi avvicino ancora di più, siamo così vicini che possiamo sfiorarci. Avvicino il viso al suo e lo guardo dritto negli occhi.

«Invece, perchè non parliamo delle ragazze odiose che porti qui? Magari hai molto da dire al riguardo, visto che ne porti una ogni tre secondi. Oppure se preferisci parliamo del tuo egoismo, del tuo orgoglio e della tua strafottenza nei miei confronti... Ma non abbiamo bisogno di parlare perchè tu sei così Matt, è nella tua natura a quanto pare, no?» rispondo tutto d'un fiato, per poi respirare con fatica.

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