Capitolo 3

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La luce del mattino mi da il buongiorno filtrando dalle piccole fessure della tendina della mia stanza.Dopo la mia breve fuga nel mondo dei morti,mi ero trasferita nella casa dei miei.Più che altro,mi avevano costretto a farlo.Quei bastardi di Denis e Marc sapevano essere davvero rompicoglioni e ricattatori.Perchè?Mi avevano tolto le chiavi di casa mia e avevano minacciato di andare dalla polizia a spifferare quello che avevo fatto il week-end scorso.Niente di così grave..tranquilli.Non sono una serial killer o una maniaca.Avevo solo dato alle fiamme la ferrari testa rossa del mio ex.Quel bastardo mi aveva tradito con la troia di turno,per l ennesim volta e non ci ho più visto.Rimango per qualche minuto sdraiata a pancia in su.Sento il rumore delle onde infrangersi sugli scogli,il canto dei gabbiani,la leggera brezza del mattina che fa svolazzare le tende della mia stanza.Chiudo gli occhi e tiro un profondo respiro.Quanto mi è mancato questo posto?La pace e la tranquillità di questa casa,l odore dei croissant appena sfornati provenire dalla cucina,il profumo di fresco e di pulito delle lenzuola.Il mio vecchio appartamento a Los Angeles aveva come vista una strada malfamata compresa di puttane e spacciatori e gli unici rumori che sentivo erano sirene e colpi di pistola.Si..perchè anche se i miei avevo accettato che andassi a vivere da sola,non avevano voluto darmi un dollaro per camparmi.Ho dovuto lavorare sodo per potermi permettere quel lurido buco di appartamento,ma ne andavo fiera perchè me l ero comprato da sola,con il mio sudore e le mie forze.

"Forse è meglio che mi alzi" Nin mi piace stare troppo nel silenzio.Il silenzio ti fa pensare,ti mette in moto strani pensieri e tutti i ricordi riaffiorano inesorabili.Scendo dal letto rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo.Vado verso l enorme vetrata e spalanco tende e finestre.

"Wao"

Avevo dimenticato il meraviglioso panorama che si vede da quassù.La villa è posizionata su una piccola collina a 100 metri dall oceano.Il cielo è limpido e i bambini si rincorrono sulla spiaggia.C e una bambina che cattura però la mia attenzione:ha i capelli lunghi castani,un piccolo costume giallo e rosso e un sorriso a trentadue denti.Corre avanti e dietro in cerca di scappare dalle onde che si stagliano sul bagnoasciuga.La sua risata cristallina e la sua spensieratezza mi colpisce dritto al cuore,come un pugno.Le lacrime e il dolore che tanto ho trattenuto e nascosto cercano disperatamente di venir fuori insieme a un ricordo così dolce di me da bambina e di mio padre,di quando giocavamo in spiaggia,quando costruivamo castelli e io facevo finta di essere una principessa prigioniera di un drago cattivo e lui era il cavaliere che veniva a salvarmi.

"Perchè non vieni a salvarmi ora papà" sussurro e senza volerlo,o forse lo voglio da troppo tempo,piango.Piango per il dolore,per l amarezza,per la perdita,per la mia vita che sta andando a pezzi.Piango per tutte le.volte che volevo farlo e non l ho fatto.

"Ok Jenni..respira..respira.." Cerco di darmi una controllata e cercare di attenuare l attacco di panico che mi sta per colpire quando all improvviso sento un urlo provenire dalla spiaggia.Alzo gli occhi e vedo la bambina che viene risucchiata da un onda di quasi due metri.

"Cazzoo!"

Non vedo nessun adulto li fuori e gli altri bambini sono troppo lontani per aver visto e sentito.Esco fuori dalla mia stanza,corro giù per le scale gridando aiuto e investo quasi mia madre e quello che doveva essere la mia colazione

"Jenni..Jenni..dove vai?"

"Mamma chiama qualcuno!Una bambina sta annegando!"

Sono già fuori quando lei mi chede qualcosa che non riesco a sentire.Corro più veloce che posso,sento l attacco di panico divulgarsi nel petto e il respiro farsi sempre più debole.Ho la vista appannata ma corro.

"Non adesso ti prego..non adesso"

Arrivo alla riva e senza pensarci mi tuffo nell oceano.La sensazione dell acqua gelida sulla pelle mi provoca uno shoc ma non posso fermarmi.Tutto il mio corpo viene attraversato da piccole scosse elettriche.

"Dove sei?Mi senti?"

Cerco di capire dove possa essere.Mi tuffo sott acqua e continuo a nuotare.Quando sento i polmoni schizzare quasi fuori dal petto riemergo.

"Cazzoo cazzoo..Piccolaa..dove seii?"

Poi a due metri da me vedo un riflesso giallo nell acqua.

"Eiii..Ei.."

Cerco di raggiungerla il più velocemente possibile senza pensare al fatto che non sento piu il mio corpo.Quando finalmente riesco ad afferrarla mi accordo che è gelata e ha le labbra viola.

"Ti prego non morire..respira respira..mi senti piccola?"

La bambina rimane immobile tra le mie braccia mentre la trascino alla riva.Solo ora vedo mia madre che agita le braccia verso di me.Mi viene incontro e prende la piccola in braccio,la adagia a terra e inizia a massaggiarla sul petto.

"Jenni..ascoltami..devi aiutarmi..ho chiamato i soccorsi.Stanno arrivando ma ora devi darmi una mano per farla respirare."

Senza riuscire a parlare annuisco.

"Bene..vieni qui accanto a me.Metti le mani a cuore al centro del petto e massaggialo per tre volte.Conterò io ok?"

Annuisco di nuovi

"ora!!Uno due tre"

Faccio.come mi ha detto e al tre la vedo chinarsi su di lei e farle la respirazione bocca a bocca.

"Di nuovo Jenni!Uno due tre"

E di nuovo si china ma la bambina non da segni di vita.Lo ripetiamo ancora e ancora e ancora.

Sono sfinita.L attacco di panico,la corsa,l acqua gelida,il dolore mi hanno sfiancato.Sento le palpebre chiudersi e tutto intorno farsi lontano.

"Jenni nooo...non ora..resta con me ti prego"

Mi faccio forza e ripetiamo di nuovo il massaggio e la respirazione e finalmente la bambina emana un respiro e butta fuori una quantità d acqua che nemmeno un adulto avrebbe potuto ingoiare.Continua a tossire e a sputare acqua quando arriva  la guardia costiera e un ambulanza.Guardo la piccola negli occhi e lei mi sorride e mi stringe leggermente la mano.

"Sei viva"riesco a dire prima di accasciarmi accanto a lei priva di conoscenza con la sua mano nella mia

LE ALI DEL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora