«Driiiiiiiin Driiiiiiiin» mi rigirai nel letto distendendo il braccio alla ricerca di quella dannata sveglia che era sempre così dannatamente precisa; finalmente riuscii a fermare quel verso infernale, mentre i primi raggi del sole illuminavano il mio volto. Stesi cinque minuti nel letto fermo a fissare il vuoto, quando imposi al mio corpo di alzarsi e di andare in bagno per darsi una sistemata, feci scivolare giù i miei indumenti sporchi ed entrai nella doccia, sotto un getto di acqua calda che rilassava i miei tessuti. Dopo essermi pulito per bene ed essermi risciacquato uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita per celare le mie zone riservate a chiunque avesse avuto la malsana idea di oltrepassare quella porta.
«La colazione è pronta Tyler» era la voce di mia madre dalla cucina al piano di sotto.
«Arrivo tra un attimo» dissi per poi attaccare il phone e iniziare ad asciugar i miei capelli, e mentre facevo ciò notai uno strano tatuaggio sul mio polso destro, era una specie di gemma, simile a quella del tempio di ieri sera, e mentre la osservavo il tubetto di dentifricio divenne un passerotto che, dispiegando le sue alucce volò via dalla mia finestra. Strabuzzai un po' gli occhi incredulo «Non è successo realmente...» spensi velocemente il phone dopo aver asciugato gli ultimi ciuffi, e altrettanto rapidamente mi sciacquai il viso per riprendermi da ciò che avevo appena visto, sentii un flebile cinguettio e appena riaprii gli occhi vidi che il tubetto era di nuovo al suo posto:«Devo smetterla di andare a letto tardi, o finirò per vedere il gabinetto trasformarsi in un mostro divora uomini»
Presi due bombolette spray, le agitai per qualche istante e iniziai a spruzzare il loro contenuto sul mio ciuffo, creando così un armonioso passaggio di gradazioni dal castano dei miei capelli, ad un viola scuro e molto intenso, per poi finire con un violetto che tendeva al rosa, segnando così, come ogni sabato, l'inizio del nuovo giorno che ero pronto ad affrontare.
Tornai in camera per poter scegliere degli indumenti adatti ad abbinarsi al colore del mio ciuffo, così dopo aver preso dal cassetto un paio di boxer puliti e dopo averli indossati, aprii le ante del mio armadio ed iniziai a cercare gli abiti che avevo intenzione di indossare; stavo già rovistando da qualche minuto senza trovare ciò che cercavo, alla fine, stanco di continuare quella ricerca infruttuosa, chiusi l'armadio e voltando lo sguardo vidi che i vestiti che cercavo erano adagiati sul letto che stranamente era già stato rifatto, un'altra cosa che non aveva senso, ma la parte razionale del mio cervello mi disse che era stata mia madre ad entrare nella mia camera e fare tutto ciò, indovinando casualmente il mio outfit per quella giornata, decisi di dare ascolto alla mia ragione e iniziai a vestirmi; nel giro di qualche minuto ero già pronto, indossavo una felpa blu notte, abbastanza larga per il mio fisico atletico, una di quelle con un tascone unico, che mi avvolgeva caldamente,e al di sotto una t-shirt di cotone bordeaux, che si frapponeva fra la nuda pelle del mio petto e il morbido tessuto della felpa; la parte inferiore del mio corpo era protetta da un paio di jeans grigio chiaro, e da un paio di Converse All Star blu elettrico; inforcai i miei occhiali, che erano rimasti sul comodino accanto al mio giaciglio, e scesi di sotto per fare colazione.
Diedi un leggero bacio sulla guancia a mia madre per augurarle un buon giorno, dopodiché presi un bicchiere e lo riempii di spremuta d'arancia, e nel piattino che era stato messo da mia madre nel mio posto misi due fette di pane che, essendo stato appena tostato da mia madre, avevano un colore ambrato ed erano croccanti all'esterno, ma belle morbide all'interno. Consumai il tutto in poco tempo, e, nel momento in cui stavo portando le mie stoviglie al lavabo per poterle ripulire, mi accorsi che non avevano alcuna goccia di spremuta o briciola rimasta, erano perfettamente lindi, così con un'espressione stranita li riposi nel loro ripiano.
Tornai nella mia camera al piano superiore, per poter completare le ultime cose: finii di preparare lo zaino che misi in spalla e indossai la collana dei doni della morte, ebbene si, ero un fanboy, e anche da molto tempo per quello che il mio cervello ricordasse, ero un patito dei mondi fantastici fin da quando avevo quattro anni, mi aiutavano a superare i momenti più difficili, dato che in quei mondi ogni cosa era migliore del mondo reale; mentre la mia mente vagava immersa in quei pensieri, staccai il telefono dal caricabatteria che continuava ad infondergli energia, presi gli auricolari i soldi ed ero pronto per andare, così di sotto,salutai mia madre con un altro bacio e in men che non si dica avevo già attraversato il mio piccolo cortile ed iniziato il mio percorso verso la scuola; mentre camminavo presi gli auricolari e me li infilai facendo partire la mia playlist personale, che quel giorno era partita con uno dei più recenti singoli di Jess Glynne, "All I Am", e mentre continuavo ad avanzare a volte il mio corpo si muoveva a ritmo della musica, noncurante del pensiero della gente che mi osservava, che peraltro era limitata a qualche sporadico individuo di passaggio, camminai per circa un isolato fino a raggiungere la casa di Clary e rimasi fermo ad aspettarla davanti al cancelletto. Clary era, è e sarà per sempre la mia migliore amica, è come la sorella che non ho mai avuto; ci conosciamo da quando siamo nati in pratica, infatti le nostre madri erano migliori amiche e avevano donato a noi la vita lo stesso giorno, in due camere adiacenti, e da allora io e Clary abbiamo trascorso ogni momento assieme, guardandoci le spalle a vicenda, dandoci consigli, confessandoci i nostri segreti più intimi, come ad esempio le persone che ci avevano rubato il cuore, supportandoci nei momenti difficili e stando ore intere a parlare al telefono, eravamo inseparabili. Sento la porta principale e la vedo arrivare, con il suo bellissimo viso diafano, che era in ottimo contrasto con i suoi capelli corvini e che racchiudeva due smeraldi capaci di riuscire scrutare l'anima di una persona capendo tutto, anche ciò che non veniva detto; indossava un maglioncino grigio, una gonna a strisce grigie e nere che le arrivava al ginocchio, delle lunghe calze nere che nascondevano la liscia pelle delle gambe, per finire con un paio di stivaletti anch'essi sui toni del nero, il tutto era accompagnato da un rossetto blu notte che si abbinava magnificamente con la mia felpa.
«Vedo che esprimi la tua gioia con questi colori vivaci» dissi guardandola mentre ridacchiavo, e mi meritai un leggero pugno sulla spalla seguito da un abbraccio che ovviamente ricambiai.
«Scusa se ti ho fatto aspettare molto, ma i rami di un albero sono improvvisamente cresciuti fino ad entrare nella mia stanza» disse per poi sciogliersi dall'abbraccio e iniziò a camminare con me al suo fianco.
«Anche a me sono successe cose strane stamattina» e le raccontai i fatti bizzarri che mi erano accaduti quella mattina, ed in poco tempo raggiungemmo la casa di Lydia, la quale era già sotto che ci aspettava. Io e Clary conoscemmo Lydia al nostro primo anno di Liceo, e dal primo istante in cui iniziammo a parlare era chiaro a tutti e tre che saremmo diventati un trio indissolubile; Lydia al contrario di Clary indossava una camicetta bianca che risultava in contrasto con i suoi legging jeans dai toni bluastri, e con i suoi stivaletti neri con tacco; i suoi occhi color nocciola era davvero magnetici, e non potevi dirle no, indipendentemente da ciò che desiderava, e soprattutto erano in contrasto con la pelle chiara del suo volto, circondato da una miriade di boccoli biondo fragola che si abbinavano divinamente al suo rossetto. Rimanemmo tutti e tre abbracciati per circa un minuto, per poi separarci in maniera tale da poter andare verso la scuola.
«Come mai ci avete messo tutto questo tempo?»
«Ci sono capitati ad entrambi eventi bizzarri che ci hanno fatto perder tempo»
«In effetti anche per me non è una giornata che è iniziata normalmente, infatti appena sveglia mi sono ritrovata tutta la stanza allagata» e continuammo a parlare di quelli strani eventi finché non raggiungemmo l'ingresso della scuola.
Eccolo lì, Kevin Polt era sempre lì, ogni santo giorno ad aspettare il nostro arrivo per poterci provare con Clary e Lydia; non era esattamente una splendida vista per gli occhi, ed aveva questa espressione di inferiorità mentale che faceva chiaramente capire che uno scimpanzé, a confronto, avrebbe potuto vincere il premio Nobel per la fisica, era il classico "popolare" della scuola che si comportava da bullo con i più piccoli, ed era anche tra i più anziani, dato che era stato bocciato due volte, e come ogni mattina si stava già avvicinando a noi per tentare di portarsi a letto una di loro due.
«Hey bamboline, perchè non venite con noi» disse indicando il gruppetto di quelli che si ritenevano i popolari della scuola «e lasciate perdere questo sfigato» disse osando toccare il mio petto con suo sudicio l'indice.
«Kevin cosa ti rispondiamo ogni mattina?» disse Clary guardandolo storto.
«No»
«E sai perché ti rispondiamo così?» chiese in maniera retorica
«No»
«Perché Tyler è molto più intelligente, simpatico, interessante e figo di te» disse Lydia, e iniziammo tutti e tre a ridere, anche se a me le guance erano diventate leggermente paonazze; Kevin mi guardò furiosamente iniziò a caricare contro di me per colpirmi allo stomaco con violenza «Tu brutto pezzo di... Ahhhhhhhh» non ebbe il tempo di finire la minaccia nei miei confronti che inciampò prima di potermi colpire, anche se stranamente il terreno era libero da qualsiasi cosa; la sua caduta provocò una risata generale di tutta la scuola e Kevin si rimise, ed il suo volto era arrossato sia per l'imbarazzo che per la rabbia, mi guardò malissimo «Non finisce qui Johnson» disse furioso per poi tornarsene tra i suoi simili.
Le risate furono smorzate dal suono petulante della campanella che indicava l'inizio delle lezioni, altre sei ore si scuola e poi ci sarebbe stato la pausa del weekend ad attendermi.
«Ci vediamo all'intervallo ragazze» dissi per poi andare al mio armadietto, a da lì all'aula di Matematica, pronto a stare attento, prendere appunti e rispondere alle domande del prof.
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Arcane Gems
FantasyQuesta è la storia di alcuni ragazzi, e di come la loro esistenza è cambiata dopo essere andati a curiosare tra le rovine di un antico tempio ai margini della città di Springsbury, un luogo intrinseco di magia e di antichi misteri che metteranno all...