Stavo passeggiando tranquillamente nel bosco, quando, all'improvviso, la temperatura iniziò ad abbassarsi drasticamente e l'oscurità calò sull'intera selva, l'unica cosa che sembrava immune a quel buio era una fiammella pervinca ferma a mezz'aria. Rimasi a lungo a guardarla riflettendo sul da farsi; alla fine decisi di dare ascolto al mio istinto, e così iniziai ad andare verso quella fonte di luce, solo che, più io mi avvicinavo, più essa si allontanava, senza farsi mai raggiungere; iniziai a ad andare sempre più veloce finché non mi misi a correre, ma niente, era impossibile da raggiungere; poi, senza un motivo particolare, essa si fermò, e, appena la raggiunsi, si frammentò nell'aria andando ad accendere delle fiaccole poste in maniera circolare, che rivelarono con i loro bagliori una radura con degli strani simboli sul terreno. Da quei simboli si materializzarono delle strane figure umanoidi dalla pelle nera come la pece; essi non avevano qualche tratto particolare, se non per i loro occhi completamente bianchi e per la zona che risplendeva al centro della loro fronte, quasi come se qualcosa di solido vi fosse incastonato all'interno e brillasse di luce propria... quasi come se fosse... una gemma?
Provai ad avvicinarmi per studiare meglio quelle creature apparentemente prive di vita, ma, appena mi mossi, delle radici iniziarono a crescere attorno alle mie gambe, bloccando ogni mio tentativo di movimento; ero completamente inerme, potevo solo limitarmi a guardare quegli esseri che all'improvviso iniziarono a muoversi attorno a dei giganteschi bozzoli che stavano crescendo accanto a loro, assumendo sempre più l'aspetto di qualcuno che stranamente mi sembrava familiare... QUELLI ERANO I MIEI AMICI!
La vita stava chiaramente abbandonando i loro corpi per raggiungere quelli delle creature; iniziai a divincolarmi per poter sfuggire a quella presa infernale e per poter andar ad aiutare i miei compagni, ma, più mi agitavo, più mi sentivo stanco e senza forze; quando esaurii le energie iniziai a sprofondare lentamente nel terreno accompagnato da una femminile e acuta voce che ripeteva il mio nome e che mi fece accapponare la pelle. L'ultima cosa che vidi, prima di sprofondare completamente, fu il vago viso di una donna, ed esso oltre a trasmettere un'aria di potenza, faceva raggelare il sangue perché quel viso non era di questo mondo. Questo fu il mio ultimo pensiero mentre soffocavo sprofondando sempre più...
«Tyler...Tyler svegliati è solo un incubo...TYLER!»
Saltai subito in aria sbarrando gli occhi per poi mettere a fuoco il volto di mia madre che sembrava abbastanza preoccupato «Tyler, tutto bene?» chiese aggiustandomi il ciuffo e mostrandomi un sorriso rassicurante
«Mamma tranquilla era solo un sogno» dissi respirando velocemente per riprendere fiato
«Sei sicuro di stare bene? Stavi urlando cose strane...»
«Fidati mamma sto bene, saranno solo i molti compiti assegnati che finiscono per darmi alla testa» dissi con la voce più calma possibile, non avevo intenzione di far preoccupare inutilmente mia madre con le stranezze che stavano accadendo
«Va bene tesoro mio buonanotte» mi diede un leggero bacio sulla fronte e se ne tornò in camera sua, inutile dire che passai il resto della notte in bianco...
***
«Venite qua amori miei» e subito fui travolto dalle leccate di Sirio e Altair, i miei due labrador rispettivamente dal manto color ebano e color ambra. I miei me li regalarono per il mio dodicesimo compleanno, e da allora sono stati sempre al mio fianco, riuscendo sempre a tirarmi su di morale... anche nei momenti più tristi...
La porta di casa si aprii con un leggero cigolio, seguito da una voce ormai familiare «Buongiorno ragazzi, vi ho portato la colazione» disse l'uomo entrando, mentre sfoggiava uno dei sorrisi che ti mettevano allegria
«Giorno Peter» dissi sorridendogli di rimando e asciugando la perla liquida che aveva rigato il mio volto
«Giorno Tyler» disse per poi andare verso mia madre «giorno amore» e cingendole i fianchi con le mani la baciò dolcemente «giorno Pete» e ripresero a baciarsi
«Bleah!» sbottai alzando gli occhi al cielo «se dovete farmi avere un fratellino o una sorellina fatelo in privato quantomeno» e gli lanciai un'occhiata di finta disapprovazione per poi scoppiare a ridere
«Sei sempre il solito stupido Ty» disse mia madre ridacchiando per poi dirigersi in cucina a prendere il necessario per la colazione che Peter aveva portato
«Mamma io sto uscendo per andare con Clary e Lydia, apparecchia solo per voi due» dissi mostrando il solito sorriso rassicurante anche se dentro di me c'erano un turbinio di emozioni che non avrei lasciato trasparire dato che sapevo che mia madre e Peter si sarebbero preoccupati, ed era l'ultima cosa che volevo «Ci vediamo stasera mamma» così, dopo averle dato un leggero bacio sulla guancia, andai in camera mia, mi preparai velocemente e uscii di casa, dirigendomi verso il "Gibson's Cafe", il locale dove io e le mie due migliori amiche facevamo colazione di solito. Dato che non erano ancora arrivate mi presi la libertà di ordinare al posto loro, così presi un frappé alla fragola per Lydia, un caffellatte per Clary e un frappé al cioccolato per me, per poi iniziare a chiacchierare col ragazzo che stava preparando le bevande, e non appena ebbe finito mi porse il vassoio con le ordinazioni e così potei andare a sedermi al nostro solito tavolo, dove vidi loro due che mi aspettavano con dei sorrisi a trentadue denti.
Facemmo colazione nel silenzio più totale, era strano dato che di solito non facevamo altro che parlare e parlare, spaziando tra gli argomenti più vari, ma quel mattino era chiaro che tutti e tre eravamo sconvolti, così capii che quello che era successo la sera prima era reale e non solo un'allucinazione dovuta all'alcol; passò ancora qualche minuto e alla fine decisi di tirar fuori la bomba che era sospesa nell'aria: «Ieri sera era tutto reale dico bene?»
«Allora lo avete visto anche voi...» disse Lydia con un tono che emanava una leggera preoccupazione
«Ragazzi, non so voi» disse tranquillamente Clary per poi bere un sorso dalla sua tazza «ma io la trovo una figata pazzesca» e poi abbassando la voce «abbiamo dei poteri, è una cosa così eccitante» disse con entusiasmo
«Ammettilo che hai sempre sognato che accadesse una cosa del genere per spezzare la monotonia di Springsbury» dissi ridacchiando leggermente
«Come se tu non lo avessi fatto, sbaglio, o eri tu ad agitare ogni ramoscello che ti faceva simpatia gridando incantesimi di Harry Potter?» disse Clary ridendo e facendo tornare il sorriso a tutti a tre
«Ah ah ah che simpatica che sei Clary» dissi con un tono di finta offesa «comunque, se come dice Balthazar le gemme danno dei poteri, di sicuro allora i nostri tatuaggi sono collegati a tutto ciò e non sono delle semplici bravate da adolescenti» proseguii abbassando la voce
«Mhhh» mugugnò per un po' Lydia guardando il tatuaggio sul mio polso destro «ma certo, è così ovvio, come ho fatto a non pensarci prima» disse leggermente irritata sbattendosi la mano sulla fronte
«Di cosa parli Lyd?» chiesi inarcando un sopracciglio con uno sguardo confuso
«Questi tatuaggi che ci siamo ritrovati sono identici ai disegni con le iscrizioni che erano al tempio, quindi di sicuro per capire qualcosa di più dobbiamo tornare lì» disse entusiasta per poi alzarsi dal tavolo e uscire dal locale, ovviamente noi le andammo dietro, dirigendoci tutti assieme verso il tempio, nel quale arrivammo circa trenta minuti dopo, pronti ad apprendere più informazioni possibili su quella faccenda.
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Arcane Gems
FantasyQuesta è la storia di alcuni ragazzi, e di come la loro esistenza è cambiata dopo essere andati a curiosare tra le rovine di un antico tempio ai margini della città di Springsbury, un luogo intrinseco di magia e di antichi misteri che metteranno all...