Sans p.o.v.
La signorina non sembrava di buon umore, quando quel pomeriggio arrivammo al suo quartier generale. Ci ricevette insieme ad Annika Kalashnikov, lanciando delle occhiate schifate alla lussuosa macchina con cui eravamo arrivati.
Avevo detto a mio padre che fosse una stronzata andare in giro in auto tra le strade di Nyarang Town, dove le macchine più scrause erano già dei miracoli viventi solamente di proprietà dei ricconi di quartiere. Ci eravamo visti tre giorni prima, ma la ragazza si ricordava di me e di come mi chiamassi.
«Signor Sans Gaster?» Chiese lei, porgendomi educatamente la mano, nonostante la sua espressione fosse tutt'altro che amichevole.
Mi strinse la mano e fece lo stesso con mio fratello e mio padre. Le sue dita erano sottili e morbide.
«Forza, entrate.» Disse una volta finiti i convenevoli.
«Non ti piace aspettare, vedo.» Dissi schioccando la lingua contro i denti, divertito dalla sua impazienza. Lei alzò le spesse sopracciglia e mi ignorò, volgendo lo sguardo verso Papyrus e WingDings.
«Non è la prima volta che qualcuno fa accordi con Annika con l'obbiettivo di uccidere qualcuno e... aspetta dov'è Annika?» Chiese lei notando l'assenza della sua collega che l'aveva accompagnata alla porta della stanza. «Ha detto che non era indispensabile la sua presenza qui e se n'è andata, tanto abbiamo già fatto tutti i chiarimenti necessari.» Rispose il vecchio tirando fuori un sigaro e accendendolo con uno schiocco di dita, provocando una reazione irritata da parte della signorina. La vidi storcere il naso per l'odore del fumo ma trattenersi dal tossire, come se non fosse abituata alla puzza di nicotina e se ne vergognasse. Cosa inusuale per una persona di questo campo e dato che tutti gli umani sembravano avere una dipendenza esagerata per il fumo. Noi Mostri mostravamo spesso interesse per i sigari e l'alcool, ma non potevamo esserne dipendenti neanche volendo. La droga, tuttavia, era tutta un'altra questione. Pensai alla squisita polvere azzurrina che mi aspettava al rientro a casa e iniziai a fantasticare sul futuro piacere che mi avrebbe provocato. L'euforia e l'eccitazione, le sentii quasi fluire dentro la mia testa come se mi fossi appena fatto di quella sostanza paradisiaca, quella droga a cui nessun umano sarebbe potuto sopravvivere, ma noi Mostri sì. Gli occhi della signorina incastrati nei miei mi fecero ritornare deluso alla realtà, l'illusione terminata.
"Cazzo. Ora sì che ho voglia almeno di fumarmi qualcosa."
Ma vedendo il disgusto della signorina per il tabacco resistetti alla tentazione di unirmi a WingDings e rimasi frustrato e insoddisfatto. Ascoltai mio fratello prendere la parola per spiegare i dettagli.
«Avrà sentito parlare di Don Asgore Dreemur, immagino?» La castana sembrò pensarci un attimo prima di fare sì con la testa. Tutti nella città avevano sentito parlare di lui almeno una volta, d'altronde l'uomo-capra aveva dominato i sobborghi della città dedicati esclusivamente ai Mostri per un centinaio d'anni, e da giovane aveva capeggiato una rivolta che si era poi espansa in tutto il continente.
L'avevo conosciuto di persona, da bambino. Un Mostro enorme, noto per il suo odio per gli umani, che quando ti guardava con quegli impressionanti occhi azzurri ti mandava tremori in tutto il corpo. In realtà non era affatto malvagio, tutt'altro. Era solo... un candelotto di dinamite acceso da entrambi i lati. Succede quando ti ammazzano tuo figlio e la tua figliastra, per poi ricevere la polvere di uno ed il cadavere massacrato dell'altra.
Dopo questo episodio aveva vietato l'accesso di ogni singolo umano nel suo territorio. Se solo uno osava entrarci veniva preso e portato da Asgore, infine da lui ucciso.
Poi...
«E di Madama Toriel?» Di nuovo la signorina annuì. «Vede, è una faccenda complicata che non è stata resa nota a certi individui per motivi di sicurezza. Dopo il divorzio della Madama il territorio è stato spartito tra i due Dreemur, i quali si sono divisi tutto, comprese le guardie reali. Noi tre siamo andati con la Madama e gli altri sono rimasti con il Don. Uno di loro...» Papyrus abbassò la voce come se ci potesse sentire qualcuno in quella fottuta stanza.Che coglione.
«... Ha ucciso Asgore appena due settimane fa ed ha ferito gravemente il suo braccio destro, Undyne. Mettaton si è installato nel suo palazzo e sta facendo assassinare tutti quelli che potrebbero mettergli il bastone fra le ruote, il problema è che... Madama Toriel è sparita. Non sappiamo se sia morta o no, ma la situazione sta diventando caotica. Centinaia di Mostri dell'altro territorio arrivano ogni giorno per paura di essere ammazzati dai bulldog di Mettaton, il nostro quartiere si sta sovraffollando di famiglie senza casa.» Finito il monologo, guardò la signorina aspettando un suo segno di vita.
«Riassumendo, volete che mi occupi di Metta... coso, senza che lasciate il vostro territorio sguarnito di un'autorità?» Chiese rivolta a noi tre.
«Esatto, ma non sarà sola a lavorarci. Sans l'aiuterà in ogni modo possibile.» Rispose WingDings indicandomi con un cenno della testa.
«Va bene.» Ci alzammo tutti, pronti per andarcene. Ma la castana si girò verso di me e mi disse: «Andiamo.»Mi spiazzò.
«Come, adesso?» Le chiesi sbigottito. Lei mi guardò come se stesse valutando se prendermi a schiaffi o no. «Ovviamente, ha forse intenzione di iniziare tra una settimana, signor Sans?»
«Nyehehe! L'umana ha ragione, culo pesante. Inizia da subito!» Rise quello stronzo, sbeffeggiandomi davanti a lei. Strinsi i pugni appena sentii quella risata derisoria e il soprannome che mi aveva appioppato da tempo immemore. Ogni santo giorno che Dio mandava in Terra, il mio odio verso di lui cresceva. Ogni mattina, quando la sua voce stridula e ridicola mi urlava di alzarmi sognavo solo di evocare un Gaster Blaster e polverizzarlo. Se solo non fosse nato.
La signorina si avvicinò a me, analizzando la mia espressione furente e gettò un'occhiata a Papyrus.
Sospirò.
Infine mi chiese se potevo portarla un Underground City, per iniziare a fare delle domande alle persone rifugiate.
«Non è una buona idea. La presenza di un umano in Underground City è già di per sé rara, se lei andasse a chiedere in giro informazioni su Mettaton, quest'ultimo scoprirebbe che ci stiamo attivando per eliminarlo entro stasera. Le voci circolano troppo in fretta qui ad Ebott.» Dissi svogliato.«Troviamo un altro modo allora.» Replicò facendomi cenno di seguirla.
Pensai di nuovo alla dose di ceruleunina sul mio comodino, in attesa del mio uso. Tirai un lungo sospiro, cercando di controllarmi."Andiamo a uccidere qualche bastardo." Pensai seguendola e voltando le spalle al vecchio ed a Papyrus. Lo mandai a fanculo mentalmente per la figuraccia di prima.
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I Ain't No Kid, Pal (Mafiafell Frans)
FanfictionLe persone diventano marce. Le città diventano marce. Tutto, prima o poi, diventa marcio. Frisk questo lo sa fin troppo bene. Loro, i proprietari, i "protettori", non fanno altro che accorciare i guinzagli e le catene. La gente inizia a morire, stro...