CAPITOLO 1.

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Ero seduta in prima fila, sulla panca. Circondata da gente mai vista prima oppure a cui non ho mai fatto caso. Ascoltavo il prete fare un discorso. Ne parlava bene, sembrava lo conoscesse da molto tempo. Nessuno lo conosceva bene, se non sua moglie, nonché mia madre. Sembrava lo conoscesse molto meglio di me, mio padre. Sicuramente queste belle parole erano state studiate a fondo la notte prima, erano già preparate. Probabilmente usa le stesse identiche parole ad ogni singolo funerale. Di sicuro mio padre non era praticante. Non frequentava molto la chiesa.

Cercai di captare ogni singola parola che diceva e più mi convincevo che questo discorso era stato studiato. Apparte l'ultima parte, parlando della morte in generale. Diceva che non ci aveva lasciato, che era qui. Lui ora poteva cominciare una vita nuova, solo non nel suo corpo. E' una cosa che spaventa tutti, la morte.

Mi limitai a fissare il vuoto. Gli occhi spalancati. Non avevo le forze per piangere, non ci riuscivo. Avevo solo solchi profondi sotto gli occhi, ma neanche una lacrima. Dovevo resistere ancora una mezzoretta. Le persone intanto si avvicinavano alla panca, mi davano un bacio sulla guancia o una semplice pacca sulla spalla seguiti da un "Condoglianze" o "Mi dispiace". Annuivo. Non parlavo. Facevo cenno col capo per ringraziare. Mi guardavano negli occhi e piangevano, al posto mio. Come se riuscissi a trasmettere ciò che provavo, ma tutto questo non poteva capirlo nessuno. Potevano crederlo, ma non lo sapevano.

Mia madre accanto piangeva, in silenzio. La ringraziai nella mia mente per il suo singhiozzare silenzioso. Aveva un vestito nero, lungo. Sul capo aveva un cappello con un velo nero che cadeva davanti al viso. Io semplicemente avevo una camicia a maniche lunghe nera e dei jeans scuri. La mattina non mi ero neanche preoccupata dell'aspetto che avrei potuto avere. Il ciuffo mi cadeva disordinato sulla fronte e le mie guance erano ormai secche. Appoggiai una mano sul suo ginocchio, cercando di tranquillizzarla. Cercò di sorridere, ma non ci riusci'.

Sentii una mano calda e grande appoggiarsi sulla mia spalla. Voltai il capo. Era il mio migliore amico che si sedette alla mia sinistra. Osservai i suoi occhi erano rossi, sciupati. Lo guardai passiva negli occhi. Lui mosse la bocca in una piccola smorfia e ricominciò a piangere. Si asciugò gli occhi e mi abbracciò.

"Mi dispiace, Allie." Singhiozzò al mio orecchio.

Io come al solito feci un cenno. Lui capì e si risistemò sulla panca aspettando la fine della preghiera. Lo ringraziai silenziosamente per aver mantenuto il silenzio richiesto dal mio semplice gesto del capo.

Non scorderò mai la tosse di mio padre. I suoi tentativi di parlarmi prima di abbandonare il suo corpo definitivamente. Non dimenticherò mai il sangue sulle mie mani tremanti intente a fermare il sangue uscirgli dal petto. Il rumore della pistola caduta a terra dal suo assassino. Proprio no.

Erano passati tre giorni dall'accaduto, solo tre. Nei primi due giorni svuotai l'anima urlando e piangendo. Ma poi mi bloccai fissando il vuoto, senza assumere espressioni. Mi bloccai cercando il silenzio assoluto. Ma era impossibile smettere, far zittire i pensieri.

Mi alzai dalla panca e mi avvicinai alla bara. Lasciai un piccolo bacio al di sopra.

"Questo non è un addio, papà. E' solo un arrivederci." Dissi contro il legno laccato. Mia madre appoggiò una mano sulla mia schiena, ma volevo abbracciarlo, un'ultima volta. Una sola. Abbracciai quella bara e lasciai l'ultimo bacio.

Mia madre appoggiò l'orecchio sopra, come se volesse sentirsi dire un "Arrivederci" da lui. Fece un piccolo sorriso, lineare e sottile. Baciò anche lei la bara prima che la caricarono sopra il carro funebre.

Mi scostai dalla folla, volevo urlare. Svuotare quello che avevo dentro. Tutto questo era solo l'inizio.

SPAZIO AUTRICE

Davvero non vedevo l'ora di pubblicare questa Fan Fiction, aaah. Vorrei davvero renderla particolare il più possibile, spero vi piaccia.

Comunque, credo aggiornerò ogni settimana!

Al prossimo capitolo:)

HeartlessRoss

Surviving. || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora