CAPITOLO 4.

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CAPITOLO 4.

"Come.. Quando?" Chiese Ashton.

"Stamattina, parlando con mia madre, ho scoperto di questa lettera mandata dalla sua 'sconosciuta' agenzia." Dissi. Mi guardai attorno, assicurandomi che nessuno ci stesse ascoltando e mi avvicinai al suo orecchio. "Lavorava per l'A.S.I." Sussurrai poi.

"Lavorava per gli Agenti Segreti-" Quasi gridò, così lo interruppi tappandogli quella boccacia.

"Parla piano idiota." Dissi a bassa voce.

Ashton si guardò in giro e poi mi fece l'occhiolino:"Ah, va bene." Disse con voce altrettanto bassa. "Cavolo, Allie! Voglio dire, sai quanta roba figa si fa in quell'agenzia? Probabilmente tuo padre aveva un ripostiglio pieno di armi camuffate tipo in un accendino, o un rossetto laser!" Continuò.

Risi per le sue affermazioni sciocche."Mi dici come mio padre potesse portarsi dietro un rossetto? Che diavolo se ne fa di un rossetto Ash?!"

"Forse hai ragione..." Disse con aria pensierosa. Si appoggiò un dito sul labbro ed iniziò a picchiettarlo. "Se non con il rossetto, con cosa camuffavano il laser?"

"Non starai parlando seriamente!" Scoppiai a ridere e subito dopo lui mi seguì. "Sei stupido." Gli dissi facendogli una linguaccia.

"Nonchè il tuo migliore amico, sei tu che mi hai scelto." Disse tirandomi una sberla sul naso, provocandomi un dolore praticamente insopportabile.

"Idiota!" Ricambiai la sberla.

"Comunque. Sorvolando il mio naso dolorante a causa tua, stai davvero bene?" Mi chiese massaggiandosi il naso.

"Come vuoi che stia Ash... Prima o poi dovrò superarlo e..." Mi morsi l'interno della guancia per evitare le lacrime imminenti. "Mi manca da morire."

"Allie.." Disse abbracciandomi e strofinando la mano sulla mia schiena.

Ricambiai l'abbraccio e permisi alle poche lacrime di posarsi sulla felpa di Ashton, prima che lui se ne accorgesse.

"Quando ne avrai bisogno, sai dove trovarmi." Disse prima di sciogliere l'abbraccio e lasciarmi un bacio sulla guancia.

"Grazie Ash, sai quanto vali per me." Dissi rivolgendogli un sorriso, forse il più sincero dal giorno in cui mio- da quel giorno.

"Domani è lunedì!" Dissi mettendomi le mani in faccia. Non ero psicologicamente pronta di affrontare una giornata pesante come quella del lunedì, con insegnanti in menopausa o con il marito o la moglie sessualmente frustrati.

"Cazzo, è vero!" Ricordò Ashton alla mia affermazione.

Di solito mi piace andare a scuola, l'idea di imparare qualcosa di nuovo e piano piano costruire il mio futuro mi ha sempre interessato. Ma ultimamente sembra che tutto quello che io abbia intorno cerchi solo di stressarmi sempre di più.

"Io direi pizza." Affermò Ashton.

"Di che diavolo stai parlando?"

"Prima che inizi la settimana, voglio mangiare della pizza. Forza, andiamo." Disse porgendomi la mano che afferrai e che mi portò in equilibrio sui miei piedi.

"E dove vorresti andare?" Domandai pulendomi le gambe da qualche filo d'erba rimasto attaccato.

"Al Roses, mi pare ovvio, Allie." Raccolse lo zaino da terra.

Entrati nel nostro piccolo locale preferito, Ashton salutò subito il proprietario.

"Jim, vecchia roccia." Disse tirandogli una pacca sulla spalla.

Surviving. || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora